Economia
Alitalia/ "Manutenzione, gasolio, leasing: ecco che cos'ha scassato i conti"
L'intervista di Affari ad Antonio Chialastri, comandante dell'ex compagnia di bandiera e autore dell'intervista televisiva "I 10 falsi miti su Alitalia"
Non riceverebbe però l'ok di Bruxelles, che ci sta chiedendo discontinuità rispetto al passato per rendere la compagnia sostenibile e accendere il disco verde alla newco Ita…
“Siamo sicuri che sia questa la richiesta dell’Europa? E’ corretta la richiesta di discontinuità sul marchio Alitalia, che va messo in vendita con un bando. Ma è stato il management a presentare un piano con una flotta dimezzata. A cui poi va di conseguenza allineato il numero degli slot a disposizione del gruppo. La scelta del numero degli aeroplani è conseguente al tipo di strategia che voglio mettere in campo con la compagnia e alle rotte che voglio coprire”.
Qual è la sua opinione sul precedente piano industriale di Lazzerini che si focalizzava invece sul medio-corto raggio?
“I veri business da seguire sono il lungo raggio dove non c’è concorrenza e il cargo in rapida ascesa. Oggi il primo è limitato dal Covid, ma con le vaccinazioni di massa in corso ripartirà presto. Il problema è che poi adeguare una compagnia richiede molto tempo. Aggiungere aerei alla flotta ha dei tempi tecnici lunghi, come anche abilitare i piloti. Non è possibile poi, come veniva previsto, passare progressivamente da 50 veicoli a 80 in un anno. Sono tempistiche non realistiche. In più, il mercato aereo è già occupato dalle altre compagnie”.
Il vicepresidente della Commissione Ue Margrethe Vestager
E, quindi, come va gestito il passaggio da Alitalia a Ita?
"Bisogna rimettere i conti in sesto rinegoziando i vecchi contratti di fornitura, affidare la compagnia a dei manager competenti, perché sette commissari in quattro anni non sono stati in grado di rilanciarla. E' necessario poi ripartire con tutta la flotta e i dipendenti e focalizzarsi sul lungo raggio. E' il percorso più veloce e meno traumatico dal punto di vista dell’impatto occupazionale e compatibile con le regole europee”.
Nella gestione degli aiuti di Stato e dell'uscita di Alitalia dall'amministrazione straordinaria, i sindacati hanno criticato l’Europa perché, hanno denunciato le sigle, ha riservato un trattamento differente a Lufthansa e ad AirFrance. E’ d’accordo?
“No, l’Alitalia aveva già ricevuto gli aiuti di Stato. In più, Air France ha ricevuto i prestiti, mettendo anche a garanzia la propria flotta di aeroplani. C'è un però".
Quale?
"In futuro, la compagnia francese dovrà restituire oltre 11 miliardi di prestiti. Il che significa che nei prossimi 25 anni non farà utili, perché tutti i profitti serviranno per pagare il debito. Non credo sia verosimile”.
E quindi?
“Verrà trovato un escamotage, in cui il debito verrà probabilmente trasformato in equity nel portafoglio del socio pubblico. Soluzione che comunque rappresenta un aiuto di Stato”.
@andreadeugeni