Oltre 170 mila presenze nel 2108 al Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa.
Qui, sulla riva del mare tra Portici e San Giorgio a Cremano, nacque la prima strada ferrata italiana voluta da Ferdinando II. Il ruolo della Fondazione Fs
Record di presenze al Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa che registra, per l’anno appena concluso, oltre 170mila di visitatori provenienti da tutto il mondo, incrementando di oltre il 50% il numero raggiunto nell’anno precedente.
Un risultato incoraggiante ottenuto grazie alla dedizione del personale di Fondazione Fs Italiane quotidianamente impegnato nelle attività di gestione e riqualificazione del polo museale. Concerti, mostre, eventi culturali e fieristici, convegni, spettacoli per grandi e bambini sono alcune delle iniziative che hanno contribuito a confermarne il potere attrattivo. Un lavoro che premia gli sforzi volti a trasformare il Museo da semplice sito espositivo a punto di riferimento per il territorio, in grado di concentrare, promuovere e rilanciare a livello nazionale e internazionale le eccellenze non solo della Campania, ma dell’intero Paese.
Il grande successo è legato, senza alcun dubbio, anche alle dimensioni del sito -36mila metri quadrati, di cui 14mila coperti- e alla sua particolare collocazione geografica. Affacciato come una enorme terrazza sul golfo di Napoli, con gli ampi padiglioni distribuiti lungo i viali adornati da giardini che raccolgono esemplari di vegetazione proveniente dai cinque continenti, il Museo offre spazi che possono essere utilizzati per convegni, mostre, spettacoli teatrali, concerti, eventi mondani.
La storia.
E’ nata in questo luogo il 3 ottobre 1839 la prima strada ferrata italiana, durante il Regno delle due Sicilie di Ferdinando II, il giorno prima del suo onomastico. Lunga 7.411 metri, congiungeva Napoli a Portici sulla stessa direttrice della linea Napoli-Salerno, che oggi costeggia l’area del Museo. Il tragitto fu percorso in 11 minuti da due convogli gemelli, Bayard e Vesuvio, progettati dall’ingegnere Armand Bayard de la Vingtrie, su prototipo dell’inglese George Stephenson. Duecentocinquanta i viaggiatori nel viaggio inaugurale, nove ponti attraversati (quattro sui fiumi), ventiquattro i passaggi al di sotto della strada ferrata.
L’anno dopo veniva emanato il decreto reale per l’acquisto di una prima parte del terreno su cui sarebbe sorto il complesso di Pietrarsa, in una località tra San Giorgio a Cremano e Portici, in cui in epoca napoleonica era di stanza una batteria da costa, a difesa della rada di Napoli. L’obiettivo di Ferdinando II era ambizioso: affrancare il suo regno dalla supremazia tecnologica di Inghilterra e Francia. Nel 1842 veniva costruito il primo edificio del complesso. L’anno successivo un rescritto reale destinava l’officina, inizialmente vocata alla produzione di materiale meccanico e pirotecnico per le necessità della marina e della guerra, alla costruzione e alla riparazione di locomotive e vagoni ferroviari. Completamente restaurato grazie al contributo del Gruppo Fs, il Museo di Pietrarsa è oggi uno dei maggiori spazi espositivi al mondo e polo di cultura ferroviaria tra i più importanti d’Europa. In otto padiglioni trovano posto oggi treni, locomotive, modelli plastici, macchinari e oggetti d’interesse storico: dalla riproduzione della Bayard, il suo tender, un bagagliaio, una carrozza di prima classe e due di terza, alla carrozza reale costruita per le nozze di Umberto di Savoia con Maria Josè del Belgio, alle littorine, ai primi locomotori a corrente alternata trifase e continua.
Nei piani della Fondazione Fs, continuare l’opera di valorizzazione del patrimonio ferroviario. Per il 2019 sono già programmati allestimenti tecnologici e innovativi, tra cui un simulatore di guida di treni a bordo di un convoglio d’epoca, e nuovi servizi di accoglienza per rendere le visite un’esperienza indimenticabile.
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