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Economia
Mediaset: istruttoria Agcom su posizione Vivendi

Mediaset: istruttoria Agcom su posizione Vivendi

L'Agcom apre un'istruttoria su Vivendi in base a quanto previsto dalla cosiddetta norma 'anti-scalate' contenuta nel Dl Covid, da alcuni vista come una norma ad hoc per salvare Mediaset dal possibile assedio della media company francese. Il Consiglio dell'Autorità oggi ha deliberato a maggioranza l'avvio di una istruttoria in applicazione dell'art. 4 bis del decreto 125/2020, "norma che tutela il principio del pluralismo esterno nel caso di soggetti operanti contemporaneamente nei mercati delle Comunicazioni elettroniche e in quelli del Sic", spiega la stessa Agcom. Di qui l'istruttoria che intende verificare la posizione della società capitanata da Vincent Bollorè "alla luce delle partecipazioni azionarie detenute in Telecom Italia e in Mediaset nonché dei relativi mercati in cui tali società si trovano ad operare". 

Vivendi detiene il 28,8% di Mediaset e il 23,94% di Telecom. E sono infatti proprio i mercati delle tv e delle tlc che la norma, su cui anche la Ue ha chiesto chiarimenti all'Italia, intende vigilare. Nelle intenzioni dichiarate del governo l'obiettivo è quello di evitare un vuoto normativo dopo il 'pensionamento' della legge Gasparri e del Testo unico della radiotelevisione avvenuto con la sentenza di settembre della Corte di giustizia Ue. La pronuncia della Corte europea nasceva dal ricorso fatto al Tar da parte di Vivendi sulla delibera dell'Agcom che impediva al gruppo francese, in base ai divieti sugli incroci societari nei due mercati, di far pesare l'intera sua quota in Mediaset nella gestione della società.

Un braccio di ferro sulla presenza di Vivendi in Italia che ha visto ieri la Commissione europea chiedere alle autorità italiane di chiarire perché le norme anti-scalata contenute nel dl Covid non siano state notificate ai sensi della Direttiva Trasparenza e perché "la procedura, che prevede un periodo di status quo di tre mesi, non sia stata seguita". Ma il governo italiano ha deciso di tirare dritto e la replica inviata a Bruxelles, a quanto si apprende, sostanzialmente spiega che la norma non andava notificata perché non è una regola tecnica. Inoltre la Direttiva citata non si applicherebbe ai servizi radio-televisivi. La norma 'anti-scalate' affida all'Agcom il ruolo di 'guardiano' del sistema italiano delle comunicazioni, che del resto già gli compete con le sue funzioni di garante della tv e delle tlc: un'operazione su aziende del settore in quanto suscettibile di mettere modo a rischio il pluralismo del settore è quindi secondo l'articolo del dl oggetto di un'istruttoria dell'Authority da concludere entro sei mesi. Una seconda istruttoria aperta oggi dall'Agcom riguarda la società Sky Italia Holdings "in ragione dell'attività svolta attraverso società direttamente o indirettamente controllate nei predetti mercati". I due procedimenti avranno una durata di 120 giorni che decorrono dalla data di notifica ai soggetti interessati.

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