Economia

I pensionati italiani, che hanno pagato, chiedono a Luigi Di Maio chiarezza

Daniele Rosa

Sulle pensioni d’oro lo Stato si gioca la propria credibilità

"Chi prende una pensione sopra i 4-5 mila euro netti e non ha versato i contributi avrà un taglio dell'assegno in proporzione ai contributi versati’ così, a più riprese, il vicepremier Luigi Di Maio ha chiarito la volontà del Governo, più dal versante grillino, di tagliare le cosiddette ‘pensioni d’oro’, quelle sopra i 4000/5000 euro.

 

Giusta l’idea di tagliare a chi non ha versato i contributi adeguati.

Ma allora come mai sono settimane che è in atto una battaglia interna al Governo, tra Lega e M5S, a cui fanno eco i dubbi dell’Inps e di tutta la platea dei soggetti interessati?

L'opacità di Luigi Di Maio sulla proposta. E i contributi versati?

Per il semplice motivo che il buon Luigi Di Maio è assolutamente ‘opaco’. Infatti sta pubblicamente sostenendo un progetto con caratteristiche che non hanno riscontro nella proposta di legge presentata dai deputati Francesco D’Uva del M5S e Riccardo Molinari della Lega.

 

Nella proposta di legge n.1071 del 6 agosto infatti non si parla mai di tagli evitati se si hanno tutti i contributi adeguati ma, al contrario, si mette nero su bianco qualcosa di completamente diverso che, a detta di molti è iniquo, anticostituzionale e probabilmente inutile per gli scopi che si prefigge il Governo.

 

Si parla infatti di un ricalcolo interamente contributivo operato da un meccanismo correttivo basato sul quoziente tra due coefficienti di trasformazione, quello dell’età effettiva di pensionamento e quello dell’età considerata “giusta” per ogni anno passato.

L'opacità di Luigi di Maio sulla proposta. Una risposta chiara sarebbe dovuta ai tanti pensionati onesti

Del valore e utilità dei contributi versati nemmeno l’ombra.

 

Pare essere questo un modo per stracciare un contratto tra lo Stato e milioni di cittadini e ‘raccattare’ pochi soldi. Pochi soldi da regalare a pioggia a chi, probabilmente non solo non ha mai versato contributi, ma neppure, probabilmente, ha mai lavorato.

 

Giusto e molto più onesto pensare ad un contributo di solidarietà come proposto dalla Lega.

Un contributo chiaro e soprattutto determinato nell’arco di tre anni. Un contributo che porterebbe più risultati economici e che sarebbe davvero visto come un aiuto e non come un esproprio.

 

Ma, se dal lato della Lega, vi è abbastanza chiarezza, dall’altra parte, quella del vicepremier Di Maio, vi è una buona fetta di opacità.

 

Sarebbe allora cosi’ cortese Luigi Di Maio di regalare trasparenza a tutta la moltitudine di pensionati che hanno lavorato, pagato contributi onorando il patto con lo Stato.

Uno Stato che, secondo la proposta presentata, sarebbe disposto a non onorare creando un drammatico primo precedente.

 

Vuole essere Luigi Di Maio il primo politico, nella storia d’Italia, responsabile di aver stracciato un patto d’onore tra cittadini onesti e il loro Stato?

 

Una risposta chiara ed onesta sarebbe ben vista da tanti tanti pensionati e non solo.