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Economia
Recovery Fund: l'Italia si gioca tutto, 140-150 mld ma deve dire sì al Mes

Recovery Fund: l'Italia si gioca tutto, 140-150 mld ma deve dire sì al Mes

Il Recovery Fund voluto da Giuseppe Conte sta per diventare realtà, ma la strada è ancora in salita. Aumenta la sensazione - riporta Repubblica - di essere vicini all'accordo definito, che se tutto andrà bene sarà ratificato il prossimo 17 luglio nel vertice Ue. Ma c'è un ma, ed è rappresentato proprio dalle prossime decisioni dell'Italia, a cui spetterebbero non più i 172 mld pattuiti, ma "solo" 140-150, a fronte di una riduzione del pacchetto totale di aiuti da 750 a 600 mld. Gli stessi leader dei Paesi cosiddetti frugali, l’olandese Rutte e l’austriaco Kurz, ragionano sui termini del possibile patto. Che in fondo all’Italia andrebbe più che bene. Se Merkel e Macron sono orientati a sacrificare i 250 miliardi di prestiti proposti da von der Leyen per salvare i 500 miliardi di trasferimenti da non rimborsare, i nordici immaginano un altro genere di intesa. Pubblicamente chiedono di cancellare i contributi a fondo perduto per Italia e Spagna. Dietro le quinte, invece, fanno sapere di essere pronti a chiudere a 600 miliardi: 400 di aiuti e 200 di prestiti.

Per questa stessa ragione, - prosegue Repubblica - in vista del summit chiedono a Conte segnali “vitali” per negoziare un compromesso capace di reggere in patria: una sterzata su Mes, riforme e tenuta del governo. Sul Fondo salva-Stati chiedono di abbandonare la retorica “ideologica” dell’M5S per superare le critiche di chi dice che se l’Italia rinuncia a 36 miliardi senza condizionalità e a tassi nulli, allora non ha così bisogno del Recovery. Inoltre l’Italia è l’unico partner a non aver ancora notificato il Piano nazionale di riforme a Bruxelles. E qui i nordici affermano: come facciamo a sapere che non butterete via i soldi? Ecco perché chiedono a Conte un impegno sulle riforme, così come vogliono una prova che sia capace di governare la sua maggioranza per garantire che manterrà gli impegni.

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