Cronache
Preti pedofili, l'Onu all'Italia: "Concordato con la Chiesa da rifare"

Preti pedofili, Onu: "L'Italia deve rifare il concordato con la Chiesa". Certificati 700 casi di abuso su minori.
"Io temo i cattolici che si credono perfetti", diceva Papa Francesco lo scorso 29 gennaio durante il suo rientro da Panama. Ed effettivamente, sua santità fa bene a temere l’assoluta perfezione clericale tra i discepoli scelti dal Signore. Stando al rapporto delle Nazioni Unite, infatti, negli ultimi 15 anni in Italia si sono verificati 700 casi certificati con nomi e cognomi di abusi su minori da parte delle autorità religiose. Proprio per questi scandalosi e continui dati, ma soprattutto per il basso numero di indagini, azioni penali e interventi, l’ONU ha chiesto di indire una “commissione d’inchiesta indipendente e imparziale per esaminare tutti i casi di abuso sessuale di bambini da parte di personale religioso della Chiesa Cattolica”.
Nuove regole e nuovi organismi è ciò che hanno suggerito da Ginevra, durante un convegno mondiale sugli abusi del clero al quale era presente Francesco Zanardi, presidente di Rete l’Abuso, ospitato a raccontare l’ultima scandalosa vicenda di abuso sessuale che, nel dicembre 2011, aveva visto l’ex parroco di Rozzano Don Mauro Galli abusare di un giovane 15enne. Proprio tale caso, chiusosi con la condanna a 6 anni e 4 mesi ai danni dell’autorità parrocchiale, sarebbe giunto fino alle Nazioni Unite per la poca tempestività e severità adottata dai pubblici uffici.
Ora, nuove regole e nuovi organismi è ciò che suggeriscono da Ginevra, tra le quali “l’obbligo per tutti, anche per il personale religioso, di segnalare qualsiasi presunta violenza sui minori alle autorità competenti”. Da qui la la richiesta di modificare il Concordato per la protezione dei minori: “Ora tocca al governo muovere passi determinanti. Lo Stato non può più dire di non sapere perché adesso c’è un documento”, afferma Zanardi.
Il messaggio dell’ONU è chiaro. Serve trasparenza e collaborazione da parte del Vaticano con le autorità civili. La timida voce di Papa Francesco non basta più per segnalare la gravità dei casi di abuso e, soprattutto, non aiuta a prevenirli.