Home
Agroalimentare: in Lombardia ancora crescita, grazie a sinergie con turismo
Sinergie fra agroalimentare e turismo nel convegno promosso da Gambero Rosso a Milano
In Lombardia sono otre 55mila le imprese – tra alloggi e ristorazione – che compongono il comparto dell’ospitalità; oltre 200 le imprese agricole, escluse quelle vitivinicole, che da sole raggiungono quasi quota 3mila. Mentre 67 sono le industrie che operano nel settore alimentare. E ancora, 15 sono i prodotti a marchio Dop sul territorio regionale, 6 quelli a marchio Igp.
Un comparto, quello agroalimentare, che rende la Lombardia l’area geografica a maggiore vocazione agricola, complice la presenza di infrastrutture ricettive e gli investimenti sul settore dell’accoglienza turistica. Questo il tema al centro del dibattito dal titolo “The Best in Lombardy”, organizzato dal Gambero Rosso che si è tenuto questa mattina nel Palazzo della Regione.
In Lombardia assistiamo a una combinazione di settori della creatività italiana che si è molto evoluta. Serve spingere ancora oltre il connubio tra agricoltura e infrastrutture ricettive, nel rapporto con la storia e la cultura del territorio, con il fashion e il design. Obiettivo: portare a casa risultati economici superiori. “In Lombardia abbiamo qualità, biodiversità, luoghi meravigliosi da visitare, numeri importanti in termini di vendite agroalimentari e di crescita del turismo”, ha dichiarato il Presidente e AD di Gambero Rosso (nonché AD di Class Editori) Paolo Cuccia ad Affaritaliani.it. “Ciò che dobbiamo fare è promuoverci meglio e migliorare sul piano dell’accoglienza. Centrale è la formazione. Questi sono settori dove c’è grande imprenditorialità, ma lasciata ancora molto alla iniziativa spontanea. Complimenti agli imprenditori che ce l’hanno fatta, ma c’è ancora tanto da fare per migliorare i risultati. Le istituzioni sono un partner indispensabile con cui dialogare. Dobbiamo sentirci tutti parte di questi processo, a braccetto insieme per raggiungere gli stessi obiettivi”.
VIDEO - Cuccia, Gambero Rosso: "Spingere avanti le sinergie agro-alimentare e turismo"
A questo servono le alleanze; alleanze fra settori, ma anche, all’interno dei settori stessi, alleanze fra consorzi. Da qui l’invito di Cuccia a guardare più all’esterno che all’interno. Un monito che i rappresentati dei consorzi seduti al tavolo hanno mostrato di recepire. Tutti concordi, infatti, che oltre alla qualità, necessario è coordinarsi con altri settori del food e con il mondo dell’ospitalità. Ma stando attenti a conservare la qualità, a difendere le singole identità e a divulgare un verbo specifico per ogni denominazione.
Valorizzare i prodotti dell’agroalimentare italiano: da commodity a brand
“Non dobbiamo accontentarci della qualità, ma puntare alla promozione”, così ha esordito Silvano Brescianini, Presidente del Consorzio Franciacorta. “Sono territori piccoli i nostri e quindi è importante trovare le strategie giuste per farci conoscere nei mercati in crescita. Non solo Nord Europa e USA, ma anche Far East. Non fare troppe cose, ma investire in piani di lungo periodo. In Franciacorta abbiamo lanciato un progetto che coinvolge USA e Giappone, che prevede la collaborazione con uffici che promuovono il marchio e aiutano a organizzare eventi di divulgazione”.
Anche il Consorzio Tutela Lugana Doc si sta organizzando allo stesso modo, come ha fatto sapere il Presidente Ettore Nicoletto: “Puntiamo sui mercati internazionali, in particolare quelli a grande consumo come gli USA e l’Asia. La denominazione Lugana è ad alta generazione di valore. Il problema è quello di gestire il successo di una denominazione che è cresciuta tantissimo, ma che va bilanciata nel rapporto domanda-offerta. Tra 2008 e 2018 il tasso di crescita è stato dell’8% (il maggiore in Italia). Il sistema ha reagito attrezzandosi dal punto di vista produttivo, ora occorre correggere il tiro, bilanciando con quanto effettivamente è possibile vendere sul mercato”.
Punta sulla biodiversità e sul racconto di diverse storie e culture anche il Consorzio Vini dell’Oltrepò: “La Lombardia ha quattro confini regionali, tre dei quali nell’Oltrepò”, ha commentato il Presidente Luigi Gatti. “Nei nostri territori convivono diverse culture; è questo il punto di forza che stiamo cercando di sfruttare per promuovere il marchio”.
