Economia
Retail Summit 2019: al via la due giorni dedicata al mondo del commercio
Focus su competenze e modelli vincenti. Resca:"D’accordo con Confindustria per valorizzare la filiera e parlare con una voce unica alle istituzioni"
Si apre a Stresa la quarta edizione del Retail Summit, la due giorni di formazione e networking dedicata al mondo del commercio. Quest’anno, focus sulle competenze necessarie agli operatori moderni e sui modelli di governance vincenti
Modelli di governance vincenti nel retail, competenze manageriali, di selezione e formazione, ma anche di come il digitale e l’intelligenza artificiale possano diventare alleati straordinari nel migliorare la conoscenza del consumatore, aiutando i retailer a offrire servizi sempre più personalizzati e distintivi: questi i temi al centro della quarta edizione del Retail Summit – l’incontro annuale rivolto a top manager e imprenditori del retail, del franchising e della distribuzione moderna, che si propone di presentare e approfondire le eccellenze del retail per interpretare la contemporaneità e le prospettive per lo sviluppo futuro – si apre oggi all’Hotel Regina Palace di Stresa. Organizzato da FOOD, Confimprese ed EY, il Retail Summit 2019 si è articolato su due giorni, alternando sessioni plenarie e occasioni di networking informale. L’edizione di quest’anno si propone l’obiettivo di riflettere sulle nuove competenze che gli operatori del commercio moderno devono mettere in campo per affrontare un mercato in continuo cambiamento e un consumatore sempre più attento ed esigente.
Mario Resca, Presidente Confimprese ha messo in evidenza:” Siamo in uno scenario complicato e incerto a livello mondiale. L’Europa crea ulteriori incertezze e l’Italia vive un momento non facilissimo e la fiducia delle imprese e dei consumatori è in difficoltà. Siamo in una situazione stagnante del PIL, i consumi languono, gli investimenti sono in difficoltà: non è un momento incoraggiante”. Sulle chiusure domenicali il Presidente ha sottolineato: “Una cosa che funziona è la libertà di mercato, servire i consumatori sempre”. Per quanto riguarda l’accordo siglato ieri con Confindustria, il Presidente ha altresì aggiunto:” Confimprese nasce per chiedere alle istituzioni un mercato libero e aperto, che possa togliere il peso della burocrazia, che rende lo sviluppo difficile in un Paese con un’alta pressione fiscale. L’accordo è stato siglato affinché si possa stimolare la politica economica del governo, per contrastare una decrescita felice. Siamo completamente d’accordo con Confindustria per valorizzare la filiera e parlare con una voce unica alle istituzioni.” Così ad Affaritaliani.it il Presidente: “Il nostro compito è di fare sistema per affrontare con le istituzioni i temi importanti che consentono alle imprese di creare stabilità, posti di lavoro e di stimolare il governo a prendere scelte coerenti. L’obbiettivo è anche quello di coinvolgere idealmente altre associazioni per dare la possibilità di una collaborazione, più che un confronto contenzioso”.
Un interessante analisi di scenario è stata poi fornita dall’economista Francesco Daveri, secondo il quale, a decretare se nel 2019-2020 dovremmo o meno aspettarci più serenità sui mercati mondiali, saranno i rialzi nei tassi Usa e Ue e il rischio del protezionismo. Per quanto riguarda lo Satus Quo europeo anche le ultime elezioni smentiscono l’ipotesi di un smantellamento dell’euro e dell’’UE. Per l’Italia invece si prospetta una “crescita anemica” ma non una recessione e nessun aumento dell’Iva. Forse le tasse scenderanno, ma senza coperture, mentre il deficit andrà in rialzo.
Mario Resca, Confimprese: "2° semestre in rialzo con 675 aperture e 6.750 posti di lavoro". Donato Iacovone, EY: "Il 33% dei retailer mira a incrementare l’uso della tecnologia, automazione e artificial intelligence come priorità per la loro employment strategy".
L’Osservatorio Confimprese sul 2° semestre luglio-dicembre 2019 lima al rialzo le previsioni annunciate lo scorso gennaio (1027 aperture e 10mila posti di lavoro creati). L’output per il semestre che prende il via a luglio prevede 675 aperture di nuovi punti vendita con un impiego di 6.750 risorse totali e una crescita del 10% sullo stesso periodo 2018. Il lieve rimbalzo positivo è da ascrivere alla necessità da parte dei retailer di continuare a puntare sullo sviluppo della rete distributiva, nonostante il freno imposto dal ddl sulle chiusure dei festivi, ventilato tra il 2018 e la prima parte del 2019, ora in stand by alla Camera.
