Roma, la spiaggia sul Tevere della Raggi aperta grazie a un accordo con i rom
Raggi Beach "controllata" da un capo rom di nome Zorro che garantisce la "sicurezza" dell'arenile inaugurato sotto Ponte Marconi
La "Raggi Beach", la così soprannominata spiaggia sulla sponda del Tevere inaugurata qualche giorno fa sotto Ponte Marconi, sarebbe stata aperta grazie a un accordo con un capo rom di nome Zorro.
No, non è la trama del sequel di Lo chiamavano Jeeg Robot né un reboot della saga "der Monnezza". Lo racconta invece Camilla Mozzetti sul Messaggero, ricostruendo la storia segreta dell'arenile tiberino, aperto grazie a un negoziato con un capo rom, "ras" di un campo nomadi abusivo dei dintorni che garantisce la "sicurezza" della spiaggia attiva da pochi giorni.
E la fonte da cui il quotidiano romano lo apprende è autorevole, ovvero l'architetto paesaggista Simonetta De Ambris, una delle responsabili del progetto. "Ci siamo raccomandati a Zorro" replica la De Ambris, illustrando che Zorro è "capo di un gruppo di rom che da anni vivono accampati a pochi passi dallo stabilimento, in vicolo Savini, messosi a disposizione del Comune di Roma per proteggere la spiaggia".
Il Messaggero prosegue: "Domenica mattina, secondo giorno di apertura dello stabilimento; al Tiberis ci sono una trentina di persone pronte a trascorrere la giornata sulla riva del Tevere e al fianco dell’unica fontanella disponibile, si radunano curiosi in costume da bagno e bikini che chiedono ai responsabili del progetto [la De Ambris appunto e Silvano Simoni responsabile dell’ufficio Tevere per il Campidoglio] informazioni sulla sicurezza dello stabilimento". In altri termini, nella zona sorge un accampamento di rom e nasce il timore che qualcuno possa riprendere possesso dell’area".
E a quel punto, come in tutte le tragicommedie che si rispettino, spunta il deus ex machina. Zorro, per l'appunto. "Un rom, diciamo particolare" spiega sempre la De Ambris, presentatosi durante i lavori come il capo del "campeggio" limitrofo, alias l'insediamento abusivo sostituito oggi dai venti ombrelloni e dai quaranta lettini prendisole. In altri termini, fino a poco tempo fa, Zorro affittava illegalmente le capanne di tale insediamento.
"Zorro si era avvicinato per vedere cosa facevamo nella sua area" continua il racconto la dirigente, confessando candidamente che la zona è controllata proprio dallo stesso Zorro.
Il rom chiamato con il nome dell'eroe mascherato, abita nelle casette comunali un tempo proprietà dei giardinieri poi occupate vent'anni or sono. Intervistato dal Messaggero, Zorro, al secolo C.Z., in passato denunciato per ricettazione, ha ribadito al quotidiano di aver intimato a molti dei suoi che a Raggi Beach "non deve succedere nulla", "che non devono occupare l’area della spiaggia".
E non solo: Zorro ha garantito anche ai responsabili dell'arenile "che l’area sarà mantenuta libera dai rom perché li controlla lui". Ha parlato con tutti, perfino con i bulgari (?), ribadisce orgoglioso. "E poi con tutte le altre persone che vivono qui: abbiamo anche fatto una riunione. Diamo una mano ma in cambio ancora non mi hanno fatto sapere nulla". La stessa responsabile De Ambris ha dichiarato che l'uomo "non ha chiesto soldi".
Insomma, la sicurezza (e la stessa sopravvivenza) di Raggi Beach è affidata non alla polizia municipale, non alle forze dell'ordine capitoline, bensì alla benevolenza di un capo rom dal nome di un eroe mascherato. Già, per l'appunto, non è un film. E' la Roma di Virginia Raggi.
Nasce spontaneo, in tutto questo, un interrogativo: cosa ne penserà l'alleato al governo del m5s, ovvero quel Matteo Salvini che ha fatto della guerra ai rom uno dei suoi cavalli di battaglia?