Esteri

Plenum in Cina. Pompeo in Asia. Giappone, Corea, Sud-est. Pillole asiatiche

di Lorenzo Lamperti

La settimana della (geo)politica asiatica

PLENUM CINESE - Mentre il mondo attende di sapere se Donald Trump rimarrà il presidente degli Stati Uniti anche nei prossimi quattro anni oppure se il suo posto verrà preso da Joe Biden, in Cina si è svolto il più importante appuntamento politico dell'anno: il quinto Plenum del Partito Comunista (per i neofiti, qui una spiegazione per capire di che cosa si tratta). Via libera al nuovo piano quinquennale, che in realtà è un piano quindicennale. Lo sguardo del Partito, e di Xi Jinping arriva fino al 2035, linea mediana individuata da tempo dal presidente per il compimento della modernizzazione socialista. Come osserva Simone Pieranni, a metà strada fra il centenario del Partito (che si festeggerà a luglio 2021) e quello della Repubblica Popolare del 2049. 

Come sarà il nuovo piano quinquennale? Le parole d'ordine sono autosufficienza, autarchia tecnologica, consumi interni, doppia circolazione con apertura all'esterno, crescita di qualità. Le criticità da risolvere, "compito arduo" riconosce il bollettino di chiusura dell'evento, sono ancora quelle riguardanti l'ammodernamento rurale e la riduzione delle differenze tra province costiere e province interne. Un problema cronico, per Pechino. Oltre a tecnologia, innovazione e scienza, il piano (che non prevede un target esplicito di crescita, anche se si parla di un +3,5%) insiste sulla riconversione ambientale e sul miglioramento di cultura e soft power per realizzare "una bella Cina". Tra gli obiettivi di sviluppo entra anche l'ammodernamento militare e la "preparazione alla guerra". Il che non significa che ci sarà una guerra, nonostante i tentennamenti di una portavoce nella risposta nel merito a un ipotetico conflitto con Taiwan, ma che Pechino vuole farsi trovare pronta e proteggere la sovranità nazionale (e si torna al riferimento a Taipei) in un clima di "crescente instabilità", che presenta comunque "opportunità strategiche nel presente e nel futuro". Ah, il tutto è stato presentato (per la prima volta) in conferenza stampa. Per avere un quadro completo di quanto accaduto potete dare un occhio a quanto ho scritto alla vigilia e a conclusione del Plenum.

Il 2035 non è solo l'orizzonte del nuovo piano, ma anche quello politico di Xi. Almeno, queste sono le sensazioni, visto che continua a non intravedersi un ipotetico successore e non è stata annunciata alcuna nomina civile nella commissione militare, solitamente anticamera dei leader. Secondo il The Straits Times esiste anche l'ipotesi del ritorno della carica maoista di "grande timoniere". 

Solo altri due spunti sul Plenum perché altrimenti andiamo avanti tutto il fine settimana. China Media Project ha analizzato il lessico del bollettino di chiusura del Plenum. Come sempre ne escono spunti interessanti. Nikkei Asian Review ha invece provato a "craccare" il "codice Da Vinci" cinese per il 2035 con uno studio di date e numeri. Possono sembrare due cose da nerd ossessionati dalla Cina. Beh, forse sarà anche così, ma tenete presente che la simbologia e i rimandi storici nel Regno di Mezzo non sono solo forma ma anche sostanza.

IPO DA RECORD PER ANT E NIENTE DECOUPLING - Nel frattempo, Ant Group punta a raccogliere 34,5 miliardi di dollari nella sua doppia quotazione a Hong Kong e a Shanghai per una valutazione societaria complessiva di oltre 313 miliardi: il braccio finanziario di Alibaba si avvia a entrare nella storia come la più grande Ipo di tutti i tempi, superando anche quella di Saudi Aramco.

Segnale importante anche a Wall Street, il cui legame con il Dragone sembra però si stia rafforzando nonostante le tensioni commerciali e geopolitiche tra Washington e Pechino. Altro segno che il chiacchierato decoupling (disaccoppiamento delle economie) sia tutt'altro che scontato o semplice da raggiungere. 

