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Banca Ifis, risultati primo trimestre 2021: utile netto a €20,1 mln

Banca Ifis, risultati primo trimestre 2021: massimo storico per i recuperi di cassa sui portafogli Npl acquistati che si attestano a 81 milioni di euro (+24%) 

Banca Ifis è un’organizzazione unica, molto resiliente e capace di presidiare specifici business che richiedono un grado di competenza distintiva elevata" esordisce Frederik Geertman, Amministratore Delegato del Gruppo.

I risultati del primo trimestre, che si chiude con un utile netto di periodo di 20,1 milioni di euro, confermano dunque la validità di un modello basato su qualità e specializzazione che ha oggi buone performance industriali. Il business commerciale ha dimostrato grande dinamicità e maggiori erogazioni soprattutto nei mutui garantiti da Mediocredito Centrale, riportando ricavi pari a 65 milioni di euro, in crescita del 21% rispetto al primo trimestre 2020. Stiamo accelerando sulla digitalizzazione dei processi in ottica di efficienza, velocità e omnicanalità, raccogliendo già concreti contributi commerciali. Nel primo trimestre del 2021, un quinto dei nostri nuovi clienti è stato acquisito digitalmente. L’obiettivo è incorporare la tecnologia nei nostri processi e offrire ai clienti un’esperienza “a misura di impresa”. Le nuove piattaforme consentiranno non solo il marketing dei prodotti della Banca ma anche e soprattutto la gestione più automatizzata del back office per focalizzare persone e competenze su attività a alto valore aggiunto” prosegue Geertman.

La performance del business Npl, con ricavi pari a 58,3 milioni di euro, +35% rispetto al primo trimestre 2020, beneficia della normalizzazione dell’attività dei tribunali e della migliore gestione dei piani di recupero volontari con l’aumento dei “saldi e stralci” sui piani di rientro più incerti, sulla base dell’analisi di ogni singola posizione. Nel business Npl la strategia è volta a ottimizzare l’attività di servicing in termini di costi e tempistiche di recupero: in questi primi tre mesi dell’anno abbiamo raggiunto il massimo storico per i recuperi di cassa sui portafogli acquistati che si attestano a 81 milioni di euro, in incremento del 24% rispetto al primo trimestre 2020.

Il costo del credito è stato pari a 16 milioni di euro e include 8 milioni di euro di accantonamenti addizionali su crediti in bonis nell’ambito di ulteriore prudenza in relazione allo scenario Covid-19. Abbiamo dedicato una particolare attenzione al monitoraggio dei crediti in moratoria con un’analisi per settore e per le principali posizioni. I primi feedback sono positivi: ad oggi un terzo dei nostri clienti ha scelto di anticipare la ripresa dei pagamenti delle proprie rate che beneficiavano delle moratorie grazie al progressivo miglioramento del contesto macroeconomico. Il CET1 ha raggiunto l’11,77%, calcolato escludendo l’utile del trimestre. L’allocazione del capitale sarà fatta in base alla redditività delle singole unità di business e dei singoli progetti, mantenendo comunque la diversificazione del business commerciale e gli Npl che ha confermato la sua valenza anche nella crisi del Covid-19” ha commentato Frederik Geertman, Amministratore Delegato Banca Ifis.

Banca Ifis, risultati primo trimestre 2021: le principali voci economiche

Il margine di intermediazione si attesta a 137,7 milioni di euro, in crescita del 30% rispetto al 31 marzo 2020, pari a 106 milioni di euro. Tale aumento di 31,8 milioni di euro è legato principalmente ai seguenti fattori: effetto del migliore contesto economico generale sul Settore Npl, in particolare dell’attività dei tribunali e di conseguenza delle azioni legali per il recupero crediti che ha comportato una crescita del margine di intermediazione pari a circa 15,0 milioni di euro; apporto del Settore Commercial & Corporate Banking, con una crescita pari a circa 11,2 milioni di euro, principalmente riconducibile all’Area di Business Corporate Banking & Lending a seguito del contributo per 4,8 milioni di euro di Farbanca S.p.A. (società non ancora facente parte del Gruppo Banca Ifis nel primo trimestre 2020) e del risultato netto positivo delle attività valutate al fair value per 2,0 milioni di euro, in crescita di 4,0 milioni di euro rispetto all’effetto negativo registrato nei primi tre mesi del 2020 riconducibile al particolare contesto macroeconomico e all’instabilità dei principali indici quotati utilizzati nei modelli di valutazione; il positivo contributo del Settore Governance & Servizi e Non Core, con una crescita pari a circa 5,6 milioni di euro, per il maggior apporto sia della PPA per circa 2,8 milioni di euro, per alcune estinzioni anticipate effettuate a inizio 2021, sia di altre componenti positive del margine di intermediazione connesse agli investimenti in attività finanziarie.

