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22-24 settembre torna Poesiæuropa, Maria Borio: “Si riparta dalla poesia”

Di Ernesto Vergani

Sull’Isola Polvese (Lago Trasimeno) poeti provenienti da tutta Europa si confronteranno su economia, geopolitica e cultura

Sarà presentato  il master universitario di Textualitis realizzato in collaborazione con l’Università di Perugia alla presenza del rettore Maurizio Oliviero

Al via la IV edizione di Poesiæuropa, il Festival Internazionale, fondato da Maria Borio e organizzato da Umbrò Cultura, un progetto di Arci Spazio Humanities APS, che si terrà dal 22 al 24 settembre nell’incantevole cornice dell’Isola Polvese nel Lago Trasimeno (Perugia). La manifestazione, che vanta il patrocinio del Parlamento europeo e radunerà sull’Isola tra i maggiori poeti europei, ribadisce la sua volontà di vedere nella poesia al contempo una radice essenziale del Vecchio Continente e uno strumento strategico per il suo futuro. Da segnalare anche l’aspetto formativo con la presentazione dei lavori delle borse di studio e del master universitario di Textualitis realizzato in collaborazione con l’Università di Perugia, alla presenza del rettore Maurizio Oliviero. Ne parliamo in questa intervista con la fondatrice.

Maria Borio, quali i motivi più importanti dei tre giorni?

Il programma articolato attraverso delle tavole rotonde e dei forum, ruota intorno a tre temi. In primo luogo, una riflessione sul binomio economia ed etica, oltre che sul rapporto che intercorre tra poesia, natura ed ecologia, e su una proposta di integrazione tra parte artistico-creativa, risorse culturali e prospettive sociali. In secondo luogo, un dibattito incentrato sulla geopolitica, calata, quest’ultima, nel contesto internazionale: questo ci è, infatti, sembrato un argomento impellente, data l’attuale situazione ucraina, Infine è prevista una tavola di natura istituzionale da titolo ‘Quale cultura per l’Europa?’, cui seguirà la presentazione del Master Universitario di I livello in Textualities promosso da ARCI Spazio Humanities APS e dall’Università degli Studi di Perugia. Oltre al Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Perugia, Maurizio Oliviero, a questa tavola rotonda prenderanno parte due europarlamentari (Massimiliano Smeriglio e Camilla Laureti), Camilla Lo Schiavo della Fondazione Symbola e Paolo Pigliacelli di Federparchi. I giovani studiosi e ricercatori saranno chiamati non solo a seguire le tre giornate di incontri ma anche a presentare i loro lavori di ricerca o creativi.

Perché questa manifestazione?

Questo festival dedicato alla poesia europea nasce nel 2019 per riflettere, a partire dalle voci della poesia, sulla cultura e sulla politica europea e sulle sue radici umanistiche. È nato così Poesiæuropa, dove il dittongo latino æ ci è sempre sembrato un efficace espediente grafico per sottolineare la comunità e i legami degli artisti fra i vari paesi d’Europa, legami che spesso andrebbero presi come esempio di scambi e collaborazioni anche per chi non opera nel mondo della cultura.

A seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’Europa ha la guerra alle proprie porte, che sta avendo conseguenze drammatiche sulla vita delle persone e sull’economia in genere. Come e in che aspetti la cultura europea può avere qualcosa da dire e proporre?

Abbiamo scommesso fin dall’inizio su un confronto che valorizzi la dimensione europea, come realtà dalla quale abbiamo ancora molto da imparare – c’è una lunga tradizione che ha dato forma alla nostra cultura, alla nostra antropologia, alla nostra politica, di cui sarebbe opportuno fossimo maggiormente consapevoli – e dalla quale possiamo pensarci realisticamente in una prospettiva globale. Il supporto da parte di molteplici istituzioni culturali dei paesi europei ci ha dato un’accoglienza importante. In una dimensione europea – l’Europa culturale e politica – si può riflettere meglio su questioni come la geopolitica, l’impiego delle risorse ambientali, il senso di una politica culturale attuale. La risonanza tra questi focus e il mondo della letteratura porta diversi punti di interesse e arricchisce l’approccio dei settori definiti “duri”, ma soprattutto alimenta un immaginario che scommette su progetti a lungo termine.

Che peso specifico ha la poesia in tutto questo?

