Mediaset, Vivendi diserta l'assemblea. Tre nuove cause. Fininvest si blinda
Pace più lontana, ma secondo qualche lettura il gruppo di Cologno Monzese sta alzando il pressing sui francesi per sbloccare il fronte su Premium.Ok al buy-back
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Alla fine, i francesi di Vivendi, con le armi spuntate dall'AgCom, disertano l'assemblea di Mediaset che all'inizio del blitz di Parigi di fine 2016 nel capitale del broadcaster di Cologno Monzese avrebbe dovuto essere la resa dei conti fra la famiglia Berlusconi e Vincent Bollorè per il controllo del Biscione. Una resa (resta in piedi il ricorso al Tar contro il verdetto dell'Authority guidata da Marcello Cardani), a cui però Fininvest ha risposto intentando altre tre nuove cause nei confronti del colosso dell'enterteniment transalpino, oltre a quella per "l'esecuzione coattiva" del contratto per l'acquisto di Mediaset Premium da parte di Vivendi e il risarcimento miliardario dei danni (a fine causa Mediaset potrebbe incassare almeno un miliardo e mezzo di euro).
L'attacco è arrivato subito in apertura dei lavori dell'assemblea in corso a Cologno Monzese da parte del presidente Fedele Confalonieri, appuntamento in cui è presente il 51,68% del capitale in rappresentanza di 428 azionisti (da lettura del libro soci, Fininvest detiene il 39,53% del capitale). "Non arretreremo sul piano della difesa legale e nella tutela dei nostri, e vostri, interessi", ha tuonato infatti Confalonieri, parlando dei danni causati al gruppo dalla scalata lanciata da Vivendi.
"Risolvere questo grave contenzioso è per noi una priorità assoluta. Non sono sul tavolo solo i nostri diritti violati, ma anche molti dei nostri progetti futuri", ha aggiunto il presidente del Biscione che ha poi annunciato la nuova offensiva legale contro Parigi: "Poche settimane fa abbiamo nuovamente citato in tribunale Vivendi per violazione contrattuale, concorrenza sleale e violazione della legge sul pluralismo televisivo". Elementi che allontanano il raggiungimento di un accordo fra i due gruppi, ma che secondo qualche interpretazione non è nient'altro che un ulteriore pressing di Fininvest per arrivare a una soluzione entro l'estate della grana Premium, che continua a bruciare capitale.
Anche se non è presente in assemblea (fino a ieri Vivendi non aveva depositato le azioni per partecipare, ma avrebbe ancora potuto farlo questa mattina prima delle 10) il colosso guidato da Bollorè e De Puyfontaine è comunque il protagonista indiscusso dei lavori. Nel presentare il bilancio 2016 che dev'essere approvato (assieme, all'ordine del giorno, alla nomina del nuovo collegio sindacale e il buy-back fino al 10% del capitale), Confalonieri ha spiegato che l'andamento del business è stato condizionato dall'"attacco al cuore di Mediaset. La rottura dell'accordo con Vivendi ha segnato in modo profondo il 2016 e distrutto il valore potenziale dell'aggregazione tra i due gruppi". "Siamo davanti a un take over ostile", ha sentenziato il braccio destro di Silvio Berlusconi, prima di ripercorrere le vicende degli ultimi mesi.
L'attacco al cuore di Mediaset, per Confalonieri, sta continuando a condizionare anche l'operatività presente e futura. L'alleanza doveva essere "qualcosa di molto positivo ed è diventato un elemento fortemente negativo, un intralcio, un condizionamento pesante al nostro sviluppo", ha affermato infatti il manager. Confermando la i target di crescita, Confalonieri ha rassicurato però i soci sul capitolo Premium, la controllata attiva nella pay tv che verrà riportata in equilibrio.
"La società - ha spiegato - ha certamente sofferto per il trauma subito dalla vicenda Vivendi, ma nonostante questo l'azienda è rifocillata immediatamente sul business con un unico obiettivo, quello di ristrutturare il business model rendendolo sostenibile". Il 19 giugno Mediaset ha acquisito da Telefonica l'11,1% di Mediaset Premium arrivando a detenere il 100% del capitale sociale della pay tv.
Confalonieri ha ricordato lo stato dell'arte sui diritti tv del calcio, dopo le recenti aste in Italia e in Europa. "Sulla Champions League abbiamo fatto una buona offerta, superiore a quella della volta scorsa. Non è bastato, ma per noi era la cifra giusta", ha spiegato. Per quanto riguarda la serie A, "non abbiamo partecipato perchè era inaccettabile la composizione dei pacchetti, come abbiamo fatto pesare sia alla Lega che all'Antitrust". Ma ha precisato: "L'offerta di Premium per la prossima stagione è l'unica completa, unendo alla serie A un anno di Champions League in esclusiva".
Nonostante l'assenza di Vivendi, non sono mancate comunque voci di critica all'operato della coppia Berlusconi-Confalonieri. Il fondo Amber, azionista al 2,5% di Mediaset, ha chiesto di rinnovare il consiglio di amministrazione e il management del gruppo, "fermo agli anni Ottanta e Novanta" e "non adeguato", tagliare i costi e ripensare le strategie della società, guardando a possibili aggregazioni.
Il rappresentante del fondo Usa ha accusato Mediaset di essere "un'azienda vecchia, con una struttura di costi elevata", con il Cda che è costato 62 milioni di euro negli ultimi quattro anni. Amber ha poi annunciato che voterà a favore del piano di buy back, ma "è necessario assolutamente un cambio di passo, con un taglio dei costi e il perseguimento di nuove strategie. L'azienda non può sopravvivere solo con un buy back". E su questo punto, alla fine, l'assemblea ha approvato l'acquisto di azioni proprie fino al 10% del capitale con il voto favorevole anche della quasi totalità degli azionisti di minoranza.
In questo caso, scatta quindi la fattispecie del cosiddetto whitewash: pertanto le azioni proprie acquistate con questo piano (che ha come termine massimo 18 mesi dall'approvazione) verranno incluse nel calcolo del capitale sociale in caso in cui uno dei soci superi le soglie previste per il lancio dell'Opa obbligatoria. La misura rappresenta una azione difensiva che dovrebbe favorire l'aumento della presa di Fininvest su Mediaset. Il punto è stato approvato con il voto favorevole del 94% degli azionisti di minoranza. Considerando anche Fininvest, la delibera ha ottenuto l'ok del 98% circa del capitale presente. Gli azionisti di minoranza presenti rappresentavano oltre il 10% del capitale, soglia minima necessaria per rendere efficace il whitewash.
Bene l'andamento del titolo del Biscione a Piazza Affari. Dopo la seduta negativa di ieri, le parole di Confalonieri hanno fatto bene alle azioni Mediaset che hanno chiuso con un rialzo del 2,57% a 3,516 euro.