Affari Europei

L'Ue mette al bando i sacchetti di plastica. “Essenziale il ruolo del governo italiano”

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani

Il Parlamento europeo ha votato oggi nuove regole per limitare l'uso dei sacchetti di plastica, quelli che normalmente vengono dati nei supermercati per portare a casa la spesa. Buste che poi, nella maggior parte dei casi, finiscono nella spazzatura non appena i consumatori arrivano a casa. Una brevità d'utilizzo che si traduce in un costo economico, per chi deve smaltire i rifiuti, ma soprattutto in un costo ambientale, visto che una buona parte finisce dispersa in natura, creando danni estesi, soprattutto all'ambiente marino.

Per limitare fortemente la circolazione delle buste di plastica il Parlamento europeo ha deciso di vincolare gli Stati membri, che ora potranno decidere tra due strategie. Quella consigliata dal relatore del provvedimento, la danese Margrete Auken, prevede di far pagare le buste (anche 50 centesimi) in modo da scoraggiarne l'uso. I consumatori verrebbero in questo modo spinti ad utilizzare borse non usa-e-getta. Nello specifico il provvedimento vieta di distribuire gratuitamente le buste nei punti vendita.

Ma gli Stati potranno anche decidere in maniera autonoma come provvedere alla riduzione dell'uso delle buste. Bruxelles ha però fissato dei paletti: entro il 2019 si dovrà passare dalle circa 200 buste pro-capite a 90 e poi a 45 entro il 2025.

“L'Italia ha avuto un ruolo essenziale per il raggiungimento dell'accordo”, spiega ad Affaritaliani.it la relatrice Auken. Il voto della Plenaria segue infatti un accordo tra le altre Istituzioni europee raggiunto a novembre, sotto il semestre di presidenza italiano del Consiglio.

“Sono obiettivi importanti per la tutela dell'ambiente quelli fissati oggi”, racconta ad Affaritaliani.it Eleonora Evi, eurodeputata del Movimento 5 Stelle. “Inoltre si è risolto il paradosso dell'Italia, sotto osservazione da parte della Commissione per aver messo al bando i sacchetti di plastica”. Già, perché il nostro Paese ha preceduto tutti in Europa, sostituendo la plastica con materiali di origine organica. Ma la messa al bando dei sacchetti aveva attirato l'attenzione della Commissione che aveva paventato una violazione del principio di libero mercato. “Una eventualità che è stata sventata grazie al voto della Plenaria”.

Oltre al ruolo essenziale per l'approvazione del provvedimento, l'Italia può vantare un altro successo. Il nostro Paese è infatti all'avanguardia proprio nella produzione dei sacchetti biodegradabili. “E forse sono state le pressioni delle lobby a spingere il Parlamento italiano ha legiferare in maniera così spedita”, aggiunge Eleonora Evi.