Politica

Pd, da Bonaccini a Schlein: il declino di un partito ormai in estinzione

Di Giuseppe Vatinno

Sono lontani i tempi in cui Walter Veltroni faceva il pienone di iscritti nel 2008 con quote di 830.000 e adunate oceaniche... Il commento

Il problema invece è proprio quello dei valori, ma all’opposto, ce ne sono fin troppi, così tanti da far confondere gli elettori. Un partito che è per la tradizione, vedi Cuperlo – Bonaccini, un partito che è per i diritti civili vedi Schlein, un partito che è per non si sa bene cosa, vedi Paola De Micheli, generano uno stato di enorme confusione ideologica ancor prima che programmatica.

L’“iscritto di Voghera”, cioè l’idealtipo del Pd, al pari della famosa casalinga, non sa più che pesci prendere. E se si fa l’analisi con il partito di Veltroni ci si chiarisce le idee. Con tutti i suoi problemi almeno “Uolter” un’idea guida ce l’aveva e cioè quello del “partito unico” della sinistra, un partito a chiara vocazione maggioritaria capace comunque di infiammare i suoi sostenitori. C’era poi un avversario preciso, Silvio Berlusconi, c’erano delle battaglie da fare e la nave andava. La progressiva discesa c’è stata invece quando il nemico ufficiale è scomparso vuoi per l’età vuoi per le vicende contingenti vuoi perché si voleva (giustamente) godere la vita.