Economia
Pensione anticipata, Misiani: "Via quota 100". Assegno tagliato fino al 6%
Il governo studia un’alternativa al ricalcolo dell’importo con il metodo contributivo per chi lascia il lavoro prima dell’età pensionabile. Cgil: “I lavoratori rischiavano di perdere anche 80 mila euro netti in circa vent’anni”. Andare in pensione prima, ma ricalcolando l’assegno in base ai contributi versati, comporterebbe un taglio di un terzo della pensione lorda, un quinto di quella netta. In soldi, il pensionato potrebbe perdere un importo che va da 50 mila a 80 mila euro netti - a seconda dei casi - con un’attesa di vita media a 82 anni. E scivolare, dopo anche 36 anni di lavoro, sotto i 780 euro mensili della pensione di cittadinanza.
Pensioni, Misiani: "Via quota 100". Assegno tagliato fino al 6 per cento
"Dal primo gennaio 2021 gli italiani pagheranno meno tasse grazie alla riforma dell'Irpef. E, se troveremo l'accordo con i sindacati, Quota 100 sarà sostituita da un meccanismo più equo e meno costoso". Così Antonio Misiani, viceministro Pd dell'Economia, nell'intervista a Repubblica. "Importante è dare certezza a chi deve andare in pensione nel 2021 e fare una riforma equa e sostenibile che tuteli i giovani e le categorie più fragili con costi inferiori a quelli di Quota 100", ha aggiunto. Sulla riforma fiscale, Misiani ha spiegato: "Da luglio 16 milioni di lavoratori dipendenti pagheranno meno tasse. E senza toccare l'Iva. Ad aprile arriverà in Parlamento la legge delega per riformare l'Irpef e aiutare ceti medi e famiglie, estendendo i benefici anche ad autonomi e pensionati. Voglio essere chiaro: sull'Iva non c'è alcuna discussione aperta. Può essere rimodulata per renderla più equa e razionale, non per fare cassa. Il nostro dovere è piuttosto recuperare i 37 miliardi di Iva evasa su 110 miliardi totali di evasione". Infine, sul diffondersi del coronavirus, il viceministro dell'Economia ha affermato: "l'epidemia cinese, se non riportata rapidamente sotto controllo, potrà avere conseguenze negative anche sul nostro Paese, visto che la Cina è il primo esportatore mondiale e terzo fornitore dell'Italia con oltre 30 miliardi di euro di prodotti venduti, tra cui macchinari e componenti semilavorati essenziali per il nostro apparato produttivo". Quale impatto per il Pil? "I previsori calcolano per la Cina tra -0,2 e -0,7%. Da noi è presto per dirlo", ha concluso.