Esteri
Elezioni Israele, Trump cambia cavallo? Ora Gantz vuole la Jordan Valley
I sondaggi premiano Gantz e ora persino gli Usa potrebbero mollare Netanyahu e puntare sul rivale in vista del voto del 2 marzo
Un nuovo capitolo della 'guerra' elettorale in Israele tra Benjamin Netanyahu e Benny Gantz si apre sulla Valle del Giordano, la cui possibile annessione e' finita al centro dei proclami dei due sfidanti, a poco piu' di un mese dal voto del 2 marzo. Ad aprire le danze e' stato il leader del partito centrista Blu e Bianco con la promessa di annetterla all'indomani delle elezioni. Una mossa, per strizzare l'occhio all'elettorato di destra, che non e' piaciuta alla sinistra israeliana e che ha portato a un pungente botta e risposta tra Gantz e Netanyahu. "La Valle del Giordano e' la barriera difensiva orientale dello Stato d'Israele, i governi che hanno deliberato di restituirla hanno fatto un errore strategico e di grave sicurezza", ha sottolineato Gantz, facendo riferimento a Tzofar e Naharayim, enclave agricole riconsegnate alla Giordania l'anno scorso dopo che era scaduto l'affitto di 25 anni negoziato con Amman nel 1994 nell'ambito del piano di pace. La Valle del Giordano e' "una parte inseparabile dello Stato e dopo le elezioni lavoreremo per applicarvi la sovranita' israeliana", "una mossa - ha assicurato il leader dell'opposizione - concordata a livello nazionale e in coordinamento con la comunita' internazionale".
Gia' lo scorso settembre, alla vigilia delle elezioni, il premier Netanyahu aveva sollevato il tema, assicurando l'annessione della Valle del Giordano - un quarto dell'intera Cisgiordania - subito dopo il voto, nel tentativo di assicurarsi l'appoggio dei coloni e degli ultra-nazionalisti. Ma il suo piano era stato stoppato dalla procura generale, secondo la quale il governo ad interim guidato dal leader del Likud non aveva la legittimita' per portare avanti una simile iniziativa. Il 'canto delle sirene' verso l'elettorato di destra sembra pero' essere piaciuto a Gantz che avrebbe deciso di adottarlo, come hanno denunciato i partiti di sinistra. Le parole del leader di Blu e Bianco sono "vuote e spericolate", ha commentato il leader della coalizione Labour-Gesher, Amir Peretz, convinto che "le forze armate israeliane debbano restare nell'area fino a quando sara' necessario ma la mano di Israele deve essere tesa verso la pace e una soluzione diplomatica".
Per Nitzan Horowitz, leader di Meretz, Blu e Bianco sta inseguendo i voti della destra a causa di "insicurezza" o perche' crede nella manovra per una "mancanza di logica". "In ogni caso, e' molto chiaro che le persone di centro-sinistra non hanno nulla da cercare in quel partito", ha twittato. Duro anche il leader della coalizione araba, Ayman Odeh, secondo il quale "l'imitazione" non e' il modo di sostituire Netanyahu alla guida del Paese: Gantz "apparentemente ha dimenticato che c'e' vita dopo la campagna. Il patetico tentativo di raccogliere alcuni voti dalla destra non vale la distruzione futura di tutti. In questo contesto, si e' inserito lo stesso Netanyahu che ha rilanciato la promessa di Gantz, chiedendogli di attuare insieme il piano senza attendere le elezioni. "Perche' aspettare se e' gia' possibile farlo con un vasto accordo alla Knesset? Mi aspetto la tua risposta per questa sera a meno che Ahmad Tibi non te lo proibisca", ha affermato il leader del Likud, sfidando l'avversario e suggerendo che dipenda dai partiti arabi. Immediata la risposta del leader centrista, ex capo di Stato maggiore, che ha riportato l'attenzione sui guai giudiziari di Netanyahu: "Prima deliberiamo sulla (richiesta di) immunita'" avanzata dal premier per proteggersi dalle incriminazioni per corruzione, frode a abuso di fiducia in tre casi, "e poi gestiremo la sovranita'" sulla Valle del Giordano, ha concluso secco Gantz.
Ma un ruolo nella vicenda potrebbe averlo anche Donald Trump. Il presidente Usa ha infatti sempre sostenuto apertamente Netanyahu, almeno fino a qualche mese fa. Ora, visti i sondaggi, potrebbe anche decidere di cambiare "cavallo" e puntare su Gantz, che non a caso ha cambiato linea sulla Valle del Giordano e ha anche affermato di "attendere" che l'inquilino della Casa Bianca riveli il suo piano sul Medio Oriente. Con l'era Bibi (forse) agli sgocicoli, gli Usa potrebbero aver cambiato parte. A conferma del fatto che tra Gantz e Netanyahu non ci sono particolari differenze ideologiche.