Coronavirus
Covid, meno 57,7% di permessi di soggiorno rilasciati
Dati Istat dimostrano come la pandemia abbia inciso sui permessi di soggiorno sia per la chiusura delle frontiere che per il blocco dell'attività amministrativa
A seguito dei provvedimenti per contrastare il Covid 19 nei primi sei mesi del 2020 si è registrato un calo dei permessi di soggiorno rilasciati: 43mila, con una diminuzione del 57,7%, rispetto allo stesso periodo del 2019 quando ne erano stati rilasciati oltre 100mila.
Il dato è emerso dal report dell'Istat sulla presenza dei cittadini non comunitari in Italia.
I mesi che hanno fatto registrare una maggiore diminuzione sono stati aprile e maggio, rispettivamente -93,4% e -86,7%.
Oltre alla chiusura delle frontiere al calo dei permessi ha inciso anche il blocco dell'attività amministrativa per le restrizioni dovute alla pandemia. La motivazione di ingresso più rilevante, quella per ricongiungimento familiare, ha visto una contrazione del 63,6% mentre i permessi per richiesta asilo sono diminuiti del 55,5%.
Nel 2019 i permessi di soggiorno rilasciati sono stati 177.254, con un calo del 26,8% rispetto al 2018. È quanto emerge dal report Istat sui cittadini non comunitari presenti in Italia relativi all'anno 2019.
Secondo la rilevazione Istat sono in diminuzione soprattutto i permessi di soggiorno relativi a richieste di asilo, passati da circa 51.500 a 27.029, un calo del 47,4%. Continua a diminuire anmche la presenza di cittadini non comunitari: -3% al 1° gennaio 2020 su base annua.
Dal Report Istat emerge, inoltre, una diminuzione nel 2019 anche dei permessi per motivi di lavoro, -22,5%; calo anche dei permessi per ricongiungimento familiare, -17,8%; dei permessi per studio, -7,4%, quest'ultimi caratterizzati da un’elevata quota di ingressi di giovanissimi, oltre il 56,5% ha meno di 25 anni, e di donne, il 57,9% dei flussi.
Anche dal punto di vista delle cittadinanze dei paesi d'origine la diminuzione degli ingressi in Italia è stata generalizzata. Il decremento dei cittadini nigeriani nel 2019 supera il 66% rispetto all’anno precedente, mentre per gli albanesi il calo è dell’8,7%.
"Il calo dei nigeriani - si legge nel report Istat - è da riconnettere alla diminuzione dei permessi per richiesta di asilo che, tra il 2018 e il 2019, sfiora il 75% e fa sì che il Paese, dopo 4 anni, perda il primato di ingressi per protezione internazionale a favore del Pakistan".
Per le richieste di asilo e protezione internazionale nel 2019 entra per la prima volta tra i primi 10 Paesi di provenienza il Perù, collocandosi direttamente al settimo posto con oltre mille permessi, un aumento del 174,5% rispetto al 2018.
Tra il 2018 e il 2019 l’intera Penisola è stata interessata dal blocco delle migrazioni. Le regioni italiane dove il calo degli ingressi è notevolmente sopra la media sono la Sardegna, -56,8%); la Calabria, -53,4% e Sicilia, -48,1%); quelle con le contrazioni di minore intensità sono il Veneto, -14,9%, e il Lazio, -19,4%. (AGI)
Anche gli ingressi per lavoro stagionale sono diminuiti nel 2020: si è registrato un calo del 65,1%, passando dai 2.158 permessi dei primi sei mesi del 2019 ai 753 del primo semestre di quest’anno.
Per quanto riguarda le nazioni di provenienza dei migranti il calo maggiore lo registrano India, Marocco, Ucraina, Albania e Bangladesh.
Per quanto riguarda le diverse regioni italiane quella che ha registrato la diminuzione più rilevante è l’Umbria, -71,6%, seguita da Calabria, -68,2, ed Emilia-Romagna, -68,0%.
Più contenuti i cali in altre regioni come il Lazio, -40,0%, e il Molise, -32,0%. In termini assoluti è però la Lombardia a far registrare la contrazione più accentuata nei primi sei mesi dell’anno: -14.655 nuovi permessi.