Contestualmente al focus sul mercato interno, la Cina cerca di continuare ad attrarre gli investitori stranieri

 

IL TOUR ANTI CINESE DI POMPEO TRA SUBCONTINENTE E SUD-EST

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Mentre a Pechino andava in scena il Plenum, negli Stati Uniti ci si prepara alle elezioni presidenziali di martedì 3 novembre. E come si prepara Mike Pompeo? Ovviamente con un tour anti cinese in Asia. L'ennesimo, dopo il recente viaggio a Tokyo per il summit Quad da cui erano state rimosse le tappe in Mongolia e Corea del sud a causa della positività al Covid di Trump. Stavolta il segretario di Stato Usa in Asia c'è stato eccome, con incontri in cinque paesi tra subcontinente indiano e Sud-est asiatico. 

Come già anticipato settimana scorsa, l'India ha firmato un accordo per lo scambio di dati via satellite. Questo garantirà ai droni e ai missili di Nuova Delhi di essere più precisi e letali. La stessa possibilità già garantita anche a Giappone e Australia L'accordo arriva in un momento nel quale le tensioni per gli scontri lungo il confine conteso degli scorsi mesi tra India e Cina non si sono ancora del tutto dissipate. Ed è un chiaro segnale a Pechino della volontà di Washington di provare a creare quella "Nato asiatica" a cui però, per ora, gli attori dell'Indo Pacifico si sono negati. Compresa l'India, che ora però si avvicina agli Usa in risposta al Dragone. Anche se, in realtà, non sembra volere uno scontro ma solo un confronto. E per questo, secondo Asia Sentinel, in India tiferebbero per Biden che potrebbe provare a normalizzare i rapporti regionali.

Anche sulle Maldive, che negli scorsi anni si erano avvicinate molto a Pechino. Nuova Delhi ha messo da parte le gelosie sulla partnership difensiva dell'arcipelago all'interno della sua sfera d'influenza e il big brother a stelle e strisce, benedicendo il nuovo accordo sulla sicurezza siglato tra Washington e Malé. Gli Usa apriranno anche un'ambasciata alle Maldive. Altro segnale che la latitanza asiatica è finita. 

Dallo Sri Lanka, Pompeo ha assaltato il "modello cinese", esemplificato nella Belt and Road che proprio nel paese insulare dell'oceano Indiano ha conosciuto grande sviluppo. In realtà, Colombo appare sempre più vicina a Pechino, anche dopo le recenti elezioni. Lo prova anche la richiesta di un ulteriore prestito al Partico Comunista Cinese. Mentre il presidente Rajapaksa concentra sempre di più i poteri. 

Il tour di Pompeo si è poi spostato nei due paesi chiave dell'area Asean, Indonesia e Vietnam. Guarda caso gli stessi visitati una decina di giorni prima dal neo primo ministro del Giappone, Suga Yoshihide, nel suo primo viaggio all'estero (tema del quale avevamo diffusamente parlato qui).

Da Giacarta, il segretario di Stato americano ha attaccato Pechino sul tema del Mar Cinese Meridionale. Già negli scorsi mesi Washington aveva provato ad arruolare i paesi del Sud-est in una coalizione anti cinese, con scarsi successi (ne avevamo scritto qui). E anche stavolta il governo indonesiano non sembra aver raccolto l'invito, mantenendo un profilo più basso.

D'altronde nessuno, in area Asean (che sul tema delle dispute marittime resta divisa) nessuno vuole essere costretto a scegliere. Nemmeno il Vietnam, nonostante le sue crescenti ambizioni commerciali e diplomatiche, raccontate quiNuovo giro, nuovo capitolo di sfida alla Cina, stavolta sulle azioni di Pechino nella regione del Mekong. Pompeo ha attaccato "la manipolazione delle correnti del fiume, che influiscono negativamente sulla vita di milioni di persone che dipendono dal fiume per il loro sostentamento". Qui un resoconto della fermata vietnamita del viaggio di Pompeo.

Nel Pacifico meridionale, intanto, Palau ha chiesto agli Usa di mandare dei militari, mentre Washington e Canberra (significativamente insieme a Tokyo)  finanziano i cavi sottomarini dell'arcipelago. Tema sul quale negli ultimi anni l'Australia si era scontrata con la Cina sulle isole Salomone.

 

GIAPPONE

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Manovre militari alle Senkaku - Oltre a Taiwan e al Mar Cinese Meridionale, gli Stati Uniti fanno capire alla Cina di essere attenti anche a quanto accade sul Mar Cinese Orientale. Hanno preso il via i test biennali Keen Sword, con circa 46 mila soldati e marines nipponici e americani, con migliaia di aerei e dozzine di navi da guerra. Il messaggio è chiaro: Washington è pronta a schierarsi con Tokyo alla bisogna, tanto che avverte di essere pronta a mandare miitari alle isole contese Senkaku/Diaoyu.

