Spettacoli

Sting, parla il batterista che l'ha accompagnato a Il Palagio

di Chiara Giacobelli

Marco Fanciullini, 26 anni, è originario di Parigi, ma da qualche anno vive ad Arezzo nonostante torni spesso in Francia, dove spera di trasferirsi a breve, senza però rompere i contatti con l’Italia. Bellissimo, umile, sempre pronto ad ascoltare e ad imparare, alla sua età vanta un curriculum che pochi possiedono, ma soprattutto è un Artista con la A maiuscola, di quelli che nascono con la musica nel sangue e la passionalità nelle vene. Abbiamo fatto una chiacchierata con lui per scoprire i retroscena della sua formazione, i suoi sogni e ovviamente qualche chicca inedita sulla sua recente perfomance insieme a Sting, che Marco stesso vive ancora come una forte emozione, oltre che come una grande soddisfazione professionale.

 

Marco raccontaci da dove è nata questa passione per la musica. Quando hai iniziato a suonare?
“È partito tutto all’età di dieci anni circa, periodo in cui ho cominciato a suonare la chitarra classica: da principio prendevo lezioni nel paese in cui vivevo e vivo ancora, Rigutino, in provincia di Arezzo. All’epoca ascoltavo per lo più i dischi che mi faceva sentire mio padre: i Queen, Peter Gabriel, i Genesis, i Police, i Dire Straits. Poi un giorno mi capitò di vedere in un video alla tv questo strumento strano che era appunto una batteria e tentai di replicarla nel divano di casa mia, piazzando i cuscini come fossero tamburi e utilizzando i mestoli della nonna al posto delle bacchette, con l’impianto Hi-Fi accanto. Tutto questo durò circa un anno, durante il quale chiedevo ogni giorno a mio padre se potessimo comprare una batteria vera. Insomma, alla fine andammo a Siena, la acquistammo e da lì iniziò la mia carriera come batterista e percussionista”

Nonostante tu sia così giovane, nel tuo curriculum ci sono molte scuole importanti, esperienze, collaborazioni di tutto rispetto. Ti sei dato da fare…
“Molto, perché sin dall’inizio ho capito che questo era il mio sogno e la mia passione per la vita. Ho studiato a Roma con Derek Wilson – il celebre batterista di Zucchero, Venditti, Cocciante, Rino Gaetano, Renato Zero e molti altri – dal quale ho appreso tanto e con cui sono ancora in contatto. Verso i sedici anni ho cominciato a suonare con vari gruppetti che nel frattempo ero riuscito a mettere in piedi e poi mi sono iscritto al Conservatorio di Siena, dove ho studiato percussioni classiche, per diplomarmi infine alla PercentoMusica di Roma in batteria. Anno dopo anno ho imparato a suonare, oltre alla chitarra e al basso, anche le percussioni moderne (il cajon, per esempio, utilizzato nella perfomance con Sting) per aumentare il mio bagaglio di conoscenza musicale e anche le possibilità lavorative”.

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Quali sono i progetti che stai seguendo al momento?
“Ho sempre avuto una sala prove a casa per lavorare con tutti i miei gruppi, la quale ultimamente è diventata un vero e proprio studio di registrazione, dove realizzo musiche per spot pubblicitari, produzioni per cantanti oppure idee mie; insomma, è un po’ un atelier artistico aperto a chiunque voglia collaborare. Ormai da anni suono in club, manifestazioni e festival in tutta Italia, a Parigi e Nizza, avendo anche l’opportunità di registrare talvolta dischi per alcuni cantautori; tra gli altri, vale la pena citare quello risalente all’ottobre del 2014 presso lo studio “Sonic Ranch”di El Paso, in Texas, prodotto da Fabrizio Simoncioni. Attualmente i gruppi principali di cui faccio parte sono LaMente – stiamo lavorando al secondo album che uscirà a fine anno con la partecipazione di Guglielmo Ridolfo Gagliano, detto Gando – e i Feet’nTones. Insieme a vari musicisti nell’ultimo periodo ho anche aperto i concerti dei Negrita, Max Gazzè, Paolo Benvegnù, la BandaBardò, i Baustelle, Cristina Donà ed altri. Infine, sto portando avanti un progetto insieme a un bravissimo artista di Parigi, Alex Keren, incentrato su pop, rock, funk e soul”

Non dimentichi qualcuno?
“La collaborazione con Sting, certo. Quella è stata senza dubbio l’esperienza più emozionante e piacevole della mia vita. Sono stato chiamato a suonare alla Tenuta Il Palagio da Cinzia Re, una bravissima cantante toscana, insieme al chitarrista Edoardo Daidone e al pianista Marco Aiolfi.  Il nostro compito era quello di intrattenere durante un aperitivo privato gli amici di Sting, quasi tutti stranieri tra cui molti registi, produttori e attori. Sapevamo soltanto che anche lui avrebbe partecipato all’happy hour e c’era nell’aria il sentore che forse avrebbe fatto un paio di pezzi chitarra e voce da solo, ma nulla di più. Quando è salito sul palco e ha iniziato a suonare a due passi da me, avevo il cuore che mi batteva a mille, ma al tempo stesso cercavo di rimanere concentrato al massimo per essere pronto nel caso fossi dovuto intervenire in qualche modo: infatti, sul finale di “Every breath you take”all’improvviso mi ha fatto cenno di attaccare con il cajon. Insomma, è stata una cosa non concordata, nata lì sul momento, ma in queste situazioni, anche se non ci si è messi d’accordo prima, un artista che fa questo mestiere da anni sa osservare ed è sempre pronto ad intervenire al momento giusto. Così, abbiamo suonato questo emozionante finale insieme”

Un’ultima domanda: quali consigli daresti a un ragazzo che oggi voglia iniziare questo percorso così difficile, per il quale è necessario tanto studio e talento?
“Dopo circa quattro anni che insegno in varie scuole di musica private, mi sono reso conto di quanto sia in realtà difficile dare consigli, perché nonostante la musica sia un linguaggio mondiale, essa rimane sempre molto soggettiva e proviene da un’energia che una persona ha dentro, la quale coincide con uno specifico stato d’animo e una particolare sensibilità. Io sono un tipo abbastanza solitario, ma quando suono la sensazione che ho è quella di sentirmi a casa, a mio agio, nonostante il fatto di mettersi in mostra davanti a tanta gente sopra un palco possa in parte andare contro la mia personalità. L’unica cosa che mi sento di consigliare è allora quella di provare a investire il massimo di tempo e di energie sui propri sogni, anche se a volte è faticoso, anche se sei e forse sarai sempre un precario. Insomma, chi riesce a dare il massimo, ha più opportunità di ottenere il massimo. Ma a parte ciò, al di là della tecnica, io penso che essere un artista sia un qualcosa che una persona possiede nel Dna. Soprattutto, se vuole vivere della propria arte, allora deve necessariamente essere disposto a rischiare”.
 

sting every breath you take
 

 

Prossime date Marco Fanciullini
- 25 settembre:
con il gruppo musicale Umagroso presso la manifestazione "Giorni di Bacco" a Castiglion Fiorentino
- 2 ottobre: con il gruppo musicale Umagroso presso la birreria "HB" di Terranova Bracciolini
- 21 novembre: spettacolo "Music Evolution" presso il Teatro Signorelli di Cortona