Cronache

Femminicidio Modena, la rabbia del marito: Anna messa nel baule come un trofeo

di Anna Leone*

Ecco come combattere la violenza di genere attraverso l'uguaglianza e il rispetto

Anna Sviridenko: l’ennesima vittima di femminicidio

Il 12 giugno scorso il Giudice per le Indagini Preliminare del Tribunale di Modena ha convalidato l'arresto con la misura cautelare della detenzione in carcere, nei confronti di Andrea Paltrinieri, attualmente imputato per l'omicidio della sua ex moglie, Anna Sviridenko. All’indagato è stato contestato l’omicidio aggravato dal vincolo coniugale ma non dalla premeditazione. Il 17 maggio 2023 era stata decisa, nella causa di separazione, dai giudici in Austria, la collocazione prevalente dei figli nell'abitazione della madre e il diritto di visita del padre. A gennaio 2024, il marito aveva fatto ricorso al tribunale civile di Modena contestando la giurisdizione austriaca.

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Lunedì scorso i giudici hanno stabilito che i bambini, pur con affido condiviso, avrebbero continuato a vivere con la madre. Anna era diretta verso Modena per andare a prendere i figli dalla casa dell'ex marito. E’ arrivata a Modena intorno tra le 21 e 21,30: è andata nel condominio della zona Maserati dove l'ex marito era tornato a vivere con i genitori. I due si sono incontrati probabilmente in cortile, comunque non in casa dove i bimbi si trovavano per fortuna, rimasti in compagnia dei nonni.

Per il giorno successivo la mamma aveva promesso loro di portarli al mare. Ma per Anna, quello è stato il suo ultimo giorno in vita. L’uomo l’avrebbe strangolata prima con una cintura e poi con un cavo elettrico, forse all’interno dello stesso furgone poi utilizzato per trasportare il corpo privo di vita fino alla caserma dei carabinieri, alle ore 22:00, quasi come fosse un trofeo, l’emblema della vittoria di quella guerra che si era innescata nella mente di Andrea Paltrinieri nel momento in cui Anna aveva deciso di separarsi da lui. Negli audio che la dottoressa negli ultimi mesi inviava ad un’amica, traspare tutta la preoccupazione per quella separazione conflittuale dall’imputato ma anche la sofferenza nel constatare i tentativi dell’uomo di ‘infangare’ la sua figura e di tenerla lontana dai bambini. Anna Sviridenko,era una madre devota e una professionista impegnata nel campo della Medicina Nucleare e Radiologia, una donna in carriera , diventata vittima di un tragico destino per mano dell'ex marito disoccupato.

Probabilmente la frustrazione professionale aveva inasprito ancora di più l’odio di Andrea nei confronti di Anna. Questo femminicidio, insieme ad altri casi simili, solleva interrogativi profondi sulle radici culturali che alimentano la violenza contro le donne. Questo ennesimo episodio di violenza inaudita, rimanda alla mente fra gli altri, il caso di Giulia Cecchetin, uccisa da Filippo per non aver accettato di essere lasciato e per essere andata avanti nella sua carriera e formazione sottolineando la necessità di combattere le mentalità arretrate che ostacolano l'emancipazione femminile. La violenza di genere è un problema complesso che richiede un impegno costante da parte di tutta la società per essere contrastato efficacemente.

La strumentalizzazione dei figli in contesti di violenza domestica rappresenta un'altra questione seria che evidenzia la complessità delle dinamiche familiari coinvolte in situazioni di abuso e controllo. La lotta contro la violenza di genere richiede un impegno collettivo per promuovere una cultura basata sull'uguaglianza, sul rispetto reciproco e sulla valorizzazione del contributo delle donne nella società. Il caso di Anna Sviridenko, insieme a quello di Giulia Cecchetin e di tutte le vittime di femminicidio, ci ricorda che c'è ancora molto lavoro da fare per creare un mondo in cui le donne possano vivere libere da violenza e discriminazioni. Ognuno di noi ha un ruolo da svolgere nella costruzione di una società più equa ed inclusiva per tutti.

*Avvocato e criminologo