Economia

Viaggi spaziali, l'Italia torna in orbita: in missione a settembre con Virgin

Un equipaggio italiano, in base a un accordo del 2019 tra l'Aeronautica Militare e Virgin Galactic, salirà in orbita al fine di effettuare diversi studi

Space economy “privata”

Aldilà dei risultati, l’aspetto rilevante di queste spedizioni è il potenziale impatto sulla Space Economy e di come i privati potranno utilizzare lo spazio, finora riservato ai governi. Un esempio è SpaceX di Elon Musk, meno interessato al turismo spaziale e più concentrato sul volo degli astronauti della Nasa verso la Stazione Spaziale Internazionale e sul piano di un suo ritorno sulla luna, oltre ai servizi internet attraverso la costellazione satellitare di Starlink. La privatizzazione dello spazio è un campo molto più ampio del turismo spaziale e apre scenari geopolitici che dalla terra si riversano tra costellazioni e pianeti.

Quanto vale il turismo spaziale

Alimentato in gran parte dalla ricchezza personale di pochi individui, il settore del turismo spaziale sta accelerando, ma rimane una piccola costola della Space economy stimata in 900 miliardi di dollari entro la fine del decennio dagli analisti di Ubs. In questa prospettiva, il safari lunare rappresenta circa il 5% ovvero 4 miliardi di dollari entro il 2030, una cifra destinata a crescere quando hotel, compagnie aeree e tour operator annunceranno i loro piani di sviluppo.

Al momento le priorità sono altre a cominciare dalla ripresa post-Covid. In questa fase iniziale, soltanto pochi viaggiatori con alta potenzialità di spesa possono permettersi un’esperienza così stravagante: il costo del biglietto può andare da un minimo di 5mila dollari per il viaggio in assenza di gravità, ai 450mila dollari per il volo suborbitale alla Branson e Bezos, fino alla costosa camminata sulla luna valutata 150 milioni di dollari.

Prezzi destinati a scendere con l’aumento della domanda e l’entrata di nuovi operatori. Del resto, il suo sviluppo viene paragonato all’aviazione commerciale che data poco più di un secolo e iniziò con pochi voli e biglietti molto costosi. Bisogna aspettare l’avvento delle compagnie low-cost negli anni 90 per rendere il volo aereo accessibile a tutti.

Comunque, se i nomi di Branson e Bezos servono per attirare i titoli dei giornali, saranno gli investitori a decidere se buttarsi nell’avventura celeste. Virgin Galactic è stata la prima e l’unica finora a quotarsi a Wall Street nel 2017 e da allora il titolo è salito del 152 per cento. In controtendenza durante la crisi del Covid al punto che Branson ha ceduto alcune quote per sostenere le sorti della sua compagnia aerea, la Virgin Atlantic.

Ma dopo il primo volo del luglio scorso, il titolo è crollato del 40%, un segnale che gli investitori non si attendono altre novità per una società che nel secondo trimestre ha registrato una perdita di 84 milioni di dollari. Secondo Ubs, le previsioni per Virgin Galactic sono positive e si stimano 3.600 passeggeri entro il 2025 con un fatturato di 650 milioni di dollari...

E le società fanno funding

Approfittando dell’ondata di interesse, molti investitori fanno funding come nel caso di Space X di Elon Musk, valutata 36 miliardi di dollari e interamente finanziata da società di private equity. I fondi servono per finanziare i suoi progetti: come Crew Dragon per il trasporto degli astronauti della Nasa sulla Stazione spaziale internazionale ma anche per turismo; Starlink la costellazione di satelliti lanciati per gestire le informazioni internet e immagazzinare dati e Starship la nuova generazione di navicelle per il volo spaziale commerciale.

Fra chi è interessato a portare gli astronauti della Nasa sulla luna c’è anche Blue Origin di Bezos in concorrenza con Elon Musk. Al punto che il patron di Amazon ha aperto un’azione legale contro la Nasa perché a suo parere avrebbe favorito il progetto di Space X a scapito della sua creatura. Un contenzioso che in questo caso sarà risolto sulla terra e non sulla luna.