Economia

Rapporto Censis-Confimprese. Resca: "Se crollano i consumi, crolla l'Italia"

Giulia Ghirardi

Rapporto Censis-Confimprese: a fine anno si prevede un calo di 229 miliardi di euro di spesa per consumi (-19,5%), il retail potrebbe perdere fino a 95 miliardi

Presentato oggi il Rapporto Censis-Confimprese intitolato "Il valore sociale dei consumi" a riprova del fatto che nella possibiità del consumo e del poter scegliere cosa consumare si cela una parte fondamentale della libertà individuale

E' stato presentato oggi il Rapporto Censis-Confimprese "Il valore sociale dei consumi". Dai dati raccolti  dal Censis emerge una situazione durissima per quanto riguarda la distribuzione e il commercio. Oggi  abbiamo a che fare con chiusure parziali e la flessione è stata subito immediata, i clienti si sono diradati e distribuzione, ristorazione e commercio hanno già intravisto i giorni bui che erano stati quelli di marzo e aprile. 

"Avrei voluto dire cose diverse, ma purtroppo dal governo non sta venendo ancora nessun aiuto concreto al settore, nessun “ristoro” per usare il termine adoperato dal presidente Conte nell’ultima conferenza stampa domenica scorsa" - sono le dure parole del Presidente di Confinprese Mario Resca - "Sinora negozi e catene di distribuzione sono state abbandonate a se stesse, con l’unica alternativa tra restare aperti in perdita oppure chiudere. Immagino che nessuno voglia che il crollo dei consumi metta a rischio l’economia tutta, ma per mantenerli entro la caduta fisiologica che la gestione del Covid comporta l’esecutivo deve aiutare subito il commercio e la distribuzione. Altrimenti, la fotografia che ci offre il Censis, che ringrazio, sarà presto una dura realtà".

Il Rapporto mostra infatti che la metà degli italiani è disposta ad accettare i rigori della seconda ondata dell’epidemia solo perché è convinta che a breve arriverà una cura risolutiva o il vaccino. Lo dicono soprattutto i residenti del Sud (il 55,2% rispetto alla media nazionale del 49,7%) e gli anziani (il 53,5%). L’asticella è fissata a Natale: ecco esplicitato l’orizzonte massimo di tenuta psicologica degli italiani all’indomani delle nuove restrizioni. 

Rapporto Censis-Confimprese "Il valore sociale dei consumi". L'intervento di Francesco Montuolo, Vice Presidente di Confimprese

Francesco Montuolo, Vice Presidente Confimprese: "L'osservatorio permanente che abbiamo con EY ha fotografato a inizio anno un pesante calo dei consumi. Ora il timore di un secondo lockdown sta dando un'altra frenata ai consumi. le ultime misure restrittive stanno affossando i consumi, questo va a vanificare lo sforzo che l'industria del retail ha fatto per sostenere il retail. Dobbiamo evitare che i consumi tracollino per non incorrere nel successivo tracollo dell'economia. Ci auguriamo che i risultati del Rapporto possano essere fatti propria da tutta la business comunity del reatil affinché l'allarme che stiamo lanciando non passi inascoltato. L'obiettivo è che vogliamo superare tutti insieme questo difficile momento di crisi e tornare a guardare al futuro con fiducia".

Rapporto Censis-Confimprese "Il valore sociale dei consumi". L'intervento di Francesco Maietta, Responsabile dell'Area Politiche Sociali del Censis

Francesco Maietta, Responsabile dell'Area Politiche Sociali del Censis: "I consumi valgono millecento miliardi di euro annui, pari circa al 60% del PIL. A fine anno, in seguito alle restrizioni messe in atto a casa Covid, avremo un calo di 229 miliardi di euro di spesa per consumi (-19,5% in termini reali in un anno). Il retail potrebbe perdere fino a 95 miliardi di euro di fatturato (-21,6%) e 700 mila posti di lavoro. Questi numeri certificano che i consumi sono motori dell'economia italiana e che il tracollo dei consumi comporta il tracollo dell'economia italiana. I consumi sono quindi una priorità in questo momento, non solo da un punto di vista economico ma anche perchè sono legati alla tenuta individuale e collettiva essenziale in questa fase delicata. Nel periodo delle feste natalizie, restrizioni paragonabili al lockdown di primavera farebbero sfumare 25 miliardi di euro di spesa delle famiglie. Con il Natale come deadline di tenuta degli italiani, il tracollo dei consumi è da evitare a ogni costo".

"Possiamo parlare del valore sociale dei consumi" - continua Maietta - "Qualcosa che è legato alla percezione che ognuno di noi ha sul ruolo che i consumi giocano per la propria vita, all'interno della famiglia e della società. Attraverso la crisi dei consumi ragioniamo sulla possinile crisi di un modello sociale. Il 57% degli italiani ritiene che non ci sia benessere senza consumi e più benessere sia collegato a più consumi e quindi ad una maggiore possibilità decisionale. L'85% sostiene la necessità di consumare meglio, seguendo criteri di sostenibilità. E per il 70% i consumi e la possibilità di scegliere sono essenziali per il benessere soggettivo. Perchè per 8 italiani du 10 attraverso i beni che acquistiamo noi espriamo la nostra identità, raccontiamo cosa vorremmo essere e le nostre idee sul mondo. Nella possibiità del consumo e del poter scegliere cosa consumare si lega quindi una parte fondamentale della libertà individuale".

Rapporto Censis-Confimprese "Il valore sociale dei consumi". L'intervento di Mario Resca, Presidente Confimprese

«La situazione del commercio– afferma Mario Resca, Presidente Confimprese – è già durissima oggi che abbiamo soltanto chiusure parziali, poichè già quando una settimana fa si è cominciato a parlarne, la flessione è stata immediata, i clienti si sono diradati e distribuzione, ristorazione e commercio hanno già intravisto i giorni bui di marzo e aprile. Immagino che nessuno voglia che il crollo dei consumi metta a rischio l’economia, ma per mantenerli entro la caduta fisiologica l’esecutivo deve aiutare subito il commercio e la distribuzione. Altrimenti, la fotografia che ci offre il Censis sarà presto una dura realtà».

Nell’emergenza infatti si sono accelerati cambiamenti significativi nei comportamenti di consumo degli italiani. I consumatori sono diventati più sfuggenti e infedeli: 18 milioni hanno modificato i propri comportamenti di acquisto, cambiando negozi o brand di riferimento, gestendo diversamente la spesa, cambiando i criteri di scelta dei luoghi di acquisto. Dall’inizio della pandemia, 13 milioni hanno sostituito i negozi in cui di solito effettuano gli acquisti alimentari. Nel periodo dell’emergenza il 42,7% ha acquistato online prodotti che prima comprava nei negozi fisici, in particolare i giovani (52,2%) e i laureati (47,4%). In generale, dopo il Covid-19 il 38% degli italiani afferma che non tornerà alle vecchie abitudini di consumo.

Il futuro si sta forgiando nel fuoco dell’emergenza. E il retail, motore economico e grande bacino occupazionale, sarà imprescindibile per la ripresa.