200 suicidi di papà separati? Prudenza con i titoli
Riceviamo e pubblichiamo
Egregio Direttore,
in merito all'articolo "Pas, la sindrome che ha portato oltre 200 suicidi di papà separati" (leggi qui), pubblicato in data 17 luglio, da lettrice responsabile non posso non scrivere per richiamarVi alle linee guida sui suicidi per giornalisti divulgate nel 2008 dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla Iasp (International association for suicide prevention), che invitano caldamente a chi si occupa di comunicazione ad usare prudenza nei titoli e nei contenuti al fine dinon alimentare effetti emulativi.Lo faccio perché il dato - abnorme e non supportato da fonte alcuna - per non parlare della prosa enfatica, non rendono giustizia ad un fenomeno complesso e multisfaccettato che merita maggiore rispetto e considerazione.E' noto alla letteratura sul tema (ad esempio Michael Flood, 2007, “Fathers’ Rights. The International Encyclopedia of Men and Masculinities, Ed. M. Flood, J.K. Gardiner, B. Pease, and K. Pringle. Taylor & Francis”) che l'enfasi sui suicidi dei padri altro non è che un'argomento fallace diffuso da gruppi organizzati e politicamente attivi allo scopo di ottenere dei cambiamenti nel diritto di famiglia. Non esistono ricerche statistiche sulle motivazioni dei suicidi, nulla che possa giusticare un numero tanto preciso e riconducibile con un legame semplice di causa ed effetto al divorzio o a cause per l'affidamento dei figli. Come spiegato dall'Istat in un comunicato dedicato, "è estremamente difficile individuare i motivi che inducono il singolo individuo a togliersi la vita, a causa della natura multidimensionale del fenomeno" (comunicato stampa, "I suicidi in Italia", 8 agosto 2012). Utilizzare un fenomeno inventato, come quello dei suicidi dei padri, allo scopo di intervenire a gamba tesa sul dibattito attorno alla controversa sindrome di alienazione genitoriale o alienazione genitoriale che dir si voglia, con l'obiettivo di conferirle quello status di patologia che la comunità scientifica le ha negato a causa della mancanza del sufficientesostegno empirico da dati di ricerca, non mi sembra davvero il modo di trattare argomenti tanto delicato come il suicidio o il benessere dei bambini.
Mi auguro deciderete di ritirare al più presto un simile articolo, in quanto una correzione non sarebbe sufficiente a riportarlo nei binari di una corretta informazione.
Cordiali Saluti
Chiara Lo Scalzo