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Cronache
Rigopiano, lista dispersi: è un incubo. "Sotto si sente ancora qualcosa"

La famiglia si prepara a denunciare. Non sarà certamente la sola. Il padre di Stefano Feniello è stato il primo a lanciare pubbliche accuse contro la politica che si dovrebbe vergognare per aver "sequestrato tante persone in un albergo isolato" portandole a morte certa. "Se al posto di mio figlio ci fosse stata la figlia di qualche ministro sarebbe andata nello stesso modo?" . È triste la scena di papà Feniello che arringa alla folla dei parenti e dei giornalisti prima di essere allontanato dalle forze dell'ordine. E sì, queste sono le regole ma una mano sulla spalla, uno sguardo tenero e solidale, due parole per dirgli "hai ragione ad essere arrabbiato, c'è tuo figlio là sotto", al padre di Stefano -credetemi- avrebbero fatto bene.Voleva solo una carezza, il conforto di una comunità che invece non riesce a compattarsi a volte neppure nella tragedia. 

L'albergo andava evacuato

La Caporetto della Prefettura di Pescara è tutta in quella mail inviata da Bruno di Tommaso amministratore unico del Rigopiano che chiedeva aiuto molte ore prima della slavina mortale. Già alle 11 di mercoledì 18 doveva arrivare uno spazzaneve che non si è mai visto. Oggi il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta confida che non ha mai avuto modo di avere neanche il bollettino sull'allerta valanghe, solo la Protezione civile che avvisava di forti nevicate in arrivo. Altre grane stamattina per il prefetto Francesco Provolo che a quanto pare avrebbe dato poco conto allo stesso Sos lanciato dall'albergo. "Noi clienti eravamo terrorizzati" racconta Francesca la ventiquattrenne che è scampata alla morte partendo la sera del 17 "e i gestori facevano di tutto per rendere migliore l'atmosfera. Ci hanno offerto di restare con una tariffa scontata, li sentivo dire al telefono a chi chiedeva conferma delle condizioni metereologiche, che non c'era problema. Salite su anche con i bambini vi aspettiamo,dicevano".

L'albergo, se ne discute adesso dopo la tragedia, andava evacuato. Ma in molti hanno sottovalutato il rischio, forse non si capisce mai quando le cose si mettono male. "I segnali c'erano" prosegue Francesca "l'atmosfera era strana. Eravamo in piscina ed è saltata 3 volte la luce. La neve che circondava l'albergo era irreale mai vista così abbondante. Ho deciso di ripartire il 17 pomeriggio subito dopo che è arrivato lo spazzaneve (sarebbe stata l'ultima volta prima della tragica slavina, ndr) ed ho fatto bene. Mi ricordo che scendendo a Valle ho incrociato una macchina con bambini. Ho pensato,sono pazzi". Ma la notte costava 140 euro un prezzo scontatissimo per chi non può permettersi altro e l'occasione -visto che il pagamento con le super offerte viene effettuato al momento della prenotazione non andava persa. Si sarebbero buttati via per niente anche i soldi. Quella famiglia oggi non esiste più. Si è salvato solo il figlio. I genitori che volevano regalare al bambino un piccolo sogno da 140 euro sono sepolti là sotto fra neve cemento e dolore.   

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