Al territorio si rivolge anche il Consorzio Valtènesi: “Noi abbiamo un’unica denominazione – dedicata solo ai vini rossi –, tra le più moderne come piglio di comunicazione”, ha dichiarato Carlo Alberto Panont, “Sono 20 milioni di turisti sul lago di Garda, ma il nostro è un lavoro che va fatto al dettaglio e che deve coniugare la qualità di prodotto con la qualità nell’ospitare”.
Per Nicola Cesare Baldrighi, Presidente del Consorzio Grana Padano “difendere l’identità del prodotto è complesso, soprattutto se consideriamo che oggi il 40% dei consumi si è spostato fuori dall’abitazione e la ristorazione collettiva ha acquisito un peso enorme. Per farlo abbiamo chiesto alle istituzioni di regolamentare l’etichettatura non solo nella grande distribuzione (dove è già prevista una differenziazione fra denominazioni e altri prodotti), ma anche nella ristorazione. Inoltre domandiamo supporto nell’operazione di educazione alimentare che stiamo svolgendo per il tramite delle denominazioni”. “La sinergia con il vino è favolosa”, ha proseguito Baldrighi ad Affaritaliani.it, “perché dà un’immagine dell’agroalimentare italiano a tutto tondo. Difficile è però avviare collaborazioni strutturate. Da un lato, la promozione del vino e dell’agroalimentare – sostenuta dalle politiche comunitarie – segue due canali tra loro distinti; dall’altro, anche i canali commerciali sono distanti, gli operatori non sono quasi mai gli stessi, le normative che riguardano il food e il vino sono sempre molto specifiche. Tutto ciò ha reso le collaborazioni più complesse. Ciononostante abbiamo costruito più di un evento insieme al mondo del vino e con ottimi risultati”. Quanto ai fattori chiave per un ulteriore sviluppo dell’agroalimentare, Baldrighi ha dichiarato: “Oggi la comunicazione è elemento centrale per il prosperare del settore agroalimentare, per far conoscere il brand, le caratteristiche e le qualità del prodotto. Certo è che, dietro al brand, il discorso qualitativo deve essere inderogabile. In questo i consorzi hanno un ruolo decisivo, nel mettere insieme le forze economiche e finanziarie delle singole aziende – spesso piccolissime – per promuovere la comunicazione che, rispetto alla produzione, rischia di essere un costo insostenibile”.
VIDEO - Baldrighi, Consorzio Grana Padano: "Qualità e promozione del Brand"
Agroalimentare: sinergie con il territorio e le infrastrutture ricettive
Milano e la Lombardia sono un esempio virtuoso di come la qualità dei prodotti vada a braccetto con la qualità dell’ospitare. Da Expo in poi è proseguita quella lunga scia che ha reso la città sempre più attrattiva con benefici sia per l’enogastronomico – e, di conseguenza, l’agroalimentare – sia per il turismo. In questo senso le sinergie dei settori produttivi con le istituzioni del territorio è stata fondamentale. Lo ha spiegato Lorenza Baroncelli, Direttore artistico della Triennale di Milano: “Stiamo lavorando sulle collaborazioni con le istituzioni milanesi – pubbliche e private – per cercare di costruire un sistema di cultura che racconti la città, che la aiuti ulteriormente nel processo di internazionalizzazione che ha vissuto in questi anni”.
Anche il settore immobiliare sta contribuendo a questo processo, come ha raccontato Mario Abbadessa, Managing Director di Hines: “Sono 2 i miliardi investiti in Italia negli ultimi anni, di cui 1,8 a Milano. Oggi non si parte dal prodotto immobiliare, ma dagli elementi di sinergia con il territorio per poi progettare gli immobili. Milano è una città sconnessa con il resto d’Italia e molto più connessa con l’Europa. Lo sviluppo di piazza Cordusio (in consorzio con Generali e il Comune di Milano) è un esempio di collaborazione per la rigenerazione urbana che prevede ampio spazio ai negozi e attrattività per i turisti”.
Perché ciò avvenga cruciale è l’intervento di SEA Aeroporti Milano che ogni giorno ospita nei propri spazi di Malpensa e Linate gli importanti flussi turistici che hanno reso Milano la principale meta in Italia. “Abbiamo assistito a una crescita molto importante di passeggeri negli ultimi anni”, ha commentato Micaela Castelli, Presidente di SEA, ai microfoni di Affaritaliani.it. “L’agroalimentare ha bisogno del turismo. In questo senso SEA sta lavorando con massicci investimenti per migliorare il sistema aeroportuale e favorire così maggiori afflussi turistici. Affronteremo a breve la ristrutturazione di Linate per avere un aeroporto con un volto totalmente nuovo al 2021. Il nuovo aeroporto avrà una pista nuova, che in termini di sicurezza dovrebbe durare almeno 100 anni, e uno spazio capace di accogliere eventi. In questo progetto centrale sarà il tema della sostenibilità. Tutti gli investimenti hanno centrale una valorizzazione del tema sostenibile. Aeroporto non vuol dire per forza rumore, inquinamento e fastidi, ma gestione consapevole nel rispetto del territorio”. Castelli ha poi ricordato ai milanesi che, in attesa del nuovo scalo di Linate, c’è anche Malpensa, “uno splendido scalo che consentirà a persone da tutto il mondo di arrivare in città. Malpensa ha spazi invidiabili che stiamo utilizzando per favorire la dialettica di promozione del territorio, con mostre artistiche e il racconto di eccellenze lombarde e italiane agroalimentari. La competizione tra scali aeroportuali si gioca sulla capacità di attrarre grandi compagnie. Milano è un brand e lo sfruttiamo per irrobustire ulteriormente un network internazionale già di prestigio”.