Sfida tech, Pokemon e allentamento restrizioni di viaggio - Sony ha ricevuto il permesso di esportare alcuni sensori a Huawei, ma intanto lo scontro tecnologico tra Usa e Cina consente alle aziende giapponesi di raggiungere un accordo sullo sviluppo delle infrastrutture di rete 5G nel Regno Unito.

Sul fronte dei rapporti con la Cina, mentre Pokémon ha dovuto cambiare il nome di sei personaggi sul mercato cinese, si segnala l'allentamento delle restrizioni di viaggio tra i due paesi. Si va verso una bolla dell'Asia orientale, che ha gestito meglio la pandemia e sta ripartendo.

I negoziati con la Russia sulle Curili - Tra le altre contese territoriali irrisolte portate in eredità dal secolo scorso, c'è quella sulle isole Curili meridionali con la Russia. Suga ha dichiarato di voler arrivare a un accordo con Mosca. Sarebbe il segnale di una ritrovata "pienezza geopolitica" del Giappone, che sta costruendosi una propria dimensione sì in asse con gli Usa, ma non residuale.

 

COREA

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Samsung, addio a Lee - Nella penisola sono successe un po' di cose negli ultimi giorni. Innanzitutto, è morto Lee Kun-hee, l’imprenditore che ha trasformato la Samsung in un colosso mondiale. Si tratta di uno degli uomini chiave dello sviluppo della Corea del sud, come racconta bene Giulia Pompili, che getta anche uno sguardo sul futuro dei chaebol sudcoreani. 

New York Times a Seul - La capitale sudcoreana diventa sede della redazione principale in Asia del New York Times. Lo si sapeva da qualche tempo, da quando la redazione di Pechino ha visto perdere pezzi storici come Chris Buckley a causa dello scontro sui media tra Usa e Cina. Stephan Dunbar-Johnson, presidente della The New York Times Company, ha detto che lo storico quotidiano americano ha scelto Seul per l'alto livello di libertà di stampa garantito dal paese.

Wto, Cina e Quad - A proposito di Usa, la Corea del sud sta suo malgrando entrando nella contesa globale tra Washington e Pechino. A partire dal tema della direzione dell'Organizzazione mondiale del commercio (WTO). Gli Usa hanno bloccato la nomina della candidata nigeriana, appoggiata ufficiosamente dalla Cina, rilanciando le opportunità della candidata coreana, osteggiata dal Giappone a causa della guerra commerciale in corso tra i due paesi dell'Estremo Oriente. Vicenda raccontata in modo esauriente da Giulia Pompili in Katane.

A Seul non hanno accolto benissimo il modo con cui Xi Jinping ha celebrato il 75esimo anniversario della fine della guerra di Corea aka "guerra contro l'aggressione americana". Ma ciò non significa che la Corea del sud aderirà alla piattaforma del Quad, così come vorrebbe la Casa Bianca che aveva invitato anche Seul al fantomatico G7/G11.

 

TAIWAN

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Risolto (per ora) il nodo Pratas - Nelle scorse settimane avevamo parlato della vicenda legata alle Pratas (Dongsha), con il volo taiwanese invitato dalle autorità di Hong Kong di tornare a Taipei e non atterrare sull'isola controllata dal governo taiwanese (e rivendicata da Pechino come il resto del territorio della Repubblica di Cina). Sembrava potersi aprire una crisi, con le Pratas tagliate fuori dalla comunicazione con l'isola madre. Ma in questi giorni un nuovo volo ha potuto atterrare, a conferma che si era trattato di una contingenza legata ad alcuni test militari. 

Microsoft investe a Taiwan (da China Files) - Microsoft costruirà il suo nuovo data center Azure a Taiwan. La scelta potrebbe aprire un enorme ventaglio di opportunità per Taipei, che potrebbe trasformarsi presto in un hub tecnologico altamente strategico per la regione. L’azienda statunitense promette, insieme al centro per il cloud-computing, di lavorare con il governo taiwanese per fornire nuove tecnologie per la sicurezza informatica e creare oltre 30 mila nuovi posti di lavoro. Solo un mese fa anche Google ha dichiarato che costruirà il terzo data center asiatico a Taiwan, che gode di un settore industriale molto avanzato su telecomunicazioni, hardware e innovazione. 

