Culture

Arte/ Passione e patriottismo nelle tele di Francesco Hayez

di Simonetta M. Rodinò

Antonio Canova gli fu maestro e protettore, Giuseppe Mazzini lo considerò "un grande pittore idealista italiano del secolo XIX", Gioachino Rossini gli fu amico per tutta la vita, Stendhal ne ammirò alcuni lavori - le lunette affrescate destinate all'ufficio della Borsa di Venezia, a Palazzo Ducale, mai esposte prima d'ora -, Alessandro Manzoni e Giuseppe Verdi lo frequentarono….
Francesco Hayez fu cantore della bellezza, dell'amore e dei valori risorgimentali.

All'artista nato a Venezia e mancato a Milano 91enne, nel 1882, è dedicata l'ampia e documentata monografia "Hayez", da domani alle Gallerie d'Italia di Milano. L'esposizione, curata da Fernando Mazzocca, segue una successione cronologica attraverso 13 sezioni che ricompongono la sua lunga e prolifica carriera dal 1807 all'anno della morte.

Il percorso ha inizio con la rappresentazione del gruppo della famiglia con il suo primo autoritratto da 16enne.  Il tema dell'autoritratto accompagna il visitatore: una sorta di narrazione della vita spesa in prima linea per l'affermazione degli ideali del Romanticismo. Dagli anni della formazione tra Venezia e Roma, ancora nell'ambito del Neoclassicismo, sino a diventare protagonista del movimento Romantico nella Milano, all'epoca, capitale morale.

Oltre 100 tra tele e affreschi riflettono i mutamenti del clima culturale, storico e sociale di cui Hayez fu interprete sensibile nelle più svariate tematiche: pittura storica e sacra, mitologia, orientalismo, ritratto e nudo femminile, declinato in una grande sensualità.

Nei dipinti storici l'artista dava ai personaggi i volti d'illustri contemporanei e spesso s'inseriva nella scena, a volte come protagonista, a volte come "comparsa".
Per i ritratti riteneva indispensabile entrare in sintonia con il soggetto, così da catturarne l'anima. Famosissima la tela che ritrae Manzoni.

La rassegna offre poi l'occasione di vedere riunite nelle tre versioni "Il bacio": del 1859, del 1861 e del 1867, entrambe in collezione privata. La prima e l'ultima sono le due più celebri. Quella del 1859 fu esposta alla rassegna allestita subito dopo la liberazione di Milano ed entrò poi a Brera e quella del 1867 fu inviata dall'artista all'Esposizione Universale di Parigi dello stesso anno, dove ottenne un trionfo.

L'immaginario contemporaneo, che è soprattutto cinematografico, ci ha abituati a un'iconografica che prima del Bacio non aveva conosciuto una lunga e sicura tradizione.
Fu lo stesso Hayez ad affrontarla tanti anni prima in un dipinto celebre, esposto in mostra, "L'ultimo bacio dato a Giulietta da Romeo", presentato con un certo scandalo, proprio per l'eccessiva verità con cui avrebbe reso l'effusione tra i due amanti shakespeariani, all'esposizione di Brera del 1823.

Hayez uomo? Estroverso e dai modi semplici, ebbe una vita ricca di azione: attivo durante le Cinque Giornate di Milano, insegnante a Brera, consulente del Teatro alla Scala, viaggiò parecchio, ebbe grandi amori, tanti amici e molto e giustificato successo

"Hayez"
Gallerie d'Italia - Piazza della Scala 6  Milano
7 novembre  - 21 febbraio 2016
Orari: chiuso lunedì; dal martedì alla domenica, ore 9.30 - 19.30, giovedì ore 9.30 - 22.30
Biglietto intero 10 euro, ridotto 8 euro, ridottissimo 5 euro.
Informazioni: numero verde 800.167619
info@gallerieditalia.com
www.gallerieditalia.com