Al 31 marzo 2021 le rettifiche di valore nette per rischio di credito ammontano a 16,1 milioni di euro rispetto ai 18,5 milioni di euro al 31 marzo 2020 (-13,0%). In particolare, l’Area Factoring nel primo trimestre 2021 registra riprese nette per 4,3 milioni di euro riconducibili alla diminuzione delle esposizioni deteriorate, in particolare in settori considerati più a rischio in relazione agli effetti economici della pandemia nonché a una revisione dei modelli di valutazione del rischio di credito. A tale contribuzione positiva si contrappongono l’Area Leasing, le cui rettifiche di valore nette su crediti ammontano a 3,7 milioni di euro (4,3 milioni di euro al 31 marzo 2020) e l’Area Corporate Banking & Lending, con rettifiche nette per 6,3 milioni di euro, in aumento di 4,2 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente, dovute ad accantonamenti addizionali prudenziali in relazione allo scenario Covid-19. Infine, il Settore Governance & Servizi e Non Core contribuisce con rettifiche nette per 10,4 milioni di euro, in aumento rispetto ai 7,5 milioni di euro al 31 marzo 2020 principalmente per la svalutazione di una posizione significativa del portafoglio in run-off.

I costi operativi sono pari a 91,3 milioni di euro in crescita del 24,2% rispetto al 31 marzo 2020. Il trend è legato all’aumento delle spese del personale, dovuto principalmente all’ingresso di Farbanca a perimetro, a più alti costi legali e di recupero Npl, a nuove progettualità ICT, maggiori investimenti in marketing e pubblicità, a cui si aggiungono gli accantonamenti netti di periodo a fondi per rischi e oneri e al Fondo di Risoluzione Unico (SRF).

L’utile netto del Settore Commercial & Corporate Banking registra un incremento del 40,5% rispetto al 31 marzo dell’anno precedente e si attesta a 15,3 milioni di euro. Tale variazione è determinata dalla crescita del margine di intermediazione per 11,2 milioni di euro e da minori rettifiche di valore per rischio di credito per 5,3 milioni di euro rispetto al primo trimestre dello scorso anno. I costi operativi sono complessivamente aumentati di 8,8 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2020.

Il margine di intermediazione del Settore ammonta a 58,3 milioni di euro (+34,8%) rispetto ai 43,2 milioni di euro al 31 marzo 2020. L’incremento è dovuto sia all’aumento delle masse di crediti al costo ammortizzato che hanno generato interessi attivi per 36,2 milioni di euro (in aumento del 4,9% al 31 marzo 2021) sia al miglioramento dei cash flow attesi in funzione degli incassi realizzati rispetto alle previsioni, con un effetto sul margine di interesse di 27,5 milioni di euro nel primo trimestre 2021 (+82,5%).

Gli incassi del Settore Npl nel primo trimestre 2021 sono pari a 80,9 milioni di euro, +24% rispetto ai 65,2 milioni di euro del primo trimestre 2020, e includono le rate incassate da piani di rientro, da ODA e da transazioni eseguite.

I costi operativi passano da 33,5 milioni di euro del primo trimestre 2020 a 41,5 milioni di euro del 31 marzo 2021, un aumento del 23,9% principalmente dovuto ai costi variabili collegati al recupero dei crediti.

Il Settore Governance & Servizi e Non Core al 31 marzo 2021 registra una perdita di 6,0 milioni di euro rispetto all’utile di 8,8 milioni di euro del 31 marzo 2020, che beneficiava notevolmente della plusvalenza, al netto dei relativi costi di vendita, di 24,2 milioni di euro della cessione dell’immobile di Corso Venezia a Milano.

Il margine di intermediazione del Settore si attesta a 14,5 milioni di euro, in aumento di 5,6 milioni di euro rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, per un incremento sia dell’Area Non Core di 4,7 milioni di euro sia dell’Area Governance & Servizi di 0,9 milioni di euro.

I costi operativi si attestano a 12,9 milioni di euro in crescita di 0,9 milioni di euro rispetto al 31 marzo 2020. L’incremento è quasi esclusivamente legato al maggior costo per il contributo al Fondo di Risoluzione Unico (SRF): circa un milione di euro in più rispetto allo stanziamento dello stesso periodo dello scorso anno.

 

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