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Plutone/ Scoperti i "mattoni della vita"
Molecole di carbonio e azoto, condizioni chimiche adatte alla formazione di forme di vita, e un oceano sotterraneo. Tutto questo sarebbe presente su Plutone, secondo i ricercatori sia del Southwest Research Institute sia dell’Università della California.
Sulla superficie del Pianeta nano esisterebbero insomma i “mattoni della vita”. Le sostanze organiche sarebbero responsabili del rossore di Plutone e dell’anello di corpi ghiacciati noti come Fascia di Kuiper, la regione del Sistema Solare che si estende dall'orbita di Nettuno. Quando i raggi ultravioletti della luce solare interagiscono con questi ghiacci, scindono il metano e il monossido di carbonio, dando origine a dei composti organici complessi.
E sulla luna di Saturno ci sarebbe vita extraterrestre - Fino a pochi anni fa stato considerato una scheggia priva di rilevanza, Encelado, corpo celeste da soli 310 miglia di diametro, è riuscito a catturare l’attenzione di un numero crescente di ricercatori che lo considerano possibile custode di vita aliena. O meglio, lo ritengono il luogo a maggiori probabilità di nascondere un nuovo mondo. Ne parla Robin McKie sul Guardian. “Se avessi miliardi di dollari a disposizione per costruire qualsiasi sonda spaziale non avrei esitazione. Ne realizzerei una per volare a Saturno e raccogliere campioni da Encelado”, ha affermato Charles Cockell, astrobiologo dell’Università di Edinburgo. “Vorrei andare lì piuttosto che su Marte o sulle lune ghiacciate di Giove”, aggiunge immaginando la ricerca di batteri o forme di vita primitive sepolte in profondità.
L’interesse per la presenza di forme di vita su Encelado è relativamente recente. Parte per la precisione dal viaggio della sonda Cassini negli anni 2000, restata in orbita intorno a Saturno per otto anni e che ha dimostrato che sulla piccola luna c’è atmosfera e si verificano eruzioni di geyser, quindi che si trattava di un satellite vulcanicamente attivo. La Cassini rivelò presenza d’acqua nella zona polare sud. Prima di questa sonda, le due Voyager, lanciate negli anni ’80, già identificare la presenza del liquido vitale. Una più recente scoperta ha precisato come quei geyser contengano composti organici complessi, che comprendono propano, etano e acetilene.