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Economia
Flat tax e taglio del cuneo fiscale: le novità fiscali tra mito e realtà

Nel giro di qualche giorno si è scatenata nel Governo una sorta di eccitazione sul tema tasse.
Eccitazione che ha portato verso proposte e leggi di vario genere, alcune curiose, altre già viste, tutte comunque dipendenti da un comune filo rosso, quello dell'esigenza di non far mancare ossigeno a uno stato vorace e di non succhiare più sangue a quelli che già le pagano.

 

Il taglio del cuneo fiscale di Gentiloni

 

Uno degli obiettivi dichiarati del Ministro Gentiloni è di ridurre le tasse .
Non certo una novità nei circa 69 governi italiani degli ultimi 70 anni, ma nello specifico questa settimana si è parlato di taglio del cuneo fiscale.
Anche questo provvedimento è oltremodo necessario ma nessuno ancora ha trovato una soluzione per attivarlo.
Difficile è capire se avremo la forza economica per sostenerlo e a chi si vorranno dare  i soldi risparmiati, se ai lavoratori o alle imprese. Nel primo caso si darebbe respiro al popolo dei dipendenti più tartassato d'Europa, lasciando spazio, in questo modo, ad una possibile crescita dei consumi. Nel secondo si potrebbe darebbe un po' di energia al sistema industriale per sostenerlo nella ripresa. In ogni caso i dubbi sulla effettiva riuscita della proposta sono molti.

 

Flat Tax: per attirare in Italia stranieri ricchi ecco la tassa unica al 15%

 

Poi è passata la legge sulla Flat tax, la tassa  unica di 100.000 euro per chi vuole ritornare o stare per la prima volta nel nostro paese. Una specie di 'specchietto per le allodole' per i super ricchi.
Flat Tax e Brexit: già qualcuno immagina lunghe file di 'paperoni' alle frontiere, provenienti soprattutto dal Regno Unito. 

Questi Paperoni stranieri non aspettavano l'ora di poter entrare, da residenti, nel paese più bello del mondo ma pure uno dei peggiori per fare impresa. Un paese che ha al centro una delle più complesse burocrazie del pianeta, una pubblica amministrazione da terzo mondo e nel sud, purtroppo, un intreccio malavitoso. Un intreccio dal quale qualsiasi imprenditore sano di mente dovrebbe stare alla larga.

Anche altri paesi propongono da tempo queste facilitazioni, ma sul banco offrono pure un sistema paese da serie A. E poi, per dircela tutta, altri Paesi non hanno tra le fila dei loro politici un Mario Monti che è riuscito , nel suo breve Governo, a far scappare ricchi, naviganti e imprenditori. Un simile testimonial è difficile da far digerire a qualsiasi benestante, straniero o italiano di ritorno.

 

Come uscire dalla crisi economica

 

La verità purtroppo, aldilà di questi buoni propositi e di questi ritocchini, sta  nei numeri.
Ci dicono, attraverso l'Istat, che nel 2015 gli italiani 'paganti' hanno versato più tasse  che nell'anno passato, raggiungendo la non trascurabile cifra di quasi 10 miliardi di euro. Non si scappa, fino a quando non si faranno serie politiche per creare posti di lavoro e sviluppo d'impresa, non ci sarà ritocco di tasse che tenga .
Magari meglio lasciarle come sono ma garantire alla gente, ai giovani un lavoro, così almeno da avere una rendita da tassare.

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