La poesia è un linguaggio apparentemente privo di concretezza, senz’altro non utilitaristico, non produttivo in senso meccanico. Tuttavia, esso possiede un valore utopico non indifferente. L’equilibrio tra il pragmatismo – tanto politico quanto economico – e le radici culturali e spirituali è una prospettiva complessa, ma fonte di completezza umana. Se le nostre democrazie avranno un auspicato sviluppo, un’intelligente cura della cultura sarà essenziale.

Come abbiamo detto, siamo in un momento storico particolare. Come vive un’artista un simile periodo?

Oggi un’artista è spesso chiamato a interagire attivamente non solo con il pubblico, ma anche a costruire certe condizioni per la condivisione e la riflessione culturale. Diciamo che non è più facile pensarsi creatori isolati e assoluti che vivono in un’aura orfica, completamente disgiunti dalle condizioni della diffusione culturale. Per le generazioni precedenti era diverso. Oggi un’artista è sempre esposto: come creatore di idee, rappresentazioni, mondi e come creatore di condizioni culturali e di ricerca, di sperimentazione, di studio. Tuttavia, c’è troppa mancanza di lettura, di riflessione e una sottostima istituzionale e professionale dell’arte. L’arte è una parte “normale” della vita, non dovrebbe essere considerata al di fuori della consuetudine. Se dico “al di fuori” intendo: difficile, strana, avulsa dalla pragmatica, non produttiva. La realtà è anche l’arte, l’arte è anche un modo per farci pensare meglio la realtà. Per questo all’arte si deve sempre chiedere tanto, non ci si può accontentare, non è una didascalia dei sentimenti o del linguaggio. È un modo per stare al mondo intensamente, a cui si deve rispetto.

La sede di  Poesiæuropa è l’Isola Polvese del Lago Trasimeno.

Una riserva naturale con una flora e una fauna protette, abitata nell’antichità dai popoli etruschi, poi nel Medioevo fino al Seicento. Oggi restano i resti della Chiesa di San Secondo e del Monastero degli Olivetani, restaurati e trasformati in un centro per la ricerca sull’ambiente gestito da Arpa Umbria. Per tre giorni riuniremo un continente su un’isola, così piccola al centro di un piccolo lago che è a sua volta al centro geografico del nostro paese, a sua volta al centro del Mediterraneo.

Per concludere, chi interverrà alla manifestazione?

Il dettaglio dgli appuntamenti è disponibile sul sito www.umbrocultura.com. Mi sembra doveroso citare seppur velocemente chi parteciperà: Massimo Natale, Lorenzo Cardilli Adele Bardazzi, Maria Lisa Jeschke (Germania), Martin Rueff (Francia), Martin Glaz Serup (Danimarca), Gian Mario Villalta, Stefano Giovannuzzi, Renata Morresi, Italo Testa, Camilla Lo Schiavo (Fondazione Symbola), Camilla Laureti (parlamentare europea), Maurizio Oliviero (rettore Università degli Studi di Perugia), Paolo Pigliacelli (Federparchi), Massimiliano Smeriglio (parlamentare europeo)) Roberto Contu, Sergio Pasquandrea, Renata Morresi, Lidia Riviello, Antonio Riccardi, Stefan Schmitzer (Austria), Peter Sirr (Irlanda), Gian Roberto Cescon,  Tommaso Di Dio, Marzia D’Amico, Ana Marquez Gastão (Portogallo), Roland Orcsik (Ungheria), Luca Paci (Italia), Piero Salabè, Mario Santagostini, Gabriel Del Sarto, Marilena Renda, Flavio Santi, Vera Lúcia de Oliveira, Maddalena Lotter, Moira Egan, Stefano Raimondi, Luigia Sorrentino, Mariagiorgia Ulbar. Roberto Ghezzi e Marta Predicatori in dialogo multimediali nell’ambito del progetto Passeggiata Patrimoniale del Consiglio d’Europa in collaborazione con Arpa Umbria. Ricordo, infine, che il Festival è promosso in partnership con: Parlamento Europeo, Umbrò, Università degli Studi di Perugia, Provincia di Perugia, Regione Umbria, Arpa Umbria, Forum Austriaco di Cultura, Accademia d'Ungheria, Danish Art Foundation, Goethe Institut, Ambasciata d’Irlanda, Istituto Camões, Provincia di Perugia, Centro scritture.