Culture
Tutti pazzi per Tangentopoli. 1992 fa il botto e supera Gomorra
Non è la Rai, la corsa per diventare soubrette, gli spot della Lega di Bossi. Le case con moquette e tappezzeria, le redazioni dei giornali piene di fumo e la Milano del "vecchio" Pirellone. "1992" fa "rivivere" questo e molto di più agli spettatori nel raccontare la storia di Mani Pulite. La serie diretta da Giuseppe Gagliardi, nata da un'idea di Stefano Accorsi e sceneggiata da Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo ha fatto il botto: 725 mila spettatori medi. Ieri sera in prima TV su Sky Atlantic HD e in contemporanea su Sky Cinema 1 HD ha superato addirittura l'esordio della serie cult Gomorra (640.000). La media d'ascolto dei due episodi è stata di 670.000 spettatori, con una permanenza record del 93% su Sky On Demand.
L'interesse è testimoniato anche dall'uscita di Lettera a un figlio su Mani Pulite (Garzanti) di Gherardo Colombo, libro in cui viene ricostruito l'intero periodo di Mani Pulite.
La puntata si apre sulla tangente da 37 milioni che il pomeriggio del 17 febbraio 1992 l’ingegner Mario Chiesa, il socialista presidente del milanese Pio Albergo Trivulzio, cerca di far sparire (buttandola nel water) mentre i carabinieri bussano alla porta. Così cominciò il crollo di un sistema durato decenni e raccontato oggi in una fiction che nulla ha da invidiare alle serie tv americane.
Ci sono personaggi realmente esistiti – Antonio Di Pietro, Marcello Dell’Utri, Mario Chiesa, Silvio Berlusconi, Bettino Craxi – e ci sono quelli inventati, di fantasia, che incarnano lo spirito di quegli anni ubriacati dai miti del potere e del successo. Il grande protagonista è Leonardo Notte, interpretato da Stefano Accorsi, spregiudicato pubblicitario di Publitalia. Un personaggio sfuggente, con un oscuro passato, in piena ascesa sociale, capace di tutto pur di rimanere a galla in un sistema marcio che contribuisce a tenere in piedi. “In lui c’è un’ambiguità che non viene mai tradita”, ha detto Accorsi in conferenza stampa. “In 1992 tutti hanno un’evoluzione, il loro presente è condizionato da un vissuto, da un passato importante, che li condiziona. Sono tutte persone che fanno parte del nostro immaginario”.
I critici o i protagonisti dell’epoca hanno già trovato mille difetti: non ha lo stesso ritmo di ‘Gomorra‘, non è altrettanto estrema, l’equilibrio tra fiction e realtà può confondere (ci sono personaggi veri, che fanno cose verosimili insieme ad altri di pura finzione che però assomigliano ad altri che, per discrezione o per evitare problemi legali non si potevano citare), il livello dei dialoghi oscilla, gli esperti della materia hanno già notato mille imperfezioni nel racconto del pool di Mani Pulite e i poliziotti non hanno comportamenti realistici.
Antonio Di Pietro ha commentato in una intervista all'Huffigton Post: “In questa prima serata ho visto troppo poco per dare un giudizio sul mio ruolo. Ci sono parecchie storie intrecciate. Certo, chi c’era allora capisce tutto. Chi è il rampante di Publitalia e chi ci sta dentro quelle scarpe… perché di Berlusconi solo le scarpe si vedono. Ma ai giovani di oggi bisognerebbe fargli uno spiegotto”.
Stefano Accorsi risponde alle polemiche: “Abbiamo raccontato un anno particolare. Per la prima volta ci fu un’inchiesta sulla corruzione capace di colpire il mondo della politica e dell'imprenditoria. Non è cambiato molto oggi. Per cambiare una mentalità, una cultura che porta alla corruzione, ci vogliono continuità politica e grande rigore”.
Seguito da record anche su Twitter. L'hashtag #1992LaSerie è entrato inoltre anche nella classifica dei Trending Topic mondiali. La conversazione globale attorno ai primi due episodi è stata di oltre 11.400 tweet di cui più di 10.400 con hashtag #1992LaSerie. Tra i trending topic di Twitter, oltre all'hashtag ufficiale (ancora in classifica questa mattina) sono entrati gli attori Stefano Accorsi, Mirian Leone, Tea Falco e il canale #SkyAtlanticHD.
Il filosofo Alessandro Alfieri commenta con Affaritaliani.it il successo clamoroso e l'importanza di tale successo: "Il rapporto tra storia e serialità televisiva è un tema che meriterebbe un'attenzione particolare e un approfondimento specifico; anche perché c'è una molteplicità di maniere in cui questo rapporto emerge. Dalla dimensione più esplicita dei Borgia e di Spartacus, per dire, dove si tenta di recuperare nel racconto storico ufficiale una dimensione romanzesca, a serie come Gomorra o Romanzo Criminale dove invece si coglie la dimensione storica quasi che le vicende private e apparentemente individuali contenessero in sè la storia con la esse maiuscola".
Quali sono le cause di questo boom di audience? "In fondo si tratta del fascino del sentirsi nel proprio piccolo 'parte della storia', e questo ci viene garantito dalla trasfigurazione narrativa delle serie. Il film non ha la possibilità di coinvolgere a tal punto il fruitore, che resta ancora troppo esterno perchè consuma un prodotto nel giro di una singola 'sessione spettatoriale'; nella serialità invece la continuità dà l'opportunità di cogliere il flusso stesso della storia".
E' il trionfo della realtà sulla fiction? "In 1992 un evento come quello di Mani Pulite, esperito dalla maggior parte di noi e percepito come qualcosa di strettamente legato alla 'cronaca politica', viene assunto a narrazione storica, diciamo persino epica in un certo senso: il reale attraverso la serie si trasforma in qualcosa di avvincente, di narrativo... e in fondo non è proprio questo il movimento che compie ogni autentica narrazione storica?"
E sulle polemiche? "La narrazione storica implica sempre polemiche, perchè narrare implica sempre il tentativo di catturare l'attenzione del fruitore, magari distorcendo alcuni elementi; ma ripeto, questo è proprio della storia ogni volta che si fa narrazione, si distacca dall'esperienza e ritorna a noi potenziata di senso".