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Quirinale, Severino carta di riserva del Pd. Così Letta... Inside
Una donna al Quirinale: se non ora, quando? Spunta la pista Paola Severino
Una figura alla quale guardare con grande interesse è certamente quella di Paola Severino, già ministra della Giustizia del Governo dal 2011 al 2013 ed attualmente vicepresidente dell’università Luiss Guido Carli, della quale è stata in precedenza rettore. Nel suo caso, la possibile controindicazione si è sciolta un mese fa, quando la Procura di Perugia ha chiesto di archiviare la sua posizione, non trovando alcun riscontro alle accuse di abuso di ufficio che l’avevano portata ad essere indagata in un filone del processo sulla presunta “Loggia Ungheria”. L’indagine era partita dalle dichiarazioni dell’ex pm Maurizio Musco, espulso dalla magistratura nel 2019, il quale aveva dichiarato che Severino e l’ex vicepresidente del CSM Michele Vietti si erano mossi per ottenere il suo trasferimento, accusandolo falsamente di “cointeressenze economiche” con l’avvocato Piero Amara. Musco aveva inoltre detto che entrambi si erano adoperati per favorire Emma Marcegaglia, ex presidente di Confindustria, nella realizzazione di una discarica. Cestinata l’ipotesi accusatoria, che avrebbe oggettivamente rappresentato un ostacolo, il profilo dell’avvocata è senza dubbio da prendere in seria considerazione per il ruolo di Presidente della Repubblica.
LA DONNA CHE ROMPE I SOFFITTI DI CRISTALLO
Nata a Napoli il 22 ottobre del ’48, Paola Severino a 14 anni si è trasferita a Roma per seguire il papà, che aveva scelto di lasciare la magistratura per diventare avvocato. Ne ha seguito le orme laureandosi con lode in giurisprudenza alla Sapienza nel ’71 e poco dopo ha iniziato la carriera di ricercatrice in diritto penale. Allieva di Giuliano Vassalli e Adolfo Gatti, ha poi collaborato alla Luiss con Giovanni Maria Flick, che era stato ministro della Giustizia del primo Governo Prodi e del quale avrebbe poi raccolto l’eredità, come prima donna Guardasigilli nella storia della Repubblica. D’altra parte, “rompere il soffitto di cristallo” è sempre stata una abitudine: Severino nella storia del Paese è stata anche la prima donna nel ruolo di vicepresidente del Csm militare, di rettore della Luiss ed anche ad essere nominata professore ordinario di diritto penale. Chissà che questa sua propensione non la porti a infrangere un tabù, dando all’Italia la prima Presidente donna… anche in anticipo sugli Stati Uniti, dove si parla dell’argomento molto più che da noi.
LA SUA LEGGE PER MORALIZZARE LA POLITICA
Nella sua ascesa a via Arenula, Paola Severino ha contato “solo” sulla sua indiscussa competenza specifica, in un governo formato da tecnici. Il fatto di essere indipendente da qualunque partito politico rappresenta un ulteriore vantaggio, viste le evidenti difficoltà nel trovare un candidato gradito sia al centrosinistra, da sempre abituato a scegliere in autonomia, sia al centrodestra, che per la prima volta ha la chance di essere decisivo. Nel 2012, in una fase di forte allarme legato alla sfiducia nella politica a causa della corruzione, Severino diede il suo nome alla discussa legge che prevede le sanzioni di concussione, ineleggibilità, sospensione, decadenza e incandidabilità per i politici che commettono reati. Tra chi ha fatto le spese di queste norme c’è anche Berlusconi, costretto a lasciare il Senato. Si è molto discusso sul fatto che la Legge Severino potesse violare il principio della “irretroattività della legge penale sfavorevole”, almeno fino allo scorso, quando la Corte europea dei diritti dell’uomo non ha sentenziato che tale obiezione era infondata, in quanto "l’incandidabilità non costituisce una pena".
LA VITA PRIVATA DI PAOLA SEVERINO
La vicepresidente della Luiss è sposata con Paolo Di Benedetto, ex commissario Consob, da cui ha avuto una figlia, Eleonora, che fa l’avvocata come i genitori. A causa di una malattia ha subito l’amputazione del braccio destro, evento del quale ha parlato con La Repubblica in questi termini: “So che vuol dire avere a che fare con chi ti guarda e ti chiede: che cosa ha fatto al braccio? O dice: mi farei tagliare un braccio per riuscire a …, oppure ti fissa e non ti toglie gli occhi di dosso (…) Ma chi deve superare un handicap affronta la vita con lo spirito di dire: devo fare tutto, posso fare tutto. Io senza un braccio ho anche giocato a tennis”.
UNA PROFESSIONISTA DI SUCCESSO