Economia
Recovery, Draghi pronto alla consegna del piano. Chiederà all'Europa 221,5 mld
Il piano prevede 6 missioni e 16 categorie di spesa, 15,6 mld per la 'Salute', che quindi resta all’ultimo posto come nel piano Conte
Recovery, Draghi pronto alla consegna del piano. Chiederà all'Europa 221,5 mld
Il governo Draghi sta per affrontare un passaggio decisivo. Mancano solo otto giorni alla consegna del Recovery Fund all'Unione Europea. Il piano definitivo è chiuso a chiave nel cassetto del premier, che non ha voluto interferenze politiche. Tutto deciso a tavolino con i ministri tecnici dell'esecutivo e ora è pronto per essere consegnato. Il Piano - si legge sul Corriere della Sera - prevede 6 missioni e 16 categorie di spesa, ognuna delle quali suddivisa in un elenco dettagliato di progetti di investimento, accompagnati da un cronoprogramma di realizzazione, condizione per ottenere i pagamenti dall’Ue, che avverranno appunto sullo stato di avanzamento dei lavori. Ecco il Recovery Fund nelle sue sei missioni, in ordine decrescente di spesa: 57 miliardi sono destinati alla «Rivoluzione verde e transizione ecologica», di cui 22,4 perfinanziare pro- getti già in essere; 43,5 miliardi alla «Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura» e sono quasi tutti per progetti aggiuntivi (solo 4,3 miliardi per interventi in corso); 32,3 miliardi a «Istruzione e ricerca» (7,7 la parte per progetti in essere); 25,3 miliardi a «Infrastrutture per una mobilità sostenibile», poco più della metà per pro- getti nuovi; 17,6 miliardi per «Inclusione sociale» (4,3 miliardi per progetti in essere); 15,6 per la «Salute», che quindi resta all’ultimo posto come nel piano Conte, ma con quasi tutte le risorse aggiuntive.
La grossa novità riguarda l'entità della cifra, ben oltre il totale previsto. Ai 191,5 miliardi di fondi europei che andranno impegnati entro il 2026 - si legge su Repubblica - si aggiungono 30 miliardi del fondo complementare nazionale che serviranno a finanziare opere infrastrutturali che potranno essere realizzate anche oltre i sei anni previsti dal Next Generation Eu. Il totale sale quindi a 221,5 mld. Cinque le riforme previste: pubblica amministrazione, giustizia, fisco, semplificazione normativa e concorrenza. I progetti del piano, in tutto oltre 300 pagine, sono suddivisi in 16 componenti, raggruppate a loro volta in sei missioni: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; “rivoluzione” verde e transizione ecologica; infrastrutture per la mobilità sostenibile dove c’è anche lo sviluppo dell’alta velocità ferroviaria; istruzione e ricerca; inclusione e coesione sociale; salute.
Se otterrà il primo via libera, - prosegue Repubblica - entro l’estate ci sarà l’anticipo di 27 miliardi di euro da investire, il resto arriverà in erogazioni successive che dipenderanno dall’effettiva realizzazione dei progetti fino al 2026. Tra oggi e domani il ministro dell’Economia, Daniele Franco, definirà gli stanziamenti destinati alle diverse aree di intervento, fermo restando che la quota maggiore, il 30 per cento dei fondi (circa 67 miliardi di euro), andrà ai progetti finalizzati a realizzare la transizione ecologica. Mancano ancora alcuni dettagli (soprattutto politici) sulla governance del Pnrr, ma è confermato che sarà affidato al ministero dell’Economia il compito di monitorare l’andamento della spesa e l’attuazione degli investimenti e delle riforme. Resta invece aperta la composizione dell’organismo (farà comunque capo a Palazzo Chigi) che eserciterà la supervisione politica sul Piano.