Costume
Dolce&Gabbana: "Lasceremo l’azienda a famiglia e dipendenti"
Dolce & Gabbana sembrano avere le idee molto chiare sul futuro dell'azienda
Dolce & Gabbana sembrano avere le idee molto chiare sul futuro dell'azienda. In un'intervista al Corriere della Sera gli stilisti infatti si lasciano andare a considerazioni a lungo termine che ben evidenziano una strategia ben precisa. Punto di partenza però "un modello di artigianato e industria, tradizione che cuce assieme innovazione, digitale e tecnologia" rimanendo "un‘impresa indipendente che non appartiene ad alcun gruppo"
Seguendo quello che è un ritorno all'artigianalità con la creazione delle "Botteghe di Mestiere" l'azienda insegna a cucire, ricamare, stirare e la modelleria. "Circa il 70-75% di quei giovani che hanno tra i 20 e i 25 anni vengono poi assorbiti in azienda. Abbiamo i nostri maestri interni e così teniamo in vita il mestiere e la tradizione" spiega lo storico duo.
Non manca un'attenzione al mercato come precisa il Corriere della Sera che, come in altri settori anche in quello della moda subisce i riflessi di una situazione politica a volte instabile, si pensi alla Brexit, ai dazi tra Usa e Cina. Ma Stefano e Domenico ci tengono a rassicurare: "Andiamo benissimo in Brasile e Messico. Se c’è rallentamento in certi mercati noi compensiamo con la crescita in altri. Un reset dei consumi è sempre da mettere in conto a livello globale".
Ma è proprio quando si parla di futuro generazionale che i due stilisti sembrano essere veramente d'accordo come spiega il Corriere della Sera. Idee chiare sul futuro del brand come spiega Stefano: "La nostra idea è proprio di lasciare spazio agli altri che lavorano con noi, dipendenti e famiglia. Noi lasceremo un Dna al nostro gruppo di lavoro, cioè ai nostri stilisti interni e poi c’è la famiglia".
"Il nostro desiderio è che ci sia continuità" aggiunge Domenico, "vogliamo lasciare dei codici alla famiglia che potrà reinterpretarli. Ma nello stesso tempo vorremmo lasciare spazio ai giovani che già lavorano qui affinché Dolce&Gabbana non diventi un marchio morto".