Nello split per regioni il Lazio sorpassa per la prima volta la Lombardia per numero di aperture: 97 vs 91 grazie a Roma che si conferma regina del turismo italiano con 15,2 milioni di incoming turistici.
"A questo punto dell’anno – chiarisce Mario Resca, presidente Confimprese – con lo stallo politico ancora in atto, che ha per il momento congelato il ddl sulle chiusure festive dei negozi, i retailer hanno ripreso a puntare sullo sviluppo della rete distributiva. Registriamo, infatti, un rimbalzo positivo di qualche punto percentuale grazie al rapido aumento di food e ristorazione. L’incertezza normativa pesa, ma le imprese lavorano per raggiungere gli obiettivi che si sono date a inizio anno e lo fanno nonostante le avversità".
L’Osservatorio Confimprese segnala sostanziale parità nel numero dei punti vendita nei centri commerciali e nei centri storici: quelli con metrature sotto i 250 mq sono per il 40% nei centri commerciali, per il 40% in centro storico e per il 20% in periferia. Di contro, gli esercizi commerciali con metratura dai 400 ai 1500 mq e oltre come ristoranti, fast food e negozi di abbigliamento sono localizzati principalmente nei centri commerciali e retail park. Secondo l’ultimo Capital Confidence Barometer di EY, oltre il 50% dei retailer ha delle difficoltà nell’identificare e nel reclutare risorse con le nuove competenze richieste dal settore. Infatti, dall’EY Italy Change Management study è emerso che questo comparto non dispone di figure specializzate in Data Analytics, Big Data e Artificial Intelligence e conta una carenza del 90% di professionisti esperti in Cloud Computing, Social media e Comunicazione digitale, e dell’80% in Cyber Security.
Commenta Donato Iacovone, AD di EY in Italia e Managing partner dell’Area Mediterranea: “Questo settore necessita di persone in grado di gestire in totale autonomia i nuovi canali di contatto e vendita con la clientela, nonché figure in grado di guidare le decisioni aziendali sfruttando i dati e le nuove tecnologie. Dall’ultimo Capital Confidence Barometer di EY è emerso che il 33% dei retailer mira a incrementare l’uso della tecnologia, automazione e artificial intelligence come priorità per la loro employment strategy. Diviene quindi necessario attuare al proprio interno un piano di cambiamento delle competenze sia per gestire il business quotidiano sia per crescere e competere sui mercati locali e globali in ottica omnichannel”. Donato Iacovone mette inoltre in evidenza:” Sono in atto molti cambiamenti, a partire dalle piattaforme e-commerce. Il consumatore si informa sui social, questo deve essere tenuto presente. Poi c’è il tema di recuperare produttività tramite la tecnologia. Questo significa che ci vogliono competenze nuove”. Sull’occupazione femminile, l’amministratore delegato ha reso evidente: “Per quanto riguarda le donne sono massivamente impiegate sull’assistenza alla vendita e sulla parte marketing. In questi due settori l’intelligenza artificiale avrà un ruolo fondamentale, se non stimoliamo queste competenze, se non investiamo sulle donne, non riusciamo ad anticipare e affrontare le sfide del futuro”. Iacovone ad Affaritaliani.it ha infine dichiarato: “Sfatiamo un mito: il commercio non è un business semplice. Abbiamo sempre avuto poca attenzione al tema delle competenze. In realtà vendere non è mai stato facile, in tutti i settori. Le competenze sono necessarie per avere marginalità. Sull’intelligenza artificiale c’è ancora tanta strada da fare e non ci sono le competenze necessarie all’interno delle aziende. Ci sono quindi due vie: attingere dai sistemi educativi o formare le persone che abbiamo. In ogni caso la formazione resta fondamentale”.
Digital Trasformation e Retail
Dall’indagine EY-Confimprese è emerso che il grado di conoscenza delle tematiche «digital» è ritenuto generalmente medio. Il 74% delle aziende non ha ancora avviato iniziative per migliorare le competenze digitali; meno del 20% ha attuato un piano di digital transformation per creare ambienti lavorativi digitali e solo circa il 25% ha attivato corsi di formazione specifici. Novità nella formazione, aumenta il numero delle Academy interne e della cosiddetta learning zone, che racchiude online tutti i corsi e le informazioni necessarie per lavorare nei punti vendita e accompagnare le persone in un percorso individuale di crescita professionale. Queste le principali evidenze emerse durante il 4° Retail Summit organizzato a Stresa da Confimprese, EY e Gruppo Food.
