Esteri

Coronavirus.Trump attacca la Cina e ‘contagia’ pure l’Europa

di Daniele Rosa

In crescita critiche ‘diplomatiche’ dai Paesi europei. Italia unica a fare l’inchino.

’Poca trasparenza sulla vera provenienza del virus di Wuhan, sulla gestione dello stesso, sui tempi ritardati delle informazioni al mondo’ sono queste le nuove accuse del Presidente americano alla Cina.

Accuse a doppia velocità con le dichiarazioni di rinnovato rispetto e amicizia verso il Presidente cinese Hi Jinping e quelle di colpevolezza per tutta una serie di punti ancora abbastanza nebulosi del Paese sulla storia Coronavirus.

Già molti studi legali americani stanno immaginando o solo sognando ‘class action’ milionarie nei confronti del gigante cinese.

Un crescendo che ha costretto i cinesi ad una risposta ufficiale agli Stati Uniti e al tycoon ‘il nemico è il virus, non è certo la Cina. E’ necessario smetterla di cercare colpevoli e continuare invece a lottare contro la pandemia’.

Un vento di protesta che  però sembra essere arrivato anche in Europa.

Un vento sostenuto da estrema cautela e diplomazia ma diversi numeri uno europei hanno chiesto al gigante cinese di fare chiarezza in merito all’origine, alla gestione e ai dati ufficiali sulla pandemia da Coronavirus.

Alla testa di questa protesta che, al momento è ancora ad un livello molto soft, Regno Unito e Francia.

‘Chiediamo alla Cina che ci rispetti, come essa stessa chiede di essere rispettata’ ha dichiarato Jean-Yves Le Drian, Ministro degli Esteri francese.

‘Chiaramente nulla potrà tornare come prima-gli ha fatto eco l’omologo inglese, Dominic Raab-fino a quando la Cina non chiarirà completamente tutta la storia intorno al virus’.

In ogni caso i toni, sia del Governo britannico che di quello francese, si mantengono ancora molto educati e ‘lievi’.

Coronavirus. Trump attacca la Cina e l'Europa lo segue 'diplomaticamente'

Il Regno Unito sta continuando a muovere e comperare materiale sanitario dalla Cina e la stessa Francia cerca apparentemente di mantenere relazioni in equilibrio ma fino ad un certo punto. Un punto di equilibrio fra stabilità e competizione, difficile di mantenere a lungo se si comincia a perdere fiducia.

Certo che molto è cambiato da quando in Cina, allo scoppio dell’epidemia, arrivavano gli aiuti europei ricambiati un paio di mesi dopo con gli aerei cinesi carichi di materiale sanitario e medici in soccorso dei Paesi europei in piena pandemia.

Ora il virus ha stressato i termini critici della geopolitica e cambiato i toni. Con due invitati di ‘pietra’: la storia non interamente conosciuta del virus e il business miliardario del 5G Huawey.

Certo Regno Unito e Francia non stanno usando la retorica da elezioni di Donald Trump che non si è mai scordato di indicare il Coronavirus come ‘virus cinese’ e né di smentire i rumours della possibile fuga da un laboratorio cinese di un virus modificato.

Coronavirus.Trump attacca la Cina e l'Europa lo segue 'diplomaticamente'

Un virus creato in laboratorio, come sostenuto dal Premio Nobel Luc Montagnier, scopritore dell’Aids, che ha dichiarato più volte di come il Coronavirus possa essere stato modificato con l’aggiunta di piccolissime parti del virus dell’Aids. ‘Un virus creato sicuramente da qualcuno molto esperto’ ha confermato senza ombra di dubbio lo scienziato francese senza dare nessuna indicazione su chi lo avrebbe prodotto.

Certo che i numeri ufficiali dei morti nei Paesi europei rispetto alla Cina alimentano più di un dubbio. Sono in molti a chiedersi come sia stato possibile avere oltre 20000 vittime in Francia, 17000 nel Regno Unito , oltre 20000 in Italia e in Spagna e soltanto 4600 in Cina.

Lo stesso Presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che ‘è necessario fare chiarezza su come è nata questa epidemia, come è stato gestita e se si sarebbe potuto contenerla prima’.

Anche la Germania, pur mantenendosi decisamente fuori dai giochi contro le accuse alla Cina, un grande partner commerciale, non ha potuto esimersi attraverso la sua Cancelliera Angela Merkel di fare una critica velata al paese asiatico’ quanto più trasparente sarà la Cina-ha detto la Merkel-sarà meglio per tutto il mondo’.

Una critica al miele perchè in una fase economica come questa non ci si puo’ permettere di avere divergenze con il partner commerciale numero uno.

Unica voce fuori dal coro tedesco quella del direttore del giornale Bild che ha accusato in una lettera sul giornale diretta al Presidente cinese di ‘mettere a repentaglio il mondo con i rischi annessi ai mercati  all’aperto dove si commercializzano animali come i pipistrelli’. Una piccola nota stonata in un assordante silenzio.

La Spagna al momento si è defilata avendo ben altri problemi  di tipo sanitario ed economico da risolvere.

E lo stesso per l’Italia che, portata sulla Via della Seta dal suo Governo giallo rosso, e stritolata nella morsa dei suoi debiti, è probabilmente l’ultimo fra i Paesi europei a poter fare critica alcuna ai cinesi.

Anzi adesso sono gli italiani ada vere imparato il saluto cinese, quello con l’inchino, in segno di ringraziamento per quanto ricevuto: dal virus , ai medici, alle mascherine. E magari a tanti altri accordi ben più sostanziosi  di cui in questo momento il Paese non puo’ fare a meno.