Economia

Cina, crolla la domanda di petrolio. Il coronavirus ferma l'economia

Nel Dragone i listini vanno ko. Rimbalzo delle Borse europee

I timori di rallentamento dell'economia cinese dopo lo scoppio del coronavirus iniziano a trovare riscontri nella realtà. Dopo che la scorsa settimana gli economisti di Nomura avevano stimato un impatto di oltre due punti percentuali dell'epidemia sull'andamento economico del Dragone, l'agenzia Bloomberg ha fatto sapere che da quando il coronavirus che ha ritardato l'apertura degli uffici dopo la pausa del Capodanno cinese ha fatto scendere del 20% la domanda di petrolio del Paese.

La flessione, spiega Bloomberg che cita fonti legate al settore enegetico, è forse il maggiore shock subito dalla domanda di greggio in Cina dalla crisi finanziaria del 2008-2009 e potrebbe forzare la mano all'Opec e ai suoi alleati, che stanno considerando una riunione di emergenza per tagliare la produzione e arginare il calo dei prezzi.

Il solo distretto di Wuhan che si è totalmente bloccato è  un importante centro logistico, dell'auto e dell'acciaio, e contribuisce con 214 miliardi di dollari al Pil della Cina (l’1,6%). Stop a cui si aggiungono le minori richieste da parte di tutte le altre aziende del Paese. La Cina è il maggior consumatore mondiale di petrolio. Nel 2016 ha superato gli Stati Uniti e consuma oggi circa 14 milioni di barili al giorno, l'equivalente di Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito, Giappone e Corea del Sud messe insieme.

Borsa Shanghai: chiude in calo 7,72%, ai minimi dal 2015. La Borsa di Shanghai chiude in calo del 7,72%, ai minimi dal 2015, dopo aver perso fino all'8,7%, alla ripresa delle contrattazioni dopo la pausa per le festività del capodanno lunare in Cina, nonostante la maxi-iniezione di liquidità annunciata dalla Pboc per sostenere la liquidità del sistema finanziario. In Cina i decessi sono 360, cifra che supera le 349 vittime sul territorio cinese dell’epidemia di Sars del 2003. Dall’emergere del virus nella città di Wuhan a dicembre scorso, l’epidemia di coronavirus ha colpito 24 nazioni e nella sola Cina sono 17.205 i casi confermati, mentre le persone che sono state dimesse dalle strutture ospedaliere dopo la guarigione sono 475.

Sprofondano le Borse cinesi alla riapertura delle contrattazioni dopo la pausa per il capodanno lunare, prolungata per l’epidemia di coronavirus. L’indice Composite della Borsa di Shanghai ha chiuso la seduta in ribasso del 7,72%, a 2746,61 punti, lasciando sul terreno 229,92 punti nel calo più pronunciato degli ultimi cinque anni, mentre lo Shenzhen Component perde l’8,45% chiudendo la seduta a 9779,67 punti, bruciando 902,23 punti. Altrove, il Nikkei 225 a Tokyo ha chiuso in ribasso dell’1,01%, mentre Taiwan ha perso l’1,22%. A poco più di un’ora dalla chiusura, Hong Kong segna un rialzo dello 0,26%, mentre Singapore viaggia su un ribasso di oltre un punto percentuale (-1,17%).

Sul mercato valutario, lo yuan scende sotto quota 7 sul dollaro. Lo yuan scende sotto quota 7 sul dollaro, alla riapertura delle Borse cinesi dopo le festività del Capodanno lunare segnate dall’epidemia di coronavirus in Cina. La valuta cinese viene scambiata a 7.0143 nel pomeriggio a Shanghai, mentre sul mercato offshore il valore della valuta è a quota 7,0151 sul biglietto verde.

Le Borse europee rimbalzano. Le Borse europee hanno rialzato la testa dopo la frenata della scorsa settimana e nonostante i forti cali delle piazze cinesi, che oggi, dopo il lungo stop della scorsa settimana, hanno mandato in fumo circa 420 miliardi di dollari di capitalizzazione. Anche Wall Street e' tonica sulla speranza che nei prossimi giorni arrivino notizie piu' confortanti, come quella relativa al tasso di guarigioni degli ultimi giorni. Ad ogni modo la situazione rimane fluida in attesa di novita' sulla diffusione del coronavirus, che intanto ha gia' fatto piu' vittime della Sars del 2003.

Milano ha guadagnato lo 0,96%, anche se lo spread e' lievemente salito a 139,1 punti. Il rendimento dei Btp a dieci anni, comunque, continua a rimanere sotto la soglia dell'1%. A Piazza Affari si sono distinte le Nexi (+4,9), nel giorno in cui e' emerso che il settore dei pagamenti e' in fase di consolidamento in Europa, dopo che in Francia e' stata annunciata la fusione tra Worldline e Ingenico. Hanno inoltre recuperato punti le Prysmian (+3,98%) e le Stmicroelectronics (+1,9%), mentre Telecom Italia ha perso lo 0,99%, dopo la notizia delle sanzioni comminate per complessivi 143 milioni.

Hanno inoltre registrato un andamento contrastato le azioni delle banche nell'attesa che siano pubblicate le trimestrali. Domani sara' Intesa Sanpaolo (+1,7%) ad aprire le danze. E' abbastanza stabile l'euro a quota 1,1053 dollari (1,108 venerdi'). Continua a perdere quota il valore del greggio, nonostante l'ipotesi che l'Opec possa optare per un taglio alla produzione: il Wti, contratto con consegna a marzo, si attesta a 50,7 dollari al barile, in ribasso dell'1,6%.