Sul ruolo delle nuove tecnologie Domenico De Angelis, Condirettore Generale Banco BPM, ai microfoni di Affaritaliani.it ha messo in evidenza: “Le intelligenze artificiali, la tecnlogia e i processi innovativi di digitalizzazione ai quali tutti stiamo partecipando sono fondamentali. Come mondo bancario stiamo investendo tanto, perché è un fenomeno del quale non possiamo a meno, anche perché il futuro è dei giovani, i quali sono digitali, innovativi creativi e proiettati verso il futuro. Tuttavia io resto dell’idea che alcuni servizi legati al mondo del retail (come la vendita a dettaglio) possono ancora avere un valore aggiunto importante.”
“Competenze del futuro”: lo studio di EY
All’interno della rivoluzione digitale sembra quindi essere fondamentale la ricerca di nuove competenze, per affrontare meglio un tale cambiamento. A questo proposito Donato Ferri (EY) ha presentato la ricerca sulle “competenze del futuro”, i cui risultati così ha sintetizzato ai microfoni di Affaritaliani.it: “La ricerca ci mostra il cambiamento delle competenze di carattere tecnico, ma stanno cambiando anche le competenze legate alla parte comportamentale, al come ci approcciamo al consumatore del domani e come interpretiamo le sue esigenze. Questo aspetto renderà i ruoli più ibridi, avremmo quindi bisogno di un forte sforzo di riqualificazione e formazione del personale a tutti i livelli”.
Gianmario Verona, Rettore dell’Università Bocconi ha chiosato ad Affaritaliani.it: “Dobbiamo essere sempre più bravi a interagire con le macchine, quindi diventerà sempre più importante diventare esperti in certe discipline e affrontarle in maniera sistematica. La complessità che ci circonda richiede una visione allargata delle cose, quindi le università devono abituare al pensiero critico”.
Una mutata consumer experience: sfide e modelli
Romano Mion (Eurospin) ha commentato ai microfoni di Affaritaliani.it:: “Una delle sfide per noi sono i pasti fuori casa: stiamo predisponendo dei bistrot innovativi. Seconda sfida è l’internazionalizzazione, perché vuol dire crescere in esperienza e conoscere mercati diversi. Poi il nostro business resta quello di dare il miglior rapporto qualità prezzo. Terzo filone è l’online, metteremo infatti in vendita su Intenet i nostri prodotti”.
Aureliano Cicala (MSC Crociere) ha detto ad Affaritaliani.it:”La sfida principale è quella di coniugare un approccio di vendita tradizionale con le nuove tecnologie. Quello che stiamo cercando di fare è di introdurre in agenzia degli strumenti digitali e delle nuove tecnologie che consentono di trasportare il cliente nell’ambiente nave e nei luoghi che andrà a visitare grazie a una realtà immersiva.”
Salvatore Majorana (Kilometro Rosso) ad Affaritaliani.it ha dichiarato: “Avere più tecnologie digitali che accompagnano il mondo fisico è la chiave volta per consentire alla filiera un ciclo continuo. Oggi abbiamo capacità di indirizzare i consumatori in un mondo di dati”
Gabriele Chiesa (Amplifon): “Il consumatore è alla ricerca di un servizio personalizzato. La fortuna di adesso è che abbiamo una mole di dati davvero importante che ci consente di fornire esperienze sia dal digitale al fisico personalizzate per i nostri clienti. Abbiamo anche gli influencer che trovano informazioni e consigliano il cliente che deve comprare un apparecchio acustico, quindi sfruttare questa mole di informazioni è il nostro futuro e quello su cui stiamo investendo.”
A concludere Giuseppe Stigliano (Docente di Retail Marketing Innovation) che ad Affaritaliani.it ha sintetizzato: "Se dovessimo tirare le fila dovremmo dire che indubbiamente il retail deve subire nuove logiche: il mondo è cambiato ma allo stesso tempo possiamo affermare che il retail non è morto ed ha ancora un ruolo da giocare. Bisogna prendere atto che le decisioni del consumatore passa per snodi digitali. Il customer journey non è più quello di una volta e dobbiamo fare i conti con il consumatore digitale”.
Cagnola (KFC) ha dichiarato: “La vera sfida è seguire la digitalizzazione che è diventata importante in tutti i settori. Io mi occupo del settore food in cui la parte fisica rimane comunque preponderante. Abbiamo capito e sentito che il canale digitale è sempre più richiesto, anche perchè il cliente si fida molto”.
Casillo (Casillo Bakery) ha spiegato:” Abbiamo cercato di percorrere tutti i territori italiani in cui esiste una produzione cerealicola e ci siamo concentrati sulla produzione di grano duro che può essere trasformato in ottime semole. Siam partiti con due regioni e quest’anno arriveremo a otto: speriamo ancora di crescere”