Stati Uniti e Cina continuano a litigare per la vendita di armi a Taipei, che nel frattempo celebra il primo matrimonio omosessuale all'interno del suo esercito. 

United Microelectronics Corporation, fonderia di semiconduttori taiwanesi, si è dichiarata colpevole in furto di segreti commerciali a favore di una compagnia statale della Repubblica Popolare. Ed  stata condannata dal dipartimento di Giustizia Usa a pagare una multa di 60 milioni di dollari.

Polemiche sul Guomindang, il partito di opposizione taiwanese, che il 25 ottobre ha festeggiato il 75 esimo anniversario della restituzione di Taiwan alla Repubblica di Cina. L'ex presidente Ma Ying-jeou ha detto che le celebrazioni non hanno nulla a che fare con il principio dell'unica Cina.

 

SUD-EST ASIATICO

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Proteste in Thailandia - Proseguono le manifestazioni a Bangkok, ma per la prima volta negli scorsi giorni il premier Prayuth Chan-ocha si è impegnato ad agevolare il processo parlamentare di riscrittura della Costituzione, una delle richieste delle proteste. Basterà a calmare la piazza che chiede anche le dimissioni del governo e (una sua parte) mette in discussione l'istituto della monarchia? Abbiamo fatto un punto sulle proteste e sulle relazioni tra Italia e Thailandia in questa intervista all'ambasciatore a Bangkok, Lorenzo Galanti.

Nel frattempo, Thailandia e Cina hanno firmato (in ritardo) un accordo da 1,62 miliardi di dollari per la costruzione di una linea ferroviaria ad alta velocità in ambito Belt and Road.

Vietnam, migranti dalla Cina e accordo col Regno Unito - Come abbiamo detto varie volte, il Vietnam è tra i paesi che si riprenderà meglio dalla pandemia a livello economico, dopo averla prevenuta con successo dal punto di vista sanitario. Per questo, secondo Radio Free Asia e diversi altri media locali, le autorità vietnamite si trovano a fronteggiare un crescente numero di migranti dalla regione autonoma cinese del Guangxi. Si parla di centinaia di transfrontalieri che vanno a cercare lavoro dall'altra parte del confine.  A riprova che la situazione interna di alcune province cinesi non è ancora così rosea. Mentre video, la cui veridicità non è al momento possibile confermare, dimostrerebbero che da parte cinese si starebbe cercando di costruire ostacoli fisici al passaggio oltre confine. Esagerazioni o meno, sarebbe difficile tenere sotto controllo un tratto così esteso di territorio. 

Intanto Hanoi rafforza i suoi rapporti internazionali con un accordo commerciale raggiunto con il Regno Unito post Brexit. 

Indonesia: nichel, uiguri, anti Widodo -  Secondo Caixin, l'Indonesia diventerà un campo di battaglia per l'approvvigionamento di nichel, elemento chimico fondamentale allo sviluppo delle batterie per automobili elettriche. A livello politico, la battaglia potrebbe essere invece tra Joko Widodo e l'ex comandante militare Gatot Nurmantyo, che sta cavalcando le proteste per aprirsi (forse) la strada alla sfida elettorale con l'attuale presidente.

Intanto, Giacarta ha estradato in Cina quattro uiguri sospettati di terrorismo.

In Malaysia l'ex primo ministro Mahathir ha scritto sui social media che i musulmani "hanno diritto a uccidere milioni di francesi". In realtà, non si trattava di un commento all'attentato di Nizza ma all'offensiva di Macron sull'Islam politico. E se l'è presa perché Facebook e Twitter hanno rimosso il suo commento "preso fuori contesto".

 

ALTRE BREVI

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Hong Kong

Dal 10 novembre i prodotti di Hong Kong avranno l'etichetta "made in China" per effetto della mossa di Trump degli scorsi mesi di porre fine allo status speciale dell'ex colonia britannica.

Cina Africa

Lo Zambia ha raggiunto un accordo sulla riduzione del debito con la China Development Bank.

Egitto nuovo fronte nella contesa Usa/Cina su Huawei.

Cina Europa

La Bulgaria entra nella coalizione anti Huawei.

Three Seas Initiative: risposta europea alla Belt and Road?