Affari Europei

M5s-Ue, l'amore non sboccia mai. Strasburgo nega la vicepresidenza

Niente da fare, l'amore non sboccia mai. Movimento 5 Stelle e Unione Europea sembrano due entità costrette a convivere senza però piacersi più di tanto. Anzi, diciamo che a Strasburgo il M5s non piace affatto. Stavolta sembrava davvero la volta buona in cui i fedeli di Beppe Grillo avrebbero potuto portare a casa una carica importante.

Già, perché Olli Rehn si era dimesso dalla vicepresidenza dell'emiciclo di Strasburgo per tornare in Finlandia a ricoprire il ruolo di ministro degli Esteri. E così il Movimento 5 Stelle ambiva a raggiungere, finalmente, una poltrona di peso. Nulla di fare, perché nel voto segreto l’Aula concede 301 voti al candidato dell’Alde, la finlandese Anneli Jaatteenmaki, e 285 a quello dell’Efdd, Fabio Massimo Castaldo, con più di cento deputati astenuti.

Il risultato non va giù ai grillini che si aspettavano il cambiamento e l'alternanza. Nulla di tutto questo, perché al posto di Rehn arriva un'altra finlandese, sempre liberale come il suo predecessore tra l'altro. “C’è amarezza perchè i grandi gruppi hanno tirato dritto”, ha dichirato a Eunews il portavoce della delegazione M5s a Strasburgo, Diego Destro. “Puntavamo a sanare la situazione che si era creata in occasione del primo voto, quando ci hanno negato quel posto che secondo il metodo d’Hondt spettava a noi”.

Il Movimento 5 Stelle sottolinea comunque che i voti per Castaldo sono più che raddoppiati rispetto alla prima volta. E lo stesso Castaldo se ne felicita sui social network. Affidando il proprio pensiero a Twitter, Castaldo afferma che l'esito del voto “dimostra che la meritocrazia qui vale e il merito viene riconosciuto”. Anche se alla fine "dispiace che prevalga la logica dei gruppi su un principio riconosciuto universalmente qual’è il metodo d’Hondt”. Non c'è due senza tre. Al terzo tentativo forse il Movimento 5 Stelle riuscirà a prendersi una benedetta poltrona europea.