Culture

Ken Follett torna in libreria con "Cattiva fede. Bad faith"

Ken Follett , l'autore che ha venduto oltre 150 milioni di copie nel mondo

L’essere nato in una famiglia gallese appartenente a una denominazione protestante particolarmente rigorosa ha segnato in maniera indelebile il rapporto di Ken Follett con la religione. Il giovane Ken iniziò a trasgredire le ferree regole del puritanesimo non appena possibile. Questa la cattiva fede, bad faith, che caratterizza la sua giovinezza e che è stata raccontata in questo libro. Sarà all’università, dopo il confronto con Platone, Cartesio, Marx e Wittgenstein, che si ritroverà infine ateo, anzi, ateo arrabbiato. Ma qualcosa ultimamente è cambiato…

L'AUTORE - Ken Follett è uno dei più famosi giallisti britannici della storia. Nato a Cardiff (Galles) nel 1949, scrivere romanzi è per lui inizialmente un hobby, finché nel 1978 La cruna dell'ago lo rende celebre in tutto il mondo. Non ha mai fatto mistero della sua avversità per il cristianesimo. Nel 2010 fu firmatario, assieme ad altre 54 figure pubbliche, della lettera aperta al The Guardian contro la visita di stato di Benedetto XVI nel Regno Unito. https://ken-follett.com

bad faith
 

 

Prefazione (A. Zaccuri).

Ken Follett

"Cattiva fede. Bad Faith"

Ed. Dehoniane

 

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Da bambino non avevo il permesso di andare al cinema. Ce n’era uno in Cowbridge Road, a Cardiff, non lontano da casa mia, e quasi tutti i ragazzi che conoscevo ci passavano la domenica mattina a guardare film senza pretese, serie con i cowboy e i razzi spaziali, Robin Hood e il cane Lassie. Oggi sono colpito da un lampo d’immedesimazione quando, in Proust, leggo del giovane narratore che scruta con desiderio i manifesti teatrali esposti sulle colonnine pubblicitarie di Parigi. In compenso frequentavo la biblioteca pubblica, che stava nella stessa strada del cinema, un centinaio di metri più in là.

È probabile che in questo modo abbia imparato molto di più rispetto ai miei amici che andavano al cinema, ma era un fatto che all’epoca non apprezzavo troppo. Il divieto, al contrario, mi lasciava indignato. Nel nostro ambiente, ci chiamavamo la Congregazione oppure, a volte, la Chiesa di Dio, ma il mondo ci conosceva come i Plymouth Brethren, i Fratelli di Plymouth. Il movimento si era separato dalla Chiesa d’Inghilterra nel XIX secolo. Gruppi di questo genere hanno la stessa natura fissile dei trotzkisti e le divisioni, di conseguenza, si erano susseguite alle divisioni. Ero nato nei Confratelli della Verità Necessaria, che prendevano nome dalla nostra rivista, Needed Truth, «La Verita Necessaria». «Verità» è una parola importante nelle sette protestanti. Il loro testo di riferimento è Il viaggio del pellegrino di John Bunyan, un’allegoria che ha tra i suoi eroi un personaggio di nome Prode-pelvero.

Il dovere dei credenti non consiste soltanto nella ricerca della verità, ma nella sua proclamazione, da compiere con coraggio anche – o specialmente – come atto di sfida verso ogni fallace pretesa di ortodossia. «Protestantesimo» è un termine che va preso alla lettera, perché contraddistingue pur sempre un movimento di protesta. Mio padre e suo fratello avevano sposato due ragazze che erano cugine tra loro, così da congiungere tre famiglie già abbastanza ampie. Quasi tutti i membri del clan che ne risultava appartenevano alla Congregazione, compresi i miei quattro nonni. Erano proibite le nozze con persone che venivano dall’esterno.