Economia

Atlantia, Edizione plaude alla scelta dell'asta su Aspi. Ma titolo ko in Borsa

Il gruppo infrastrutturale dei Benetton è pronto a vendere tutta Aspi al miglior offerente, come alternativa all'aumento di capitale riservato a Cdp

Seduta pesante per Atlantia a Piazza Affari, dove il titolo della società è arrivato a perdere il 4,2% per poi chiudere a -0,3. A pesare sul gruppo infrastrutturale controllato da Edizione Holding dei Benetton, oltre ai conti diffusi ieri sera, con un rosso al 30 giugno di oltre 750 milioni, è soprattutto la nuova tensione con il governo e con Cassa depositi e prestiti sul futuro di Autostrade per l’Italia. Viste le difficoltà nelle trattative con il gruppo di Via Goito, Atlantia intende valutare altre soluzioni per scendere in Aspi, compresa la cessione della sua quota dell'88% con un'asta internazionale, in modo da salvaguardare anche gli interessi degli altri azionisti.

A influenzare negativamente la quotazione anche i dubbi degli analisti, come quelli di Equita, secondo cui "permangono rischi di liquidità in Atlantia e in Aspi”. In un comunicato diffuso per sera, Atlantia ha fatto sapere che continuerà a trattare con Cdp, ma il board ha votato due proposte alternative: scissione o vendita dell’asset.

Secondo quanto ha riportato il Sole 24 Ore, che ha citato alcune fonti vicine ad Atlantia, le condizioni messe sul piatto dalla Cassa, non erano sostenibili. E così la holding delle infrastrutture ha deciso di cambiare strada: uscirà dal capitale di Autostrade per l’Italia, come previsto dall’accordo siglato il 14 luglio scorso con Palazzo Chigi, ma non lo farà tramite una trattativa diretta con Cassa ma attraverso vendita o scissione dell’asset.

“La vendita tramite un processo competitivo internazionale - gestito da advisor indipendenti - dell’intera quota dell’88% detenuta" nell’asset, al quale in ogni caso "potrà partecipare Cdp congiuntamente ad altri investitori istituzionali di suo gradimento, come già ipotizzato nella lettera"; o "la scissione parziale e proporzionale di una quota fino all’88% di Autostrade per l’Italia mediante creazione di un veicolo beneficiario da quotare in borsa, creando quindi una public company contendibile”, scrive la nota di Atlantia che ha convocato isul tema un consiglio di amministrazione per il prossimo 3 settembre.

Secondo quanto ricostruito in ambienti vicini alla holding, scrive ancora il Sole, ciò che ha fatto saltare una trattativa che sembrava di fatto ben incanalata, è stata la richiesta da parte di Cdp di una manleva per un periodo di quattro anni rispetto a qualsiasi incidente si sarebbe potuto verificare sulla rete. Condizione che per Atlantia non è prevista nei rapporti concessori. Stamane Edizione, con una nota, ha fatto sapere di "condividere le operazioni proposte" dalla controllata e ha comunicato che venderà a condizioni di mercato la quota in Autostrade per l'Italia entro 18 mesi dall'eventuale efficacia della scissione e quotazione in Borsa.