Negozi chiusi alla domenica. Di Maio taglia la misura buona di Monti
Si blocca l’economia e si colpisce un modo di vivere
Il Governo Monti ha rappresentato uno tra i più discussi Governi tra gli oltre 70 che il nostro curioso Paese può’ vantare di avare avuto da quando è stata votata la Repubblica.
La legge Fornero sulle pensioni, le tasse sulle imbarcazioni, la finanza mandata nei posti di villeggiatura per scovare evasori, sono state solo alcune delle criticate misure di un Governo nato in un momento economicamente drammatico del nostro Paese. Misure pesanti volute da tecnici che hanno seguito pedissequamente i diktat suicidi dell’Europa a guida tedesca.
Chiusura centri commerciali alla domenica. Una misura impopolare.
L’unica misura che però aveva avuto un’idea di modernità e soprattutto si era riflessa positivamente sull’economia, era stata quella di liberalizzare l’apertura degli esercizi commerciali. Sabato, domenica tutto era sempre aperto. Fino ad oggi.
Negli Stati Uniti, dove il lavoro e l’economia crescono a ritmi importanti, la parola che si conosce su questo versante è ‘deregulation’. Senza se e senza ma.
Ed ora il vicepremier Luigi Di Maio ha deciso di ricominciare a mettere paletti e limiti alle aperture, e proprio quando questa misura ‘non ce la chiede l’Europa’ ma forse interessa solo alla Chiesa Romana.
‘L’orario degli esercizi commerciali non può più essere liberalizzato come fatto dal governo Monti perché sta distruggendo le famiglie italiane», ha spiegato il leader M5S ai suoi follower: «Bisogna ricominciare a disciplinare gli orari di apertura e chiusura». Non sembra proprio che le famiglie italiane , ma non solo quelle, siano distrutte da queste liberalizzazioni, ma forse Di Maio ha altre informazioni.
Chiusura centri commerciali alla domenica. Si cancella un 'modus vivendi'.
Aldilà dell’indiscusso problema economico ( i centri commerciali guadagnano quando sono aperti e non se rimangono chiusi), chiuderli significa costringere la gente a cambiare un ‘modus vivendi’, ormai entrato nelle buone abitudini.
Quante famiglie alla domenica scelgono, invece della gita fuori porta, la gita al centro commerciale più vicino o magari si dirigono verso quello un po’ più lontano.
I grandi curiosano nei negozi facendo un po’ di shopping, i più piccoli si divertono nei centri giochi dedicati appositamente a loro, e i giovani hanno l’occasione di portarci la ragazza o il ragazzo, o fanno amicizia, in una mezza giornata all’insegna del relax e della massima sicurezza.
Certo perché difficilmente in questi centri ci trovi clandestini che bivaccano o zingari che ti costringono a tenere stretto il portafoglio.
E poi a mezzogiorno un hamburger, una pizza o qualcosa di più per festeggiare un regalo , un vestito nuovo o qualsiasi cosa che ci ha fatto sorridere. Insomma una semplice domenica italiana dove ci si diverte, si spende qualcosa, si fa girare l’economia.
Chiusura centri commerciali alla domenica. L'economia soffre.
Senza contare le migliaia di posti di lavoro, a tempo determinato e pure a tempo indeterminato che su queste domeniche di aperture ci fanno qualche guadagno di straordinari o qualche centinaia di euro se sono studenti part time.
Certo nessuno vieta di passare la domenica al parco, o al museo o al cinema ma perché allora si deve vietare, in un paese dove viene regolamentata e tassata pure l’ombra degli esercizi commerciali, l’apertura dei grandi centri?
Ma qualcuno, tra i saggi grillini, ha chiesto un referendum per capire quanto un provvedimento del genere sia veramente voluto dagli italiani?
Forse in questo caso il Vaffa Day lo organizzerebbero proprio gli italiani.
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