Cronache
Strage di Piazza della Loggia, ergastolo per Maggi e Tramonte
La seconda sezione della corte di Assise di Appello di Milano ha condannato all'ergastolo l'ex ispettore veneto di Ordine Nuovo Carlo Maria Maggi e l'ex fonte dei servizi segreti Maurizio Tramonte nel processo di appello bis sulla strage di Piazza della Loggia.
I familiari delle vittime della strage di piazza della Loggia presenti nell'aula della Corte di Appello dove Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte sono stati condannati all'ergastolo, hanno accolto in lacrime la sentenza. Il verdetto viene definito "decisivo per la storia del Paese" da Manlio Milani, presidente dell'associazione familiari vittime della stage di piazza della Loggia che quel giorno di quasi 41 anni fa perse la moglie.
Giudice Salvini, premio per procura Brescia - La sentenza del processo d'appello bis sulla strage di piazza della Loggia "e' il premio per un impegno, quello della Procura di Brescia, che non e' mai venuto meno in tanti anni". Lo afferma l'ex giudice istruttore di Milano, Guido Salvini, che per un periodo si occupo' dell' indagine. "Se la Procura di Milano - comtinua Salvini - avesse fatto altrettanto credo che sarebbe stato possibile andare anche per piazza Fontana al di la' di quella responsabilita' storica che comunque le sentenze hanno accertato in modo indiscutibile nei confronti delle stesse cellule di Ordine Nuovo al centro del processo per piazza della Loggia". "Ho comunque la soddisfazione - conclude - dei frutti che ha dato la mia collaborazione come giudice istruttore con la Procura di Brescia, in assenza di un interlocutore a Milano. Infatti, proprio durante un mio accesso al SID di Padova negli anni '90 fu possibile identificare in Maurizio Tramonte, oggi condannato, la fonte Tritone".
Pres. familiari, tempo fermo a quel giorno - "Qual e' stato il primo pensiero quando ho sentito la parola ergastolo? Ho pensato solo: 28 maggio 1974. Per me il tempo si e' fermato quel giorno". Manlio Milani, il presidente dell'Associazione Vittime della strage di piazza della Loggia, ha gli occhi lucidi dopo la lettura della sentenza che condanna all'ergastolo Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte. Quel giorno, era alla manifestazione antifascista in piazza con un gruppo di amici della Cgil scuola quando la bomba esplose e uccise sua moglie, Livia Bottardi. "Una giustizia che arriva dopo 42 anni e' comunque depotenziata - spiega - ma questa e' una sentenza davvero decisiva ed estremamente importante per una riflessione collettiva su quegli anni dal 1968 al 1974". Alla lettura del verdetto erano presenti anche l'avvocato generale dello Stato, Laura Bertole' Viale, a fianco del pg Maria Grazia Ombini che ha sotenuto l'accusa in giudizio, e il presidente della Corte d'Appello Giovanni Canzio.
LE INFINITE TAPPE PROCESSUALI - Dopo 41 anni, oggi la parola fine a quello che e' considerato uno degli attentati piu' gravi degli anni di piombo, la strage di Piazza della Loggia a Brescia.
L'attentato del 28 maggio 1974 provoco' la morte di otto persone e il ferimento di un centinaio in piazza della Loggia, a Brescia. Questa la cronologia dei fatti:
- Alle 10 e 2 del 28 maggio 1974 in Piazza della Loggia a Brescia esplode una bomba nascosta in un cestino dei rifiuti durante una manifestazione antifascista indetta dai sindacati e dal Comitato Antifascista. Muoiono otto persone, si contano un centinaio di feriti.
-2 giugno 1979: I giudici della Corte d'assise di Brescia condannano all'ergastolo Ermanno Buzzi e a dieci anni Angelino Papa, esponenti dell'estrema destra cittadina. Assoluzioni e condanne per reati minori per altri 16 inquisiti.
- dicembre 1981: Buzzi viene ucciso nel supercarcere di Novara, strangolato coi lacci delle scarpe, da altri due detenuti vicini alla destra piu' agguerrita, poco prima che inizi il processo d'appello. I due killer, Mario Tuti e Pierluigi Concutelli, motivano l'omicidio con il fatto che Buzzi fosse un "pederasta" e confidente dei carabinieri, ma forse temevano le sue possibili dichiarazioni nel processo di secondo grado che stava per aprirsi.
- 2 marzo 1982: I giudici della Corte d'assise d'appello di Brescia assolvono tutti gli imputati, Papa compreso, e nelle motivazioni definiscono Buzzi "un cadavere da assolvere".
- 30 novembre 1984: La Cassazione annulla la sentenza di appello e dispone un nuovo processo per Nando Ferrari, Angelino e Raffaele Papa e Marco De Amici. Durante quello stesso anno, Michele Besson e il giudice istruttore Gian Paolo Zorzi avviano una seconda inchiesta sulla base delle rivelazioni di alcuni pentiti, tra i quali Angelo Izzo. Tra gli imputati il neofascista Cesare Ferri, accusato anche dalla testimonianza di un prete, il fotomodello Alessandro Stepanoff e il suo amico Sergio Latini che gli aveva fornito un alibi.
- 20 aprile 1985: La Corte d'assise d'appello di Venezia, davanti alla quale e' stato celebrato il nuovo processo di secondo grado, assolve tutti gli imputati del primo processo bresciano.
- 23 maggio 1987: I giudici di Brescia assolvono per insufficienza di prove Ferri, Latini e Stepanoff. I primi due sono assolti anche dall'accusa dell'omicidio di Buzzi che, secondo i pentiti, avrebbero fatto uccidere perche non parlasse.
- 25 settembre 1987: La Cassazione conferma la sentenza di assoluzione dei giudici della Corte da appello di Venezia. Cala il sipario sulla prima inchiesta sulla strage.
- 10 marzo 1989: La Corte da assise d'appello di Brescia assolve, stavolta con formula piena, Ferri, Stepanoff e Latini.
- 13 novembre 1989: La prima sezione della Corte di Cassazione, presieduta da Corrado Carnevale sancisce in via definitiva le assoluzioni di Ferri, Stepanoff e Latini.
- 23 maggio 1993: Il giudice istruttore Gian Paolo Zorzi, accogliendo la richiesta del pm, proscioglie 'per non aver commesso il fatto' gli ultimi imputati della inchiesta bis. Nella sentenza, Zorzi scrive che l'ordigno esploso in piazza della Loggia non fu "strumento di una strage indiscriminata, di un atto di terrorismo puro... ma di un vero e proprio attacco diretto e frontale all'essenza della democrazia". A ottobre di quell'anno prende il via la terza inchiesta.
- 16 novembre 2010: I giudici della Corte d'assise di Brescia assolvono tutti i cinque imputati (Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Maurizio Tramonte, Francesco Delfino e Pino Rauti con la formula dubitativa dell'articolo 530 comma 2, 'erede' della vecchia insufficienza di prove. Viene revocata la misura cautelare nei confronti dell'ex ordinovista Delfo Zorzi che vive in Giappone e ha cambiato nome.
- 14 aprile 2012: la Corte d'Assise d'Appello conferma l'assoluzione di tutti gli imputati.
- 21 febbraio 2014: la Cassazione ha detto "no" alle assoluzioni di Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, imputati nel processo per la strage di piazza della Loggia, disponendo per i due imputati un nuovo processo d'appello. Confermata, invece, l'assoluzione di Delfo Zorzi.
- 26 maggio 2015: inizia il processo d'appello bis, in cui sono imputati Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte.
- 22 luglio 2015: giorno della sentenza. Ergastolo per Maggi e Tramonte