Cronache
Immigrazione, rapporto Caritas-Migrantes: calano i musulmani, 2 mln vaccinati
Le due associazioni hanno presentato oggi a Roma l'ultimo report sulla situazione dei migranti in Italia
Immigrazione, rapporto Caritas-Migrantes: "Sempre più morti sul lavoro (+27%), un terzo per Covid-19"
Le morti sul lavoro continuano ad essere una piaga da debellare tra i migranti così come tra gli italiani. Anche il Covid ha fatto la sua parte. Quanto dunque agli infortuni collegati al Covid, dall'inizio della pandemia al 31 marzo 2021, l'Inail riporta 165.528 denunce. Il 69,3% dei contagi ha interessato le donne, il 30,7% gli uomini. La componente femminile supera quella maschile in tutte le regioni ad eccezione di Sicilia, Campania e Calabria. L'età media dall'inizio dell'epidemia è di 46 anni per entrambi i sessi. Nel dettaglio , i lavoratori contagiati provengono soprattutto da Romania (21,0%), Perù (13%), Albania (8,1%), Moldavia (4,5%) ed Ecuador (4,2%). "E lecito desumere molte situazioni abbiano riguardato donne impiegate nei servizi domestici e di cura alla persona contagiatesi all'interno dei nuclei familiari datoriali", registra il Rapporto degli organismi della Cei.
Se gli infortuni sono complessivamente diminuiti, le morti sul lavoro sono invece aumentate: +27,6% dall'anno precedente (da 1.205 a 1.538) ed oltre un terzo dei suddetti decessi, rileva l'Inail nella Relazione annuale del Presidente (luglio 2021), sono stati causati dal Covid- 19. Dei 1.538 esiti mortali, 224 hanno riguardato cittadini stranieri (14,6%) e, in particolare (70% dei casi), cittadini extracomunitari. Nella triste classifica c'è poi un positivo dato in controtendenza: la costante crescita del numero degli imprenditori nati all'estero, che pur nell'anno della pandemia sono cresciuti del +2,3% a fronte della sostanziale stasi degli italiani (-0,02%). Per quanto riguarda i Paesi d'origine, nel 2020 la Cina si conferma il primo Paese (75.906), in lievissima crescita rispetto all'anno precedente (+0,5%). Anche Romania e Marocco contano più di 70 mila imprenditori. Sommate assieme, queste tre nazionalità arrivano a quasi il 30% di tutti gli imprenditori nati all'estero. Gli aumenti più significativi sono stati registrati dalle nazionalità dell'Est Europa, in particolare Romania, Albania, Moldavia e Ucraina; seguite da Nigeria e Pakistan. Rallenta invece la crescita di imprese con titolari indiani e dal Bangladesh, protagoniste di un grande picco di crescita nell'ultimo decennio.
Immigrazione, rapporto Caritas-Migrantes: "2 milioni di stranieri vaccinati fino a giugno 2021"
Il Rapporto Caritas-Migrantes 2021 ha preso in esame anche la situazione relativa alla tutela della salute dei cittadini stranieri durante la pandemia. Quanti dunque gli stranieri vaccinati contro il Covid? Nella programmazione delle vaccinazioni (Piano Strategico del 12 dicembre 2020 e le raccomandazioni ad interim di febbraio e marzo 2021) gli immigrati, in particolare quelli presenti nelle strutture d'accoglienza collettive, non sono stati previsti, se non teoricamente quelli vulnerabili nella salute (anziani o persone con patologie croniche). La mancanza di tessera sanitaria ha inoltre escluso interi gruppi di popolazione (italiana e straniera) dalla possibilità di prenotarsi nei portali regionali anche quando per età sarebbe stato possibile.
In assenza di indicazioni puntuali, le Regioni e le Province autonome si sono attivate non in modo omogeneo e coordinato e questo ha prodotto, ancora una volta, un ritardo "strutturale" a scapito della popolazione immigrata, anche nel caso specifico nella copertura vaccinale. "Utilizzando i dati dell'Anagrafe Vaccinale Nazionale aggiornati al 27 giugno 2021 (dove è riportato il Paese di nascita e non la cittadinanza) - si legge nel Rapporto- si può riscontrare infatti una minore copertura vaccinale tra le persone nate all'estero rispetto a quelle nate in Italia (50% contro 60%). Tale diseguaglianza è ancor più marcata negli adolescenti e nei giovani adulti (12-29 anni di età), tra i quali la copertura è del 15% nei nati all'estero e del 28% nei nati in Italia, e permane nella fascia di età 30- 49 anni (41% contro 49%).
Fino al 27 giugno 2021 sono state complessivamente vaccinate circa 2.131.000 persone nate all'estero in possesso di tessera sanitaria, e sono appena iniziate le vaccinazioni agli Stranieri Temporaneamente Presenti (STP, immigrati senza permesso di soggiorno), che si consolideranno, seppur lentamente, nei prossimi mesi. "Peraltro, - ricorda il Rapporto -in questa "guerra" contro il SARS-CoV-2 val la pena sottolineare come l'Italia può fare affidamento anche su un esercito che conta 22 mila medici, 38 mila infermieri, 5 mila odontoiatri, 5 mila fisioterapisti, 5 mila farmacisti, 1.000 psicologi e 1.500 fra podologi, tecnici di radiologia, biologi, chimici e fisici, tutti di origine straniera, impegnati anch'essi in prima linea. C'è chi ha pagato questa prossimità con la vita: fra gli oltre 350 medici morti durante la pandemia, almeno 18 sono medici stranieri. Molti di più i contagiati e i ricoverati in terapia intensiva".
Immigrazione, rapporto Caritas-Migrantes: "Violenza sulle donne? Nei centri oltre 55% sono migranti"
Caritas e Migrantes lanciano l'allarme violenza sulle donne straniere, abusate sessualmente e sfruttate sul lavoro. "La pandemia ha purtroppo acuito l'esposizione delle vittime di violenza e di sfruttamento, rendendole di fatto più invisibili e meno libere di potersi sottrarre alle aggressioni e ai condizionamenti. Durante il primo lockdown, i dati del numero verde Antiviolenza e stalking riportano una diminuzione dei casi denunciati, riconducibile alla difficoltà per le donne, dovuta anche alla costante presenza del partner in casa, di raggiungere luoghi idonei ad accoglierle e di presentare eventuali denunce/querele". Nel dettaglio, registra il Rapporto, "le donne migranti rappresentano all'incirca la metà delle donne assistite nei centri antiviolenza ed un 55%-60% delle ospiti delle case rifugio. Dispongono di una minore rete sociale, che le rende maggiormente bisognose di ospitalità e di messa in protezione quando sono in fuga dalla violenza.
Le forme di violenza subìte dalle donne straniere sono principalmente fisiche, di grave entità, e si registrano sia nelle relazioni iniziate nel Paese d'origine (68,5%) sia nel contesto di relazioni avviate in Italia (19,4%). Il principale tipo di sfruttamento da esse subito è quello sessuale (77%). Nel 16% dei casi le donne sono state vittime di sfruttamento sia di tipo sessuale che lavorativo. L'1% è stata vittima di matrimonio forzato". Con la pandemia, registra ancora il Rapporto, " è aumentato, da parte dei trafficanti, l'utilizzo di dark web, di social, di app e di chat, con i quali le vittime, sempre più giovani, sono adescate".