Economia
On Running, perché piace a Wall Street. Roger Federer vince anche in borsa
Perché il gruppo svizzero che fabbrica le scarpe in cui ha investito il tennista ha fatto boom al Nyse
Nike per ora è ovviamente inarrivabile, anche perché può contare su una forza lavoro di circa 70mila persone contro i 400 di On Running. Però gli svizzeri possono iniziare a insidiare marchi storici ma di nicchia come Brooks, un migliaio di dipendenti e una storia più che secolare. Entrambe le aziende, infatti, godono di una nicchia di affezionati, che idolatrano i loro brand preferiti e che si discostano un po’ dal mercato mass market che ha in Nike il suo player principale.
Da notare, infine, che la quotazione di On Running a New York è tra le più significative come “balzo” in avanti, seppur non l’unica ovviamente. Lo scorso anno, proprio il 16 settembre, venne quotata Snowflake, una cloud company basata nella Silicon Valley che veniva valutata 120 dollari per azione. Ebbene, nella prima giornata di contrattazione il valore finale si è attestato a 253,9, con un incremento del 133% e una raccolta di 3,36 miliardi.
La madre di tutte le Ipo, comunque, rimane Facebook. Quotata nel 2012 a New York con advisor Goldman Sachs le venne assegnata una forchetta tra i 28 e i 35 dollari. Chiuse il primo giorno a 38, sfondando quota 100 miliardi di valutazione complessiva. Fu il decollo della cosiddetta tech economy che riservò gioie e dolori agli investitori. Oggi la creatura di Mark Zuckerberg vale oltre 1.000 miliardi di dollari.