Esteri

La casa di carta di Trump crolla sotto il peso della vergogna

di Daniele Rosa

Dimissioni a raffica di molti funzionari super fedeli al tycoon

L’assalto a Capitol Hill, la quinta vittima e le dichiarazioni di Donald Trump che ha annunciato che non andrà alla cerimonia di insediamento di Joe Biden hanno superato ogni limite anche per molti alleati e funzionari che hanno sempre difeso con le unghie e con i denti l’operato del Presidente.

I segretari dell'Istruzione, Betsy DeVos, e dei trasporti, Elaine Chao, hanno annunciato le loro dimissioni sentendosi non più in sintonia con l’operato del loro capo.

Sia DeVos che Chao sono due dei funzionari più longevi e di alto rango di Trump ad aver annunciato le dimissioni in seguito ai violenti eventi di mercoledì.

Queste due dimissioni si sono aggiunte ad altre che hanno confermato il progressivo isolamento del presidente a meno di due settimane dall'uscita dalla Casa Bianca.

Il Segretario dell'Istruzione DeVos è stata una dei più strenui difensori di Trump, ma negli ultimi giorni aveva già preso le distanze da lui e dalle sue teorie del complotto riconoscendo la vittoria di Biden.

Il Segretario ai Trasporti ha detto che "gli eventi traumatici e totalmente evitabili di mercoledì sono il motivo delle dimissioni”. Elaine Chao, sposata con il leader dei repubblicani al Senato, Mitch McConnell, ha confermato che le rivolte in Campidoglio, che hanno causato la morte di cinque persone, sono nate dalla manifestazione voluta da Trump.

Ma molti altri funzionari hanno lasciato i loro incarichi a seguito dell’accaduto in Campidoglio. Tra questi Stephanie Grisham, l'ex addetta stampa del presidente e capo dello staff della first lady, poi l’addetto stampa Sarah Matthews e il segretario sociale della Casa Bianca Rickie Niceta.

Il vice consigliere per la sicurezza nazionale Matt Pottinger ha annunciato che avrebbe lasciato il governo, mentre altri due consiglieri per la sicurezza nazionale, Robert O'Brien e Chris Liddell, stanno valutando la possibilità di dimettersi.

Ed ancora Ryan Tully, consigliere senior del presidente per gli affari europei e russi ha lasciato mentre l'ex capo di gabinetto di Trump, Mick Mulvaney, con un incarico diplomatico in Irlanda del Nord, ha annunciato di voler lasciare “Non posso restare qui dopo ieri. Non puoi vedere cosa è successo e pensare: voglio farne parte in qualche modo “.

Altri membri del gabinetto del presidente, che non si sono dimessi, hanno però criticato fortemente Trump. Il segretario ad interim per la sicurezza interna Chad Wolf ha definito gli eventi di mercoledì "tragici e disgustosi.Imploro che il presidente e le autorità elette condannino fermamente la violenza di ieri”. Tuttavia, ha detto che rimarrà al suo posto fino al 20 gennaio per garantire che venga implementata una transizione graduale con il team di Joe Biden. Ancora più duro con il presidente è stato l'ex procuratore generale, William Barr, che si è dimesso il mese scorso dal suo incarico, e che ha descritto la condotta di Trump come un "tradimento della carica che occupa e dei suoi seguaci. Orchestrare la folla per fare pressione sul Congresso è imperdonabile”.

Dopo aver incitato i suoi seguaci con teorie cospirative di frode elettorale, non dimostrate, il presidente si è rifugiato alla Casa Bianca e da allora non si è più fatto vivo. Sempre più solo e messo a tacere dai social che hanno censurato i suoi account e con diversi alleati che hanno preso le distanze. Una triste fine per colui che era seduto sulla poltrona più importante al mondo.