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Economia
Capitali coraggiosi, l'ottimismo di Giorgetti su Ita, Tim e Mps
Giancarlo Giorgetti

Ita, Mps, Tim: è il tempo dei capitali coraggiosi

Per l'Italia è giunto il momento dei capitali coraggiosi? È la domanda che si pone Il Foglio. Giancarlo Giorgetti è ottimista ma anche preoccupato. È fiducioso riguardo alla possibilità che l'Italia sia fedele alle promesse fatte in questi giorni ai mercati, ottenendo nel 2024 una crescita superiore alle previsioni del Fondo Monetario Internazionale e della Commissione Europea. Tuttavia, nutre preoccupazioni riguardo a tutte le incertezze che affronta il nostro paese. Incertezze interne, legate alle richieste esorbitanti che i partiti hanno presentato al Ministro dell'Economia in merito alla manovra. Incertezze esterne, legate a questioni cruciali su cui il governo sarà messo alla prova nei prossimi giorni, seguendo gli impegni che Giorgetti ha assunto con alcuni funzionari delle agenzie di valutazione che ha incontrato di recente, dichiarando: "Questo governo realizzerà ciò che i nostri predecessori non sono stati in grado di fare." Il riferimento di Giorgetti non riguarda tanto la crescita, le cui previsioni sono ottimistiche per il 2024, ma si riferisce a tre parole composte da tre lettere, che consentiranno ai mercati di valutare il grado di affidabilità e credibilità del governo: Ita, Tim, Mps.

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Su Ita, Giorgetti è irritato. Il governo è determinato a portare a termine l'operazione di vendita di Ita a Lufthansa a tutti i costi. Tuttavia, secondo il Ministro, la Commissaria Europea per la Concorrenza, Margrethe Vestager, sta agendo in modo sospetto nei confronti dell'Italia, sollevando questioni insignificanti riguardo all'accordo tra le due compagnie aeree. È chiaro, secondo il Ministro, che la concorrenza si gioca a livello globale oggi, non solo tra le compagnie aeree europee. Giorgetti spera che la lentezza con cui Vestager sta valutando l'operazione, con 700 pagine di domande inviate all'Italia e quattro mesi di attesa, non sia dovuta alla sua candidatura a capo della Banca Europea per gli Investimenti, ma ai suoi interlocutori il Ministro ha fatto sapere che è pronto a denunciare uno scandalo di dimensioni enormi se l'intera operazione verrà bloccata dalla Commissione.

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Ottimista, ma preoccupato. Stesso atteggiamento anche riguardo a Tim. Il Ministro è consapevole dei rischi: se Vivendi dovesse opporsi, come sembra intenzionata a fare, all'approvazione data dal Consiglio di Tim alla vendita della rete a Kkr, potrebbe scaturire una controversia legale che metterebbe a repentaglio l'intera operazione. In merito a questo, Giorgetti è disposto a utilizzare tutte le opzioni a sua disposizione per sostenere l'operazione. Tra le opzioni possibili, "non da escludere del tutto", potrebbe esserci anche un coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti per acquisire alcune quote di Vivendi. Il ragionamento di fondo è che, pur non essendo la soluzione ideale, risolvendo la questione Tim si potrebbero evitare problemi aggiuntivi per Open Fiber, regolamentare il settore delle telecomunicazioni con nuove normative e utilizzare in modo rapido i 14 miliardi stanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per lo sviluppo della fibra.

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Ottimista, ma preoccupato. E lo stesso vale per Mps. Il governo ha pianificato un programma di privatizzazioni da 18 miliardi di euro tra il 2024 e il 2026. Come ha comunicato alle agenzie di rating, Giorgetti intende raggiungere questa cifra attraverso la vendita di una quota di Poste Italiane, l'apertura di Ferrovie dello Stato ai privati in tempi rapidi e la vendita di Mps. Quest'ultimo punto è il più delicato per Giorgetti: le offerte per la vendita di Monte dei Paschi sono all'ordine del giorno, ma l'obiettivo del Ministro è di integrare questa vendita in un piano più ampio, che non solo generi entrate per lo Stato, ma crei anche una maggiore concorrenza e un sistema bancario tripolare. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è cruciale. Anche il Patto di Stabilità è importante. Tuttavia, per Giorgetti, la credibilità dell'Italia nel futuro dipende soprattutto da questo. Dalla capacità di avere uno stato imprenditore, in grado di spingere il paese da una fase opaca di capitani coraggiosi a una fase più ambiziosa di capitali coraggiosi.

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