Economia
Trump firma il decreto anti-TikTok. Rumors: Microsoft punta a tutto il gruppo
Divieto a TikTok di operare negli Usa entro 45 giorni se ByteDance non la venderà. Per il FT Microsoft mira a tutte le attività. L'App minaccia azioni legali
The Donald tira dritto con la stretta sui social network cinesi e, dopo aver minacciato da giorni il provvedimento, ha firmato il decreto che vieta a TikTok di operare negli Stati Uniti entro 45 giorni se la sua casa madre cinese, ByteDance, non la venderà. Nel mirino della Casa Bianca è finita anche la super app di messaggistica istantanea WeChat, la cui proprietà è sempre di un colosso tecnologico del Dragone ovvero Tencent che ha accusato immediatamente il colpo in Borsa, perdendo oltre il 6% sul listino di Hong Kong.
Lunedì Trump si era detto aperto alla possibilità che un gruppo americano acquistasse TikTok, ma prima del 15 settembre, pena il divieto della piattaforma sul suolo americano. In prima linea per la trattativa c'è la statunitense Microsoft che, volendo implementare la propria strategia di espansione nell'universo dei social (ha già LinkedIn), ha immediatamente approfittato dell'empasse di TikTok, con una novità dell'ultima ora. Secondo quanto riferisce stamane il Financial Times, pare infatti che il colosso di Redmond guidato da Satya Nadella abbia messo nel mirino tutte le attività di TikTok, comprese quelle in India e in Europa. E non solo, come annunciato domenica, quelle americane e nei Paesi anglofoni come Canada, Australia e Nuova Zelanda.
Il quotidiano della City cita 5 fonti vicine ai colloqui in corso tra Microsoft e ByteDance. Ora, però, le mire del gruppo fondato da Bill Gates si sarebbero estese a tutti i Paesi dove TikTok opera. Dall'accordo rimarrebbe comunque esclusa la Cina dove è operativa un'app sorella di TikTok chiamata Douyin. Una fonte ha riferito al quotidiano che Microsoft sarebbe stata attratta dall'idea di comprare tutte le attività di TikTok per la difficoltà di separare le funzioni di back-office e per permettere agli utenti della app in un Paese di continuare a usarla quando viaggiano altrove.
Alla base del decreto restrittivo di Trump vi è la minaccia "alla sicurezza nazionale, alla politica estera e all'economia degli Stati Uniti". "TikTok acquisisce automaticamente vaste quantità di informazioni dai suoi utenti, comprese informazioni come la posizione e storie di visite e ricerche su Internet", si legge nel testo.
Secondo il decreto della Casa Bianca, i dati di TikTok, che sono stati scaricati 175 milioni di volte negli Stati Uniti e più di un miliardo di volte nel mondo, possono essere potenzialmente utilizzati dalla Cina per rilevare l'ubicazione di dipendenti e appaltatori del governo americano, creare file di persone per ricattarle e compiere spionaggio aziendale. Ieri, il Senato degli Stati Uniti ha votato per vietare l'installazione di TikTok sui telefoni dei funzionari federali. Il disegno di legge approvato dal Senato controllato dagli alleati repubblicani di Trump deve ora passare alla Camera dei rappresentanti, dominata dall'opposizione democratica.
Trump e altri funzionari affermano che TikTok possa essere utilizzato da Pechino per spiare i suoi utenti statunitensi, un'affermazione che la piattaforma, che opera al di fuori della Cina, rifiuta costantemente. WeChat è invece un'applicazione di messaggistica, social network e pagamento elettronico di proprietà di Tencent Holdings e conta più di un miliardo di utenti. "Come TikTok, WeChat cattura automaticamente enormi quantità di informazioni sui suoi utenti, minacciando cosi' di dare al Partito comunista cinese l'accesso alle informazioni personali degli americani", afferma il decreto.
Immediata la risposta della Cina che denuncia "una manipolazione politica e una repressione" degli Stati Uniti. Dal canto suo, invece la piattaforma fondata da Zhang Yiming che si è definita "sconcertata dall'ordine esecutivo emesso dagli Stati Uniti senza seguire alcuna regolare procedura", ha minacciato iniziative legali contro le misure di Trump che rappresentano un "pericoloso precedente riguardo ai concetti di libera espressione e mercati aperti", perseguendo "ogni correttivo disponibile" per "garantire che lo stato di diritto non venga messo da parte". Anche Tencent ha fatto sapere di aver iniziato a "esaminare l'ordine esecutivo per avere piena comprensione del testo" del decreto.