Cronache

Ruby bis, Emilio Fede ad Affari: "I giudici mi hanno restituito la vita"

di Lorenzo Lamperti
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Emilio Fede affida ad Affaritaliani.it la sua reazione all'annullamento con rinvio della sua condanna nel processo Ruby bis. "In molti erano pessimisti, altri erano ottimisti su come sarebbe finita. Alla fine per fortuna la sentenza è stata quella che speravo, l'ho accolta come una liberazione", dichiara l'ex direttore di Tg1 e Tg4. "Prendo questa decisione della Cassazione come un risarcimento nei confronti miei e della mia famiglia, ma anche come un punto di merito per la giustizia italiana. Non sempre bisogna attendere un giudice a Berlino. La nostra giustizia può ristabilire da sola la verità".

Ora si apre un nuovo processo d'appello. "La strada verso la verità è ancora lunga", ammette Fede. "Ma intanto questa sentenza mi restituisce la dignità e la professionalità. Tra l'altro ho appreso la notizia mentre mi trovavo in treno per andare a presentare il mio libro Se tornassi ad Arcore (edito da Marsilio), ci sono delle strane e positive coincidenze in questa vicenda".

"Sono felice soprattutto per la mia famiglia", ammette Fede. "Per quanto mi riguarda, arrivare alla fine della mia lunga carriera con questa macchia non lo avrei sopportato. Anche perché vedo che la gente mi vuole bene, per strada mi fermano e mi esprimono la loro solidarietà. La sentenza della Cassazione mi ha restituito alla vita dopo anni davvero tristi. Ho subito tantissime conseguenze da questa storia, dal dispiacere personale al licenziamento. Deve ancora venire fuori tutta la verità e tutta la giustizia ma intano quegli anni nessuno me li ridà".

"Sono riuscito ad andare avanti grazie alla mia famiglia e soprattutto a mia moglie", confessa Fede. "Il nostro matrimonio dura da 50 anni e lei mi ha sempre voluto bene, ha superato i titoli dei giornali e mi ha dato il coraggio di andare avanti. Io la vita l'ho sempre amata moltissimo ma in questi anni mi sono ritrovato anche a pensare a cose drammatiche. Ora, per fortuna, mi inizio a risvegliare dall'incubo".

Sul suo rapporto con Silvio Berlusconi, l'ex direttore del Tg4 ammette che "non ci siamo sentiti, non possiamo parlare essendo coimputati in due processi collegati l'uno all'altro (Berlusconi è coinvolto nel proceso Ruby ter, ndr). Ci siamo sentiti in maniera indiretta recentemente quanto basta perché lui mi confermasse che siamo e resteremo per sempre amici. Berlusconi per me rappresenta un passato umano importante, ma voglio ricordare che nel mio passato professionale, oltre ai 24 anni con lui, ci sono anche 27 anni di Rai. Sono stato assunto da Enzo Biagi e sono diventato direttore del Tg1. Sono stato inviato di guerra, ho cresciuto una redazione intera. Ho alle spalle una lunga storia. E ora questa sentenza mi restituisce anche la vita presente".