Panama Papers, Cameron: "Il fondo pagava le tasse, ora un piano antievasione"
Il premier britannico: "Diritto di tutti fare soldi rispettando la legge"
Il premier britannico David Cameron ha difeso il diritto dei sudditi del regno di "fare soldi rispettando la legge" nella sua prima apparizione in parlamento dopo lo scandalo Panama Papers, che ha portato in luce gli affari con il fisco della famiglia Cameron. Il premier ha difeso il fondo offshore del padre Ian, dicendo che va fatta una distinzione tra l'impresa e "una riduzione artificiale delle tasse".
Nella sua dichiarazione ai Comuni Cameron ha parlato di accuse "profondamente dannose e false" sul fondo d'investimento offshore del padre, nel quale il premier deteneva azioni che vendette prima di arrivare a Downing Street nel 2010, ricavandone un utile sul quale pagò le tasse.
Una serie di organizzazioni del settore pubblico, tra cui i sindacati e la Bbc, fanno investimenti in fondi simili "una prassi standard, non progettata per evitare il fisco", ha detto Cameron. Nelle dichiarazioni al fisco del premier dal 2009 al 2015, pubblicate ieri, risulta che nel 2011 ricevette due donazioni da 200mila sterline ciascuna dalla madre Mary, l'anno dopo aver ereditato 300mila sterline dal padre.
Il premier britannico ha definito "offensive e profondamente false" le accuse contro suo padre nella bufera sui Panama Papers. Non solo. Cameron ha anche promesso una "vigorosa" azione del governo nel contrastare l'evasione fiscale internazionale. Fra queste, una legge per punire penalmente chi facilita l'evasione e un accordo per una maggiore trasparenza con alcuni territori d'oltremare britannici, che operano come paradisi offshore.