Esteri
Burundi al voto fra sangue e arresti: il favorito è anti-occidentale
Preoccupazione di Onu e Unione africana per il voto in Burundi fra sangue e repressione. Favorito il generale anti-Occidente
Oltre 140 membri dell'opposizione arrestati dall'inizio della campagna elettorale, partita tre settimane fa, in vista del voto presidenziale e parlamentare di domani in Burundi. E’ questo il risultato della promessa fatta tanti anni fa dal presidente uscente Pierre Nkurunziza. Promessa di una transizione democratica e pacifica dopo il fiume di sangue fra le due etnie del Paese hutu e tutsi a seguito della decolonizzazione del Regno di Belgio che ha provocato instabilità e guerra civile.
Pierre Nkurunziza non e' in corsa per la rielezione, ma rimarrà una figura rilevante dal punto di vista politico dopo che il Parlamento ha approvato nel 2018 la norma che gli conferisce il titolo di "guida suprema al patriottismo" in seguito all'elezione di un nuovo presidente. Il generale Evariste Ndayishimiye è il candidato designato e appoggiato dal partito governativo e che risulta a oggi il favorito. L’intellettuale e scrittore David Gakunzi, protagonista dei negoziati di pace del 2000, ora esule in Europa, ha scritto un ‘ritratto’ del candidato favorito per l’agenzia Dire. Lo definisce “amante delle invettive contro l'Occidente e i vescovi cattolici del suo Paese, ‘imprevedibile’ e animato da fervore religioso”.
"E' un personaggio imprevedibile: in un primo tempo si era per esempio espresso contro un terzo mandato di Pierre Nkurunziza, salvo poi tornare a esserne un fedele alleato. Ndayishimiye condivide con Nkurunziza un certo fervore religioso" dice Gakunzi. "Sembra persuaso di essere stato scelto da Dio; si dice che un uccello si sia posato sulla testa della sua sposa pochi giorni prima che fosse designato candidato dal Congresso del Cndd-Fdd (partito del presidente in carica Pierre Nkurunziza ndr)".
L'Unione africana e l'Onu intanto hanno espresso preoccupazione per gli scontri in Burundi tra sostenitori delle forze politiche rivali durante la campagna elettorale. A peggiorare le cose la scelta sorpresa del governo che ha annunciato l'espulsione del rappresentante dell'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms) nel paese, Walter Kazadi Mulombo, dichiarato "persona non grata" insieme ad altri tre esperti sanitari. E il coronavirus? "Nessuna paura, Dio ama il Burundi" ha detto Ndayishimiye, parlando dell'ecatombe provocata altrove dalla pandemia.