Politica
Pensioni riforma: peggio della Fornero. Ecco ciò che il governo non ha detto!
Pensioni riforma, pessime notizie per i lavoratori
Pensioni riforma, i conti non tornano
Bufera sul governo Meloni e in particolare sul sottosegretario al Lavoro Durigon, le opposizioni vanno all'attacco dopo le parole del leghista sulla questione e della riforma delle pensioni. Il suo annuncio relativo ad una una riforma basata su Quota 41 col ricalcolo contributivo e sugli incentivi per trattenere il più a lungo possibile le persone al lavoro, a partire dai medici, viene attaccata da tutti i partiti che non fanno parte della maggioranza. Molti i dubbi - si legge su Repubblica - sulle strette su Quota 103 e Ape sociale. Tutte forme di flessibilità pensate negli anni per ammorbidire l’impatto della Fornero. E ora messe in discussione, vicine all’estinzione. Lo mette in chiaro anche uno studio della Cgil che uscirà oggi, realizzato da Ezio Cigna, responsabile politiche previdenziali.
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Quest’anno - svela lo studio e lo riporta Repubblica - appena 11.750 lavoratori potranno uscire con i tre canali. Sarebbero stati 63.634, se i requisiti fossero rimasti quelli originari, senza penalità, finestre allungate, età alzate. Colpisce il dato femminile: zero con Quota 103, appena 250 con Opzione Donna. Per Lara Ghiglione, segretaria confederale Cgil, "tutto falso" il proposito del sottosegretario Durigon di un avvicinamento all’abolizione della Fornero: "Questo governo riesce nell’impresa clamorosa di peggiorarla. I 41 anni per tutti poi ora sono diventati 41 anni col ricalcolo contributivo. Disarmante con quanta leggerezza riescano a danneggiare le lavoratrici e i lavoratori. Contrasteremo questo governo con tutte le forme di mobilitazione".