Pil, Gentiloni va fuori orbita. Nello spazio ci va solo la Spagna. Ecco perché
La Banca di Spagna ha aumentato le previsioni di crescita del Pil di Madrid per il 2017 al 3,1% dal 2,8%. L'impietoso confronto con l'Italia
Quella italiana è una ripresa "spaziale"? Ne sembra convinto il premier Paolo Gentiloni che in visita allo stabilimento Avio di Colleferro, dove vengono costruiti i lanciatori europei Ariane 5 e Vega e l'innovativo motore destinato ai futuri lanciatori dell'Agenzia spaziale europea Vega C e Ariane 6, si è detto certo che l'Italia "ce la può fare" e di essere rimasto colpito del fatto che il Fondo monetario internazionale (Fmi) "abbia corretto le sue previsioni sulla crescita in Italia nel 2017 ma non di una 'nticchia, come si dice a Roma. C'è stato un lancio nello spazio: siamo passati da una previsione a gennaio dello 0,7% per la crescita di quest'anno a quella di giugno dell'1,3%. E' una bella crescita".
Se vogliamo considerare una bella crescita quella italiana, destinata a risultare, in termini nominali pari al 2,7% quest'anno (in cui Banca d'Italia prevede un'inflazione a +1,4%), dunque ancora inferiore al costo medio del debito pubblico, che dovrebbe oscillare tra il 2,9% e il 3% almeno fino al 2020 secondo il Documento economico finanziario aggiornato in aprile dal governo, e quindi insufficiente a far diminuire il rapporto debito/Pil, nonostante un deficit/Pil quest'anno atteso pari al 2,4%, la crescita spagnola dovrebbe essere definita un "miracolo".
Madrid infatti, secondo le ultime dalla Banca di Spagna, dovrebbe vedere il Pil salire quest'anno del 3,1% in termini reali, un livello che se fosse raggiunto dall'Italia riuscirebbe finalmente a stabilizzare (anzi far leggermente calare) il rapporto debito/Pil senza bisogno di ulteriori manovre di aggiustamento e avanzi primari. Non solo: visto che l'inflazione a maggio in Spagna è risultata pari al 2% annuo (in calo dal 2,6% segnato in aprile), a livello nominale il Pil iberico potrebbe quest'anno superare il 5%, un livello da paese (ri)emergente che offre al governo di Madrid tutti quei margini di manovra di cui Roma non dispone.
Ma qual è il "segreto" della ricetta spagnola che l'Italia non riesce a comprendere ed applicare a sua volta? La banca centrale spagnola ha offerto una prima "dritta", giustificato la previsione più ottimistica con la "maggiore competitività" dell'economia spagnola, il "minor indebitamento del settore privato" e "condizioni finanziarie favorevoli", grazie alla politica monetaria ultra rilassata della Bce. Posto che dei tassi ai minimi storici mantenuti dalla Bce beneficia anche il "bel paese", il problema sta evidentemente nella competitività delle imprese e nell'indebitamento del settore pubblico e privato.
La Spagna è infatti riuscita a registrare una crescita dei consumi, di cui hanno beneficiato in particolare il settore agroalimentare, il commercio e il settore del turismo, nonostante sia proseguita la riduzione del debito privato, sia in rapporto al Pil sia in valore assoluto. Come ha fatto notare l'economista Mario Seminerio, in Spagna a dicembre 2016 il credito totale erogato dal settore bancario a famiglie ed imprese era pari al 114,2% del Pil, il 3,6% meno di 12 mesi prima e contro un picco (nel dicembre 2008) del 167,5%.
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