VIDEO - Castelli, SEA: "Attrarre turismo per aiutare l'agro-alimentare"
Nell’attrarre turisti e investitori stranieri non manca il sostegno di Regione Lombardia che continua a godere del favore di Expo. “Stiamo crescendo molto”, ha detto l’Assessore al Turismo Lara Magoni, “questo grazie alle sinergie pubblico-privato. Stiamo lavorando su accoglienza, strutture ricettive, percorsi enogastronomici affinché il turismo sia di qualità. In vista delle Olimpiadi siamo già partiti con una promozione turistica ad hoc”.
A margine del convegno è intervenuto anche il Presidente della Regione Attilio Fontana, il quale si è detto orgoglioso della Lombardia perché “all’avanguardia anche nel settore dell’agroalimentare, sia per la produzione degli alimenti sia per l’interpretazione degli alimenti da parte degli chef stellati (sono ben 63 gli chef stellati in Lombardia, per la densità più alta tra le regioni italiane)”.
VIDEO - Fontana, Regione Lombardia: "All'avanguardia nell'agro-alimentare"
Agroalimentare: la sfida all’internazionalizzazione con il sostegno degli operatori economici
Considerato che il mondo dell’agroalimentare, come molti altri settori, è caratterizzato dalla presenza di microimprese, sono due le direttrici lungo le quali muoversi per incrementare l’offerta: da un lato, c’è il tema delle filiere; dall’altro, la sinergia con le istituzioni finanziarie per un supporto alla crescita e all’internazionalizzazione.
“La filiera italiana può tanto”, ha commentato Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti, “ma necessari sono gli investimenti in innovazione”. Su questo aspetto si sostanzia il ruolo di una banca come Intesa Sanpaolo che negli ultimi 18 mesi ha stanziato 30 miliardi di erogazione a medio e lungo termine, di cui 3 miliardi nell’agrifood e nell’ospitality. “La prima cosa che dobbiamo fare è mettere a disposizione denaro sul medio e lungo termine”, ha dichiarato ad Affaritaliani.it Mauro Federzoni, Direttore regionale Milano e provincia di Intesa Sanpaolo. “Denaro per permettere alle aziende di internazionalizzarsi, ma anche per innovare le strutture produttive e crescere dimensionalmente. Avere aziende grandi è, infatti, il punto di partenza per proporsi verso l’estero”. Per quanto riguarda gli aspetti qualitativi “abbiamo la capacità di leggere le competenze soft e di tradurle in un rating qualitativo che possa valorizzare le caratteristiche delle aziende che finanziamo. Noi abbiamo in tutto il territorio italiano 600 filiere, più di 100 in Lombardia. Le filiere sono il mezzo attraverso il quale portare anche alle imprese più piccole questi benefici”.
Quanto all’internazionalizzazione, Intesa Sanpaolo è presente direttamente – con filiali o con uffici di rappresentanza – negli oltre 40 Paesi in cui le imprese italiane dell’agroalimentare esportano: “In questo modo”, ha proseguito Federzoni, “possiamo creare le sinergie nei territori e aiutare le imprese a compiere tutte le operazioni bancarie necessarie. Attraverso un Italian desk siamo in grado di raccogliere le esigenze delle singole imprese così da essere il punto di riferimento sui diversi mercati”.
VIDEO - Federzoni, Intesa Sanpaolo: "Capitali e servizi a PMI per internazionalizzazione"
Intesa Sanpaolo ha inoltre lanciato, insieme al Gambero Rosso, il progetto “Imprese vincenti” rivolto alle PMI – per un terzo dell’agroalimentare –, con la volontà di proporsi come punto di riferimento non solo finanziario per le imprese italiane: “Con questa iniziativa rendiamo possibile ottenere finanziamenti dedicati e servizi qualificati di consulenza per crescere”. Il progetto, che ha toccato diverse città italiane per selezionare le migliori imprese, vedrà la sua conclusione nella tappa milanese del 17 settembre.