Cronache
Dal perdono al controllo delle nascite
“Chiediamo perdono per le persone e le istituzioni che chiudono la porta ai rifugiati”. Così Papa Francesco in vista della Giornata mondiale dei rifugiati di sabato prossimo. Pronta risposta del segretario della Lega Nord Matteo Salvini: “Il problema è che i rifugiati sono un quarto di quelli che arrivano, noi non abbiamo bisogno di essere perdonati.”
Di fronte a un problema epocale che sta indebolendo la democrazia italiana come più volte sostenuto su questa testata (http://www.affaritaliani.it/politica/sbarchi-migranti-363090.html), è relativo che lo scontro avvenga intorno a una parola come “perdono”, vocabolo che rimanda all’errore, al senso di colpa, che pone due soggetti su due piani diversi. Sembra che il dibattito nella fattispecie eviti un tema essenziale. Prima o poi i politici dovranno esplicitamente affrontare la questione del controllo delle nascite.
Anche qui le parole decisive sono democrazia, educazione, libertà, responsabilità individuale. Proprio perché l’impedimento a procreare è anti-democratico e illiberale. E’ evidente che la sovrappopolazione genera disoccupazione, fame, guerra, migrazioni.
La sovrappopolazione determina persino deforestazione e desertificazione. I nessi tra sovrappopolazione, migrazione, sostenibilità e tutela dell’ambiente sono sempre più cogenti. A maggior ragione se si passerà dagli attuali 7,3 miliardi di individui di oggi ai nove del 2050.
Ernesto Vergani