Cronache
Fadil, sentito direttore Humanitas. Pm: "Alta presenza di cadmio e antimonio"
Un nuovo test svela retroscena sulla morte di Imane Fadil, il referto: «livelli di radioattività pari a quelli di chi ha lavorato per 30 anni in una fonderia»
Fadil: Greco, elevata presenza cadmio e antimonio
Nel corpo di Imane Fadil e' stata riscontrata una "elevata presenza di cadmio e antimonio". Lo ha detto il pm Francesco Greco oggi in conferenza stampa. Stando a quanto riferito dal procuratore, la presenza di antimonio nel sangue 'lavato' ha dato un riscontro di 3 mentre il range e' da 0,02 a 0,22 e il cadmio urinario di 7 a fronte di una 'forchetta' di normalita' tra 0,1 e 0,9. Anche il cromo e' presente in maniera massiccia. "Non so cosa vogliano dire questi dati, ma non e' vero, come riportato da alcuni media, che le tracce di questi metalli sono basse", ha precisato Greco. Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano ha parlato di "presenza pesantemente positiva" di questi metalli, mentre il rilievo sul cobalto non fornisce un riscontro fuori dai parametri considerati normali. Negli esami fatti su Imane Fadil sono stati riscontrati anche "valori molto superiori di cromo e molibdeno". Invece i valori di cobalto erano "bassi, non significativi". "Gli esami - ha spiegato Greco - sono stati fatti in parte sul sangue che e' stato lavato due volte nel corso della degenza e sulle urine". Nella morte di Imane Fadil "non e' esclusa anche la causa naturale, anche se tutti gli accertamenti svolti all'Humanitas non hanno riscontrato patologie".
Fadil: pm, intervento nucleo radiologico VV.FF. per autopsia
Gli accertamenti sulla salma di Imane Fadil, la testimone del processo Ruby morta in circostanze misteriose, saranno effettuati anche con l'ausilio di speciali attrezzature messe a disposizione dal Nucleo radiologico e batteriologico dei Vigili del Fuoco. Lo ha detto il procuratore di Milano, Francesco Greco, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e i pm Luca Gaglio e Antonia Pavan, tutti impegnati nell'indagine. "Non conoscendo le cause del decesso - ha detto Greco - nulla si puo' escludere. Per questo, d'accordo con i legali, si e' deciso di procedere con cautela ed e' necessario procedere con particolari attrezzature tecniche che abbiamo recuperato anche con l'intervento dei vigili del fuoco specializzati in questo tipo di interventi. Si procedera' quindi prima all'estrazione dei campioni e poi alla normale autopsia".
Morte Imane, sentito direttore Humanitas
I pm di Milano che indagano sulla morte di Imane Fadil, testimone chiave dei processi Ruby, hanno ascoltato come persona informata dei fatti il direttore sanitario dell'Humanitas, dove la 34enne di origine marocchina è morta, forse per avvelenamento, dopo circa un mese di agonia. L'audizione si è tenuta nell'ufficio del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano che coordina le indagini per omicidio volontario. L’uomo è solo uno dei vari testimoni ascoltati in questi giorni dai magistrati titolari del fascicolo per far luce sulla morte delle accusatrici di Silvio Berlusconi nell'inchiesta sul ‘Bunga bunga’. Il direttore sanitario dell'Humanitas Michele Lagioia ha risposto alle domande dei pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, titolari oltre che dell'inchiesta sulla morte di Fadil anche dei processi Ruby.
Imane Fadil morta: il corpo della modella resta off limits anche per i parenti. Trovate tracce di radioattività
Da un test eseguito sulla salma di Imane Fadil su ordine della Procura in un altro laboratorio che non fosse il Centro Antiveleni di Pavia, ove erano state effettuate le prime analisi per constatare o meno la presenza nel sangue di Imane Fadil di 50 metalli, sono emersi retroscena sulla morte della "olgettina pentita".
Come raccontato dal Corriere della Sera emergono infatti, a seguito degli esami sulla radioattività svoltisi a Milano e che il Centro Antiveleni di Pavia non effettua, tracce di radioattività.
Secondo le dichiarazione di un investigatore sono presenti nel corpo della giovane donna «livelli di radioattività pari a quelli di chi ha lavorato per 30 anni in una fonderia».
Il pubblico ministero ha ordinato all'obitorio milanese che ha in custodia il corpo di non mostrare neppure a parenti e amici il corpo di Imane Fadil, la 34enne modella di origine marocchina e teste chiave nel processo Ruby morta il primo marzo per un possibile avvelenamento. "Non farla vedere a nessuno", è la scritta che si legge sul fascicolo dell'obitorio, apposta da un funzionario del Comune. La disposizione dell'autorita' giudiziaria e' stata confermata da un